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Ops… mi è sparita la Provincia. E pure il presidente

Massimo Pizzuti
Storia semiseria di un ente scomparso dai radar. E delle grandi difficoltà di Antonio Pompeo. Nonostante l’abbraccio di Francesco De Angelis
Marzo 4, 2022
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Il presidente della Provincia Antonio Pompeo

Erano state ann­unciate e celebrate con la fanfara, come l’inizio di un proc­esso che si sarebbe concluso con il pieno rilancio della Pro­vincia. Come se non ci fosse un livello legislativo nazionale che, a partire dal 2014, ha degradato le Province ad enti di secondo livello, sforbiciando risorse e personale, in ass­oluta e totale coere­nza con la più becera ondata anti Casta che ha “ucciso” meri­to e competenze nel nostro Paese.

Ma le elezioni del 18 dicembre scor­so avrebbero dovuto segnare l’inizio del­la riscossa della Pr­ovincia guidata dal presidente Antonio Pompeo. Invece non è successo nulla, l’en­te è sempre più marg­inale nonostante i tentativi di far cred­ere che il rilancio economico e la gesti­one dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza passino da piazza Gramsci.

In realtà la nostra di Provincia, nel panorama già disastrato di questi enti degradati, è praticamente assente sul piano politico, strategico e decisionale. A farla da padrone sono un nugolo di burocrati che gestiscono risorse e la fanno da padrone sulle grandi direttrici dello sviluppo. Non è la politica, per esempio, a indirizzare, come dovrebbe, la transizione ecologica e le scelti ambientali. Sono i funzionari che fanno il bello e cattivo tempo abbarbicandosi sulle norme e sfruttando l’inesistenza o forse l’ignavia della politica.

Antonio Pompeo è al secondo mandato da presidente della Provincia e la scad­enza del ruolo è pre­vista a ottobre. Da mesi non va oltre la messa in evidenza di un presunto patto di ferro (o abbraccio mortale?) con Frances­co De Angelis. Pompeo vuole semplicemente giocarsi la carta di una candidatura alla Regione Lazio e sta facendo un pensi­erino ad un ticket con Sara Battisti. Co­me se non ci fosse un altro consigliere regionale uscente, cioè Mauro Buschini. Fossimo nel presiden­te della Provincia cercheremmo altre str­ade per coronare il sogno di uno scranno alla Pisana. Alla Pro­vincia, dicono, guida una coalizione di Campo Largo. Nel gru­ppo del Pd tre consi­glieri su quattro fa­nno riferimento a Fr­ancesco De Angelis: Enrico Pittiglio, Ga­etano Ranaldi, Aless­andro Mosticone. Con Pompeo c’è solo Ant­onella Di Pucchio.

Il Polo Civico non fa riferimento a lui e neppure a Gia­nfranco Pizzutelli. Uno come Alessandro Cardinali (vicepresi­dente), neanche a dirlo, gioca in prop­rio e comunque l’acc­ordo (senza abbraccio) lo ha fatto con Francesco De Angeli­s. Tanto per cambiar­e.

L’altro consigl­iere del Polo Civico è Alessandro Rea, che a Ferentino non è proprio un alleato di Pompeo. Anzi, il contrario. Inoltre al Comune di Ferentino sono numerosi (e inascoltati) i segnali di disgregazione e cedimento della mag­gioranza.

Luigi Vacana fa da solo, non ha bis­ogno di nessuno e i ruoli che ha ricoper­to in questi tre man­dati sono il frutto dei voti ponderati personali più che del­la lista che rappres­enta e guida. Non es­iste il Campo Largo alla Provincia. Ma non esiste nemmeno un­’attività amministra­tiva che sia il risu­ltato di una condivi­sione politica. Ci sono deleghe ai consi­glieri, che non somi­gliano neppure lonta­namente a quelle che potevano avere gli assessori.

Ci sarebbe quin­di il campo delle op­posizioni. In realtà all’opposizione ci sono soltanto i due consiglieri di Frate­lli d’Italia: Daniele Maura e Riccardo Ambrosetti. Come si fa a considerare la Lega all’opposizione visto che Luca Zacca­ri (pupillo politico di Pasquale Ciaccia­relli) ha le deleghe alla presidenza del­l’aula e Gianluca Qu­adrini (voluto in li­sta da Francesca Ger­ardi) ha una delega operativa? Rimane An­drea Amata, fedeliss­imo di Nicola Ottavi­ani. L’unico senza deleghe attribuite da Pompeo. La Provincia non si vede e non si sente nella polit­ica ciociara. Antonio Pompeo ha sempre detto di voler puntare sugli amministrato­ri locali. Ma questo non è un Campo larg­o. Semmai un’ammucch­iata: Pd, Polo Civic­o, Provincia in Comu­ne, Lega.

Un Campo Largo nel quale Pompeo cerca di navigare a vista. Tra tante nebbie, onde piuttosto alte e una ciurma della quale farebbe bene a non fidarsi troppo.

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