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Movimprese 2022: in Ciociaria e nel Lazio è l’edilizia a trainare la crescita di nuove aziende

Cesidio Vano
Sia a livello regionale che a livello provinciale, subito dopo le costruzioni, i settori più in crescita restano le attività professionali, scientifiche e tecniche e quindi le attività immobiliari
Gennaio 30, 2023

E’ il settore delle costruzioni a trainare in provincia di Frosinone la crescita delle imprese. Il dato emerge dal monitoraggio Movimprese 2022 presentato dalle Camere di Commercio relativamente alle nuove aperture e cessazioni nel corso dello scorso anno.

Movimprese 2022, la situazione nel Lazio

Per quanto riguarda al situazione a livello regionale, il Lazio ha registrare un saldo positivo di imprese pari a 9.526, con 34.480 nuove iscrizioni nel 2021 e 24.954 cessazioni (non d’ufficio) per un totale di 609.483 imprese attive, circa il 10% dei 6.019.276 di imprese operanti in Italia. Il tasso di natalità d’aziende a livello regionale è di 5,62, mentre quello di mortalità è di 4,06, con un tasso di crescita nel 2022 di 1.08. Dati, nel complesso molto migliori rispetto a quelli dell’ultimo triennio 2019-2021.

La situazione in provincia di Frosinone

In provincia di Frosinone, le imprese registrate risultano essere poco meno di 50.000 (49.022), con 2.326 nuove iscrizioni e 1.772 cancellazioni per un risultato positivo di 554 nuove aziende, tasso di nascita al 4,73 e di mortalità al 3,60, con un tasso di crescita per il 2022 dell’1,13.

La nota della CCIAA Frosinone-Latina

“Rispetto allo scorso anno – annotano dalla CCIAA Frosinone-Latina -, si conferma il fattore compensativo dell’edilizia, trainata dagli incentivi e dalle gare previste dal PNRR sulle infrastrutture, sebbene rallenti la corsa a tutti i livelli territoriali, in ragione delle perduranti incertezze normative connesse al Superbonus e al peggioramento delle condizioni di approvvigionamento, che ha determinato frizioni crescenti nelle revisioni dei prezzi dei lavori. Seguono le attività professionali scientifiche e tecniche, che rispetto alla scorso anno mantengono un buono sprint; altrettanto le attività immobiliari, mentre il segmento turistico ricettivo, pur avendo beneficiato del miglioramento dei flussi di turisti, mostra un rallentamento diffuso a tutti i livelli territoriali”.

I dati del Lazio e di Frosinone

Nel Lazio, infatti, le costruzioni vantano 84.538 nel 2022 con 4.297 nuove iscrizioni e 3.599 cessazioni, per un valore positivo di 2.420 nuove aziende operanti nel mondo dell’edilizia e una crescita percentuale del 2,95.

In provincia di Frosinone, le imprese registrate nel settore delle costruzioni sono invece 7.588 con 375 iscrizioni nel 2022 e 290 cancellazioni un positivo di 217 nuove aziende e un tasso di crescita del 2,94%.

Sia a livello regionale che a livello provinciale, subito dopo le costruzioni, i settori più in crescita restano le attività professionali, scientifiche e tecniche e quindi le attività immobiliari.

Il Commento di Movimprese

“L’anno appena concluso, dominato dalle tensioni geopolitiche dovute al conflitto russo-ucraino che stanno ridefinendo i rapporti commerciali internazionali – spiegano dalla CCiAA -, ha mostrato un progressivo peggioramento dello scenario economico, dovuto in primis alla spinte inflattive, i cui effetti depressivi sui margini aziendali sono stati inevitabilmente scaricati a valle delle catene di approvvigionamento fino al consumatore finale, erodendo la capacità di spesa delle famiglie, con maggiore evidenza per quelle meno abbienti.

Il conseguente innalzamento dei tassi di interesse sta generando maggiori frizioni nel mercato del credito, con un irrigidimento dei criteri di offerta, cui si è aggiunta la maggiore necessità di liquidità da parte delle imprese per far fronte ai crescenti costi di gestione, a discapito della domanda di investimenti, le cui decisioni hanno subito un rinvio.

Il clima di maggiore incertezza e di rallentamento, con il connesso rischio di una probabile recessione in vista, mostrano segnali indiscutibili di un turnover imprenditoriale che si è raffreddato, con l’apparente contraddizione di una crescita che nell’ultimo triennio risulta complessivamente più sostenuta, ma marcatamente asimmetrica e polarizzata dagli incentivi.

La determinante è il contenimento più significativo delle cessazioni con l’effetto di una maggiore tenuta complessiva del tessuto produttivo, sostenuto dagli aiuti governativi, dagli interventi sul credito tramite lo strumento del Fondo di Garanzia e dalle moratorie attive sui prestiti.

Gli esiti algebrici su scala nazionale restituiscono 48mila unità aggiuntive, in brusco rallentamento rispetto alle risultanze dello scorso anno (-44% sul 2021) che ha registrato un avanzo senza precedenti, con un punto di massimo inesplorato in serie storica, per effetto del rimbalzo compensativo rispetto al congelamento della demografia imprenditoriale del 2020, condizionato in pieno dalla pandemia.

L’evidenza del raffreddamento del turnover imprenditoriale è data dalla diminuzione del contributo delle iscrizioni, pari ad oltre 312 mila e 550 unità (-6% sul 2021), che confermano la decrescita in continuità con le tendenze in serie storica”.

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