La giustizia non è assidua frequentatrice dei campi di calcio, ma qualche volta non disdegna di farvi capolino. Stavolta ha deciso di porre rimedio all’iniquo punteggio che stava maturando al “Druso” di Bolzano, con i locali del Sudtirol che conducevano per uno a zero su un Frosinone prodigatosi vanamente per 95’.
La supremazia territoriale della squadra di Grosso è stata così marcata da rendere inadeguato qualunque aggettivo: palese, schiacciante, ai limiti della monotonia. Un rilievo però va mosso ai ragazzi in maglia giallazzurra, che troppe volte hanno delegato ai compagni di squadra la responsabilità del tiro, col risultato che spesso il tiro… non c’è stato. Dal fischio d’inizio di Fourneau il tema tattico è stato subito chiaro: Frosinone nella metà campo bolzanina, a gestire il possesso palla e a cercare un varco nella munita ed esperta retroguardia del team di Bisoli.
Corner tanti, tiri verso la porta pochi, in verità uno davvero degno di tal nome, con Poluzzi che ha tolto dall’incrocio dei pali la sfera calciata dall’ispirato Insigne. E così, alla prima ripartenza, difesa del Frosinone sorpresa dalla sgroppata di Rover sul fronte sinistro dell’attacco Sudtirol e gol di testa di De Col, bravo a trovare l’angolino basso e a regalarsi il primo centro nel torneo cadetto.
COMINCIA PER IL FROSINONE UNA CORSA IN SALITA
Apparentemente poco turbato, l’undici di Grosso ha ripreso da dove aveva lasciato. Paziente ricerca della linea di fondo e cross puntualmente preda di Masiello e Zaro, particolarmente abili nel gioco aereo. Il rebus del gol appariva di difficile soluzione e la giornata non felicissima di Moro acuiva le difficoltà. A supporto del centravanti, Insigne e Bocic, promossi titolari da Grosso, non sono riusciti a dialogare in modo incisivo e la soluzione del tiro da fuori, che poteva essere un’opzione valida, non è stata presa in considerazione dai centrocampisti canarini, votati alla ricerca di un assist che non è arrivato.
Si è andati così al riposo con l’undici di Bisoli avanti di un gol, ad esaltare l’adagio del massimo risultato col minimo sforzo. Facce un po’ imbronciate in casa ciociara, ma anche la consapevolezza di poter sfruttare altri 45’.
ANCHE NELLA RIPRESA UN ASSALTO INUTILE, FINO AL SUSSULTO FINALE
Se nella prima frazione sono piovuti calci d’angolo, nella ripresa l’assalto canarino è risultato per tanti versi ancor meno produttivo. Vicino al gol è andato ancora Insigne, che ha scheggiato il palo con un calcio di punizione magistralmente eseguito. E Mulattieri, subentrato, è riuscito in un paio di occasioni a liberarsi da posizione centrale, senza però inquadrare la porta bolzanina.
Sembrava proprio che il pomeriggio altoatesino fosse poco propizio per la compagine frusinate, che ha avuto però il merito di non rassegnarsi. Neanche l’ingresso di Caso, il giocatore giallazzurro dotato di maggiore fantasia, aveva prodotto quella scintilla utile a far saltare il dispositivo difensivo dei locali. Ma la giustizia talvolta si degna di metter le cose a posto. E Monterisi, a due passi da Poluzzi, della giustizia si è fatto braccio, anzi gamba, spedendo in fondo al sacco il pallone dell’uno a uno al 95’ e ultimo minuto. A corollario del pomeriggio sofferto e un po’ teso, con i due trainer impegnati in un faccia a faccia non troppo affettuoso, un altro punticino in più sulla terza.
Il gruppetto delle terze è infatti a quota 23, e sono nove i punti di margine del Frosinone per la promozione diretta. Manca tanto, tantissimo, però lassù si sta bene.