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Manovre, illusioni e numeri a due giorni dal voto. Giorgetti e (forse) l’ultima cena della “Lega per Salvini”. L’emergenza rifiuti di Roma porta sempre in Ciociaria

Licandro Licantropo
A Frosinone si chiude una campagna elettorale monotona e per larghi tratti banale. Se poi sarà anche scontata lo si vedrà dai risultati. E’ mancato lo scatto, specialmente nelle rarissime occasioni di confronto tra i candidati a sindaco
Giugno 10, 2022
Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti

Quarantotto ore al voto e intanto dalla mezzanotte di stasera scatta il silenzio elettorale, mai così inutile e “ipocrita” ai tempi dei social media. A Frosinone si chiude una campagna elettorale monotona e per larghi tratti banale. Se poi sarà anche scontata lo si vedrà dai risultati. E’ mancato lo scatto, specialmente nelle rarissime occasioni di confronto tra i candidati a sindaco. Polemiche vecchie e sterili, rancore superiore ai ragionamenti.

L’OSSESSIONE DEL VOTO DISGIUNTO

Negli ultimi dieci giorni lo stanno chiedendo tutti. Ci fanno affidamento Vincenzo Iacovissi (Psi), Mauro Vicano (Azione più due liste civiche) e Domenico Marzi (centrosinistra), memore delle vittorie del 1998 e del 2002, che però arrivarono grazie alla capacità di infilarsi nelle divisioni dell’allora Polo delle Libertà. Con liste civiche, in primis la sua, che intercettarono tanto consenso che alle politiche e alle regionali andava a partiti del centrodestra. Si tratta di un meccanismo diverso dal voto disgiunto, che invece consiste nell’indicare il candidato sindaco di uno schieramento mentre per il consigliere ci si orienta verso un rappresentante di una coalizione diversa.

In realtà il voto disgiunto non è mai stato determinante alle comunali di Frosinone, neppure nella stagione dell’anatra zoppa: le liste di centrodestra ottennero sì la maggioranza assoluta staccando il candidato sindaco (Ottaviani), ma al secondo turno il successo dello stesso Marzi fu determinato dal calo dei votanti e dal disimpegno di larghi settori del centrodestra. 

Riccardo Mastrangeli (centrodestra) e Giuseppe Cosimato (lista civica) non stanno chiedendo esplicitamente il voto disgiunto. 

I flussi elettorali in cinque anni possono certamente cambiare, ma  bisogna sempre ricordare da dove si parte. Nel 2017 Nicola Ottaviani  chiuse con 15.038 voti, il 56,39%. La coalizione di centrodestra arrivò addirittura al 59,38%, con 15.411 voti.

Fabrizio Cristofari (centrosinistra) raggiunse il 27,26% (7.271 voti). Le liste del centrosinistra ottennero il 26,10% (6.775 voti). Gli altri quattro candidati superarono, complessivamente, il 15%. Ma ciò non impedì a Ottaviani la vittoria al primo turno. Votarono 27.390 elettori su 37.790, il 72,48%. Stavolta gli aventi diritto sono circa 35.000. Per arrivare al ballottaggio è necessario intanto che Mauro Vicano, Vincenzo Iacovissi e Giuseppe Cosimato, insieme ottengano tra il 13% e il 15%. Marzi può certamente migliorare il 27,26% della coalizione nel 2017, ma fino a che percentuale? Sono due variabili che determineranno l’esito delle elezioni.  Insieme all’affluenza, che nelle segreterie dei partiti viene calcolata sul 68/70% degli aventi diritto.

Il centrodestra di Riccardo Mastrangeli con dodicimila voti potrebbe chiudere i giochi al primo turno. I numeri sui quali ragionare seriamente sono questi, fermo restando che le previsioni a volte vengono smentite. Frosinone è una città nella quale il centrodestra è maggioritario da sempre: il centrosinistra ha vinto quando ha saputo scomporre la coalizione avversaria. A questo punto bisognerà attendere fino alle 14 di lunedì tredici giugno, quando inizierà lo spoglio.

A CENA CON GIORGETTI

Mercoledì sera, presso il ristorante La Trattoria, cena con il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, reduce da un partecipato confronto con gli imprenditori delle province di Frosinone e di Latina, organizzato alla Camera di Commercio del presidente Giovanni Acampora. A cena c’erano Nicola Ottaviani, Riccardo Mastrangeli, il senatore Gianfranco Rufa, l’onorevole Francesca Gerardi, il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli. Una quarantina i presenti: al di sotto delle attese, ma non saranno questi numeri a pesare nel prossimo futuro. Bisognerà vedere la percentuale nazionale del Carroccio alle amministrative: sotto il 15% sarebbe un problema. Il Capitano Matteo Salvini ha già iniziato le grandi manovre, insistendo sul simbolo Prima L’Italia. Un’associazione politica inaugurata da Roberto Calderoli, Lorenzo Fontana e Giulio Centemero

Molto più di una lista secondo indiscrezioni: l’embrione della “Cosa” da provare a mettere insieme con Forza Italia. Giorgetti, Zaia e Fedriga si stanno organizzando anche loro e Umberto Bossi ha fatto sapere sibillinamente che “a volte due più due fa zero in politica”. 

A Frosinone la Lista Ottaviani contiene la dicitura Prima Frosinone. Forse un segnale. Che succede però se la civica del sindaco dovesse surclassare la lista della Lega? Matteo Salvini ha parlato di un’unica squadra, ma non è proprio così. Ottaviani rivendicherebbe il risultato della sua lista. E il Carroccio? Il cerino acceso potrebbe rimanere nelle mani del consigliere regionale e responsabile dell’organizzazione Pasquale Ciacciarelli. Se poi dovesse essere messa in discussione la leadership stessa di Salvini, allora potrebbe davvero succedere di tutto. Le future speranze di candidatura tornerebbero in alto mare per tutti. Non ci sarebbero certezze per lo stesso Ciacciarelli, per Rufa e Gerardi. E nei giochi potrebbe perfino rientrare Francesco Zicchieri, al momento seduto sulla riva del fiume.

I RIFIUTI DI ROMA E LA CIOCIARIA

Eravamo stati facili profeti. La chiusura per lavori di manutenzione programmati del Tmb di Aprilia (dall’8 al 18 giugno) ha portato l’Ama a optare per la soluzione Hera in Emilia Romagna e per la Saf di Colfelice per lo smaltimento dei quantitativi che in questo periodo non possono essere trattati nell’impianto di Aprilia. Ma non è tutto. Secondo il Corriere della Sera,  Ama “lavora ad altri due sbocchi che possono rappresentare una parziale soluzione del problema e sembra siano in fase avanzata: il termovalorizzatore dell’Acea a San Vittore e la discarica di Viterbo”. Anzi, “secondo alcune indiscrezioni, nel primo caso Acea interromperebbe momentaneamente i lavori di manutenzione in corso per andare incontro ad Ama e ricevere i rifiuti della Capitale”. La provincia di Frosinone ha impianti in grado di scongiurare diverse emergenze, soprattutto quelle di Roma. Ma da oltre un anno è priva di una discarica e nessuno si pone il problema: l’immondizia ciociara viene portata a Viterbo, nell’unico sito operativo nel Lazio. Nessun segnale dalla Regione e neppure dalla Provincia. Tutto tace: la condizione ideale per una soluzione a sorpresa sull’onda dell’emergenza. Non sarebbe la prima volta e neppure l’ultima.

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