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L’urbanistica, questa sconosciuta per il capoluogo

Massimo Pizzuti
La recente iniziativa del sindaco Mastrangeli prova a rimettere al centro un tema fermo da oltre dieci anni. Frosinone perde residenti ed è una città vecchia e senza prospettive. Con un consiglio comunale concentrato su tematiche di quart’ordine.
Marzo 15, 2024
Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli

L’eco della tragica sparatoria in via Aldo Moro (sette colpi esplosi nella strada della movida: un morto e tre feriti) continua a rimbombare. Mentre la politica prova ad inserirsi nel dibattito in modo goffo, strumentale e gossipparo, è passata in secondo piano un’iniziativa del sindaco Riccardo Mastrangeli di qualche giorno fa. Quella sulle opportunità delle rigenerazione urbana e delle potenzialità dell’articolo 3 della legge regionale 7/2017.
Il “succo” è questo: “Il Comune di Frosinone – ha spiegato Mastrangeli – offrirà ai cittadini una grande opportunità per il recupero degli edifici esistenti. In buona parte del territorio, circa il 50%, si potrà demolire, ricostruire e delocalizzare. Ma si potrà anche cambiare l’uso dell’immobile. E’ uno straordinario segnale di apertura ai privati, a cui si concede la facoltà di recuperare il proprio patrimonio edilizio”. L’urbanistica è la grande assente nel dibattito politico, ma anche amministrativo, del capoluogo. Lo è stata nei dieci anni di giunta Ottaviani e nei cinque precedenti di Amministrazione Marini. Adesso Mastrangeli sta provando a recuperare il tempo perduto, rivolgendosi agli ordini professionali (ingegneri, architetti, geometri), ma anche provando a coinvolgere il consiglio comunale. Perché la procedura prevede due fasi. La prima di presentazione del progetto di riqualificazione e di recupero. Necessario il parere della commissione urbanistica. Poi, dopo la pubblicazione e le controdeduzioni, dovrà essere il consiglio comunale ad approvare le delibere, successivamente trasmesse alla Regione.
Frosinone è una città “vecchia”, priva di una visione urbanistica, lontanissima dai canoni di una modernità architettonica e funzionale. In consiglio comunale non arrivano delibere urbanistiche serie da anni. Mentre il dibattito si concentra sull’inquinamento e su misure per una mobilità alternativa che comprende anche proposte assurde. Una su tutte: la chiusura del tratto urbano della Monti Lepini al traffico dei mezzi pesanti. Nel capoluogo non si pensa al rilancio e allo sviluppo, al coinvolgimento dei privati e delle imprese. Il volano può essere rappresentato dall’urbanistica.
Ma ci sarà una maggioranza in consiglio comunale in grado di cogliere le potenzialità di proposte che possono cambiare il volto di una città nella quale non c’è soltanto il problema delle polveri sottili? Una città che avrebbe bisogno, per esempio, di più residenti. Frosinone è ampiamente e stabilmente sotto i 45.000 abitanti. Mentre, per avere un termine di paragone, Latina sfiora i 130.000. Dovrebbe essere questo il tema principale per un consiglio comunale distratto , privo di iniziativa e concentrato sulle risposte alle interrogazioni su tematiche di terzo o quarto piano. Aumentare il numero dei residenti significherebbe dare una scossa positiva al mercato delle vendite immobiliari (o degli affitti). Aumentare i residenti porterebbe effetti positivi sull’urbanistica e nel mondo dei lavoro e dei consumi. Ha affermato Riccardo Mastrangeli al convegno: “La nostra visione comprende la realizzazione di una città adeguata agli standard europei, attraverso investimenti a favore di una nuova mobilità, nella direzione della transizione ecologica e di una maggiore vivibilità degli spazi urbani, intesi anche come spazi di socializzazione e di incontro. Per raggiungere questi obiettivi, è necessaria un’operazione di ricucitura del tessuto urbano, affinché diventi più armonico e funzionale alle esigenze della persona”.
Politiche urbanistiche di alto livello possono cambiare il volto e il futuro di una città. Ma c’è il rischio di predicare nel deserto, perché a Frosinone due cose si sono fermate da anni. La crescita dei residenti e un dibattito politico di qualità in consiglio comunale. Da troppo tempo sta passando il messaggio che ci si deve concentrare soltanto suoi fatti amministrativi (magari ci fossero). Invece serve la politica per programmare le città del futuro. L’urbanistica è stata chiusa nei cassetti per troppi anni. Adesso c’è una sorta di ultimo treno. Ma gli amministratori del capoluogo sapranno scuotersi dall’immobilismo?

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