È un giocatore formidabile ed è anche un uomo che non ha paura di prendere posizione su argomenti extrasportivi. Ivan Zaytsev, lo zar del nostro volley, non è più un giovincello e non può pertanto dirsi al top del rendimento. Qualche anno fa era certamente tra i due o tre giocatori più forti del mondo nel suo ruolo, che è quello di opposto. Tutti coloro che seguono la pallavolo sanno bene che l’opposto è di regola il giocatore chiamato più spesso in causa per chiudere gli schemi offensivi. Ivan Zaytsev, figlio d’arte, era con Giannelli il più importante giocatore del nostro movimento. Questa diagonale palleggiatore – opposto di livello straordinario ci ha regalato tante soddisfazioni e tanti allori, ma non ci ha portato sul podio più alto delle Olimpiadi. L’argento a cinque cerchi non è una cosa da buttar via, ma per quell’Italia il secondo posto di Rio sembrò un pochino una beffa, con tutto il rispetto per il grande Brasile che si aggiudicò il titolo olimpico. Sono trascorsi sei anni e l’Italia la scorsa estate, dopo la delusione di Tokio, si è presa una bella rivincita trionfando agli Europei. La nazionale campione continentale ha fatto a meno di Zaytsev, Juantorena e di altri giocatori d’esperienza, ma poi lo zar è riuscito a tornare nel gruppo azzurro, sia pure come alternativa a Romanó, opposto titolare nelle gerarchie di Fefè De Giorgi. Come un fulmine a ciel sereno, è arrivata due giorni fa la notizia dell’esclusione di Ivan Zaytsev dal gruppo che in Polonia e in Slovenia difenderà l’onore italico dietro una rete posta a 2,43 metri. Chi pensava ad un provvedimento disciplinare per qualche atteggiamento sbagliato è stato prontamente zittito dalla Fipav, che ha diramato un comunicato con virgolettato di De Giorgi nel quale l’atteggiamento di Zaytsev viene definito irreprensibile. E allora? Allora la spiegazione può essere molto semplice: il coach azzurro De Giorgi vuole dare a Romanò la massima fiducia e la massima tranquillità. Una riserva come Ivan può essere ingombrante a livello psicologico, mentre Pinali, suo sostituto, rappresenterebbe un’alternativa perfettamente in linea con le esigenze del gruppo azzurro. Naturalmente questa è un’interpretazione che nessuno ha ufficialmente avallato. Il comunicato si limita a rilevare che al termine di un percorso di preparazione e valutando attentamente ogni elemento si è ritenuto di non doversi avvalere delle prestazioni di Zaytsev ai prossimi mondiali. Quali che siano le motivazioni reali, tecniche o psicologiche, suscita un po’ di tristezza l’idea che l’uomo simbolo della nostra pallavolo sia stato accompagnato alla porta, sia pure con formale cortesia. Da oggi tramonta ufficialmente l’era di Ivan Zaytsev, lo zar. E un grazie Ivan per le mille emozioni regalateci non può mancare.