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L’Italia dei giovani sale sul tetto del mondo

Roberto Mercaldo
Battuti in quattro set i campioni uscenti della Polonia. È il quarto titolo mondiale per l’Italia.
Settembre 12, 2022

Campioni d’Europa e ora campioni del mondo. I ragazzi d’oro del nostro volley hanno completato il loro capolavoro nel modo più esaltante: battuta la Polonia davanti al pubblico amico, a dispetto di un primo set buttato via dal 21/17. Forse non è ancora la squadra completa, formidabile, che dal 90 al 98 si arrampicò per tre volte di fila sul tetto del mondo. Quelli erano i migliori del mondo in ogni ruolo, una corazzata, una generazione di fenomeni generata da un’irripetibile congiunzione astrale. Questi sembrano più umani, hanno qualche momento di pausa, qualche problema tecnico che affiora qua e là, e alla Nations League sembravano personaggi in cerca d’autore. Nel giro di pochi giorni però hanno ripreso a marciare con l’impeto della gioventù, con la forza della curiosità, con quella deliziosa faccia tosta di chi non accetta gerarchie. Sono giovani i nostri profeti di posto 4, Michieletto e Lavia; giovani ma già furbi, smaliziati, devastanti, pronti a trasformare un errore nella rabbia dell’attacco successivo. Anzani e Galassi, i centrali, non sono Lucchetta e Gardini. Dalla loro meravigliosa normalità traggono la feroce concentrazione che li proietta oltre l’ostacolo. Eroi della porta accanto, paladini silenziosi di un esercito disciplinato e virtuoso. La diagonale palleggiatore opposto è un cocktail di fantasia, potenza e astuzia. Giannelli è per distacco il miglior palleggiatore del mondo, e quando gli capita di attaccare lo fa con una proprietà stupefacente. Romanò è acerbo e i suoi limiti non si conoscono, ma già adesso è un opposto fenomenale. Balaso, libero con licenza di sognare, completa degnamente una squadra che potrebbe aver scritto ieri solo la seconda pagina di un romanzo avvincente. Campioni d’Europa e del mondo, giovani, sfacciati. Sotto di un set, perché la Polonia alla fine del primo parziale non ha fatto cadere nemmeno… i pensieri, e sotto di tre punti nel secondo parziale. Squadre più complete ed esperte si sarebbero scoraggiate, ma questa Italia no. Tra le tante cose ancora da scoprire, Michieletto e compagni annoverano anche la paura. Non la conoscono, nemmeno se di là c’è Kurek, nemmeno se Semeniuk sembra avere l’Excalibur al posto del braccio. Quando la Polonia ha difeso con rabbia, per fare la differenza, l’Italia delle facce toste ha raddoppiato gli sforzi in battuta e ha contrattaccato con grande incisività. Giannelli, pasta di capitano, ha fatto di tutto: ha murato, attaccato, difeso, battuto e naturalmente ha diretto il gioco con sapienza. Un set pari, per la rabbia dei 20000. Poi il sorpasso, come fosse nella natura delle cose, perché Lavia è una volpe e Michieletto una forza della natura. Quarto set: Simone Anzani s’iscrive alla festa, perché Giannelli decide che si attacca spesso da posto 3. La Polonia arranca, i sorrisi si aprono sui volti dei nostri. Fefè De Giorgi ricorda quando i mondiali lo vinceva da giocatore. I 20mila si placano, l’Italia corre verso il traguardo. Campioni del mondo, di nuovo, 24 anni dopo la generazione dei fenomeni. Bello, bello da impazzire!

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