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L’Europeo Under 20 incorona l’Italia regina dell’atletica leggera

Roberto Mercaldo
Agosto 14, 2025

Per la prima volta nella storia l’Italia si è aggiudicato il medagliere degli Europei Under 20 di atletica leggera. Un trionfo storico, che fa seguito alle due affermazioni colte dalla squadra seniores nella Coppa Europa, ora campionato Europeo per Nazioni.
Siamo dunque la nazione guida nel movimento continentale? Prima di affermarlo con certezza bisogna naturalmente attendere ulteriori riscontri, ma quel che è certo è l’inserimento a buon diritto tra le nazioni più importanti. Se una volta pagavamo dazio alla Russia, alla Polonia, alla Gran Bretagna, alla Francia e alla Germania ora l’inseguimento è completato e probabilmente il sorpasso è in atto.
Lasciando stare la Russia, che ovviamente paga l’isolamento e i cui atleti possono gareggiare solo con l’etichetta di neutrali, va detto che Gran Bretagna e Francia da tempo beneficiavano dell’inserimento di ragazzi nati nelle colonie o in territorio nazionale ma da genitori di colore. L’Italia del 2025 è fatta di ragazzi meravigliosi e italianissimi, ma ovviamente un po’ distanti dal prototipo di 50 anni fa. Parlano reatino, lombardo e veneto con inflessione persino dialettale, perché lì son nati e lì hanno vissuto, fino a prova contraria.
Questa Italia nuova e performante sta facendo la voce grossa tanto nella velocità che nei salti, mentre facciamo un po’ più di fatica nel mezzofondo e nei lanci. A livello seniores l’eccezione, la splendida eccezione, è il lancio del peso, con Fabbri capolista mondiale, e poi nel martello femminile c’è Sara Fantini che è tra le migliori specialiste mondiali, mentre nelle categorie giovanili qualcosa si comincia a muovere anche nel getto del giavellotto e nel disco.
Ci confermiamo al vertice nella marcia, specialità che da sempre ci regala successi e medaglie pregiate in ogni competizione.
Ma vediamo nel dettaglio cosa ha detto la rassegna di Tampere.
Dei sei ori ben tre sono arrivati dalla velocità: la giovanissima Kelly Doualla ha trionfato nei 100, praticamente timbrando al centesimo il personale stabilito ai giochi Eyof, anzi aggiungendo un centesimo all’11″21 di Skopje. Quarta Alice Pagliarini, per un solo centesimo fuori dal podio. Ha vinto l’oro anche il promettentissimo Nappi nel mezzo giro di pista, chiudendo con 20″77 a dispetto di tre metri di vento in faccia. E il terzo oro veloce è stato quello, splendido, della 4X100 donne, con Doualla ancora protagonista in ultima frazione e autrice di un 10″30 che fa sognare. Con lei, frazione iniziale per Alice Pagliarini, primo tratto curvilineo per Elisa Valensin e seconda frazione curvata con Margherita Castellani (le duecentiste nei tratti con le curve sembra una scelta impeccabile). Nuovo record italiano e la sensazione che nei prossimi anni dalla velocità femminile possano arrivare davvero tante soddisfazioni.
Abbiamo poi vinto due ori nel triplo, una specialità che ormai da tanti anni ci vede protagonisti ai massimi livelli. Dal bronzo olimpico di Donato è iniziato un percorso virtuoso ed ora anche a livello giovanile siamo una vera e propria nazione di riferimento. Tra gli uomini ha vinto Crotti, con un triplo balzo vicinissimo ai 16 metri, che per un giovanissimo è impresa ragguardevole. Ancor più significativo in termini di misura il risultato della bella Erika Saraceni, che è atterrata a 14,27, ritoccando sensibilmente il proprio primato personale, che è anche record italiano di categoria.
A completare il bagno d’oro ecco l’ostacolista Crotti, che ha corso in 13″27 battendo un’agguerrita concorrenza. Fantastica la sua accelerazione, e considerando che a livello assoluto possiamo puntare su un certo Simonelli, anche qui il futuro per l’Italia appare decisamente roseo.
A suggellare un’edizione super anche 3 argenti e 5 bronzi. Due argenti sono arrivati dalla marcia, con Di Fabio e Disabato. Entrambi sono stati battuti da avverasri spagnoli e per il ragazzo pugliese c’è un pizzico di rammarico perché era lui il grande favorito della competizione. Il problema però è che lo spagnolo si è migliorato di 5′, si avete letto bene 5 minuti, e allora al buon Disabato nemmeno il miglioramento personale ha potuto garantire il metallo più pregiato. Splende anche l’argento di Inzoli, giovanissimo saltatore in lungo, che dopo due nulli molto lunghi ha pagato un risentimento muscolare ma ha lottato come un leone ottenendo il secondo posto al sesto salto grazie alla seconda miglior misura. Che carattere il ragazzino!
Dei cinque bronzi due sono venuti dalle staffette 4X400 e sono pertanto i più rilevanti a livello di movimento. Bravissimi i due quartetti a centrare il podio pur non disponendo di punte esageratamente forti. Altri bronzi dalla pesista Nalesso, che aveva accarezzato il sogno dell’argento fino all’ultimo lancio, della brava ottocentista De Noni, giunta non distante dall’oro e dell’ostacolista Succo, altra baby terribile della nidiata azzurra, bravissima nei suoi 100 hs.
Sul movimento dell’atletica azzurra certamente splende il sole.

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