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Letta umilia il Pd ciociaro nel silenzio di Zingaretti. L’umore nero di Francesco De Angelis. Orfini capolista nel proporzionale è uno schiaffo a Pensare Democratico

Licandro Licantropo
Agosto 17, 2022
Enrico Letta

Peggio del 2018, perché almeno allora Francesco De Angelis venne candidato in questo territorio. Stavolta invece è in un collegio romano, in posizione assolutamente non contendibile. A meno che non succeda una sorta di rivoluzione o di miracolo. Terzo, ancora una volta dietro il deputato Claudio Mancini, del quale si ricordano le origini ciociare soltanto quando ci sono le elezioni. La vicenda delle candidature del Pd, per la Ciociaria ribadisce un solo concetto: la federazione provinciale e i suoi massimi referenti non contano nulla. Indipendentemente da chi è il segretario nazionale. Risuona il silenzio di Nicola Zingaretti, che in Ciociaria aveva ottenuto il record di voti quando venne eletto segretario. Grazie al fatto che De Angelis si era spostato dalla sua parte.
Enrico Letta ha ragione quando rimprovera chi oggi protesta di aver votato il taglio dei parlamentari: fu una delle condizioni per il grande abbraccio tra i Cinque Stelle di Giuseppe Conte e i Dem di Nicola Zingaretti. Dopo che il Pd aveva avversato quella misura populista e demagogica.
Ha ragione pure Luca Lotti quando afferma che c’è stato uno spirito di vendetta verso i renziani (ex o ancora nell’animo). Letta, consapevole di una sconfitta netta, ha voluto blindare i gruppi parlamentari per cercare di restare segretario. Tutto qui. Inoltre il Partito Democratico ha avviato non un ricambio di classe dirigente, ma una sostituzione della stessa. Lettiani al posto di renziani e zingarettiani. Semplice.

LA CIOCIARIA ANCORA UMILIATA

Vediamo di ristabilire la verità oggettiva di quanto successo sul piano politico. Francesco De Angelis, capo indiscusso del Pd in provincia di Frosinone, è in terza posizione in un collegio plurinominale del Lazio 1 (Roma). Come quattro anni fa ha dovuto cedere il passo al blindatissimo Claudio Mancini, che concorre anche in un uninominale maggioritario. Solo una sua vittoria farebbe scorrere il listino, ma l’impresa è proibitiva. In ogni caso De Angelis meritava il ruolo di capolista nel proporzionale di Frosinone e Latina. Non solo non gli è stato concesso, ma in quella posizione gli è stato preferito Matteo Orfini, nella corrente del quale De Angelis aveva militato prima di aderire al progetto di Nicola Zingaretti. Orfini, ex renziano di ferro, adesso è considerato da blindare da Enrico Letta. Francesco De Angelis no. Stupisce non poco la presa di posizione del segretario provinciale Luca Fantini, che parla di posizione contendibile. Dove? Meraviglia il silenzio di Sara Battisti e Mauro Buschini, consiglieri regionali con i voti di De Angelis. In Ciociaria nessuno vuole o può prendere una posizione tipo quella di Luca Lotti? Evidentemente no. Matteo Orfini capolista nel collegio plurinominale del Basso Lazio, è uno “schiaffo” a Francesco De Angelis, e a Pensare Democratico. Quattro anni fa i tre uscenti vennero “azzerati”: Francesco Scalia, Nazzareno Pilozzi, Maria Spilabotte. Lo fece Matteo Renzi. Adesso è toccato a Enrico Letta. Gli altri candidati: il sindaco di sant’Ambrogio sul Garigliano Sergio Messore è nell’uninominale del Senato Latina-Frosinone, il consigliere comunale di Frosinone Andrea Turriziani in quello della Camera Frosinone-Sora. Collegi blindatissimi per il centrodestra, che dovrebbe schierare Claudio Fazzone (Forza Italia) e Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia). Possibilità di elezione praticamente nulle. La sorpresa è Stefania Martini (presidente del partito in Ciociaria) al secondo posto del proporzionale della Camera del Basso Lazio. Dietro Matteo Orfini. Servirebbe comunque un miracolo, ma è quella posizionata meglio in lista. Eppure Enrico Letta aveva detto che i territori avrebbero contato e, con essi, i voti. Nel Pd provinciale i voti li ha Pensare Democratico. Ma Francesco De Angelis non è stato tenuto in alcuna considerazione.
Forse ha pagato il fatto di essersi posizionato su Enrico Gasbarra dopo aver assicurato il sostegno a Daniele Leodori? Chissà, forse.
Il Pd provinciale ha deciso di fare finta di nulla, probabilmente perché a gennaio si dovrà votare per le regionali. Francesco De Angelis non l’ha presa affatto bene: è deluso, amareggiato, arrabbiato. Lui è un uomo di partito, ma arrivano dei momenti nei quali le priorità sono altre. Dopo il 25 settembre capiremo davvero cosa succederà. Nel frattempo la federazione provinciale ha scelto ancora una volta di subire in silenzio.

LO STRAPPO DI PANTANO

Nello stesso giorno dell’ufficializzazione delle candidature del Pd il sindaco di Posta Fibreno Adamo Pantano ha annunciato la sua uscita dai Dem e l’adesione a Italia Viva di Matteo Renzi. Ringraziando Germano Caperna, Valentina Calcagni e Salvatore Fontana. Fedelissimo del consigliere regionale Mauro Buschini, Adamo Pantano era uno dei riferimenti del primo cittadino di Isola del Liri Massimiliano Quadrini, che nei mesi scorsi ha abbandonato il Pd aderendo ad Azione di Carlo Calenda. I due, Quadrini e Pantano, si ritrovano adesso nel Terzo Polo e vedremo se troveranno spazio per candidature alle politiche o alle regionali. In ogni caso è l’ennesimo segnale di un progressivo sfaldamento del Pd provinciale, che continua a sottovalutare sconfitte a raffica come quelle di Frosinone e che non riesce a trovare l’orgoglio per rivendicare il proprio ruolo. Per i vertici del Nazareno e per i big romani la Ciociaria è solo una riserva di consensi. Non fa nulla se non esprime deputati, senatori, assessori regionali e nemmeno candidati eleggibili. Certamente però una riflessione critica del Pd a livello provinciale dovrebbe starci. E’ evidente che la federazione non conta nulla. Magari anche perché trasmette un messaggio debole e scontato. La disciplina di partito non è incompatibile con lo scrivere nero su bianco che sulle candidature per Camera e Senato la segreteria nazionale ha penalizzato di brutto questo territorio.

CANDIDATURE, NELLA LEGA RUFA VERSO LA RICONFERMA. ANCHE MATTIA VERSO PALAZZO MADAMA

Continua il lavoro tra l’equilibrista e il cesellatore di Claudio Durigon. Dalle parti del Carroccio trapela che Gianfranco Rufa
dovrebbe essere riconfermato al Senato con una candidatura al terzo posto del proporzionale dietro allo stesso segretario regionale e all’avvocato Giulia Bongiorno. Visto che i primi due concorreranno anche in collegi maggioritari piuttosto blindati, in caso di loro affermazione, per Rufa si riaprirebbero le porte di Palazzo Madama.
Per Fratelli d’Italia, sempre al Senato, dovrebbe entrare il ciociaro Aldo Mattia. L’ex direttore regionale del Lazio della Coldiretti, verrebbe candidato in posizione eleggibile dal partito di Giorgia Meloni in Basilicata dove si è trasferito da qualche anno a dirigere l’associazione degli agricoltori. A rafforzare questa indiscrezione il fatto che proprio ieri abbia rassegnato le dimissioni dalla direzione regionale.