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Latina, anestesisti in ‘prestito’ e a caro prezzo dal ‘Pertini’ per evitare lo stop agli interventi. Tutti i limiti della politica sanitaria della Regione

Marco Battistini
Proprio nei giorni scorsi è stato dato l’ok allo schema di “Convenzione per prestazioni di anestesia e rianimazione” tra la Asl di Latina e la Asl Roma 2.
Luglio 1, 2022

Mancano i medici al Goretti, arriva il soccorso da Roma. La carenza di anestesisti rischia di far saltare gli interventi. Con il periodo estivo le difficoltà si aggravano ulteriormente per le quotidiane carenze dell’ospedale. Il risultato è che le sale operatorie sono disponibili a singhiozzo con un aumento dei tempi di degenza e la conseguente congestione dei reparti.
L’Asl di Latina ha urgente necessità di assicurare presso le strutture ospedaliere aziendali la presenza di medici di Anestesia e Rianimazione al fine di garantire continuità nell’erogazione dei servizi. Proprio per assicurare lo svolgimento delle prestazioni sanitarie rientranti nei Lea (livelli essenziali di assistenza) e di scongiurare il rischio di interruzione di pubblico servizio, l’azienda sanitaria di Latina con nota della Direzione Generale protocollo del 28.04.2022 aveva chiesto la disponibilità della Asl Roma 2 alla definizione di un accordo convenzionale per prestazioni di anestesia e rianimazione, finalizzato a garantire supporto medico specialistico alle strutture ospedaliere aziendali.
Ad inizio del mese di giugno la Roma 2 ha comunicato di aver ricevuto la disponibilità del Direttore della Uoc di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale “Sandro Pertini” per 3 Dirigenti Medici, e ha confermato l’intenzione di procedere alla stipula di una convenzione per prestazioni di anestesia e rianimazione.
Una situazione generale che si è andata aggravando anche alla luce della nota protocollo del 13 giugno con cui la Asl di Latina, nel ribadire le difficoltà della UOC di Anestesia e Rianimazione, destinate ad aumentare in vista del periodo estivo, ha chiesto l’attivazione rapida della collaborazione con la Asl Roma 2.
Proprio nei giorni scorsi è stato dato l’ok allo schema di “Convenzione per prestazioni di anestesia e rianimazione” tra la Asl di Latina e la Asl Roma 2. Si tratta di una Convenzione di 1 anno ed il Referente/Coordinatore delle attività per la Asl di Latina sarà il dott. Carmine Cosentino, Direttore della UOC di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale “S.M. Goretti” di Latina.
Notevoli i costi di un’operazione comunque necessario. Le spese della convenzione ammontano a 172.800.000 euro, a cui va aggiunto il rimborso spese di viaggio stimato per un importo complessivo di 15.600 euro.

UN RUOLO FONDAMENTALE PER L’OSPEDALE

Il ruolo degli anestesisti è tra i più delicati all’interno delle strutture ospedaliere. Da ogni singolo anestesista rianimatore in servizio dipende, infatti, l’efficienza delle attività lavorative di intere équipe, e di interi percorsi sanitari complessi, per il semplice fatto, basti pensare al funzionamento di una sala operatoria, che ogni paziente operato ha bisogno di un anestesista la cui professionalità specialistica è insostituibile affinché la sua stessa vita sia in sicurezza.
Non c’è dubbio che per via della carenza di queste figure le sale operatorie risentono di questi disagi. Il problema si pone perché l’aumento di personale assicurato dalla Regione Lazio tocca solo marginalmente le sale operatorie. Si renderebbe perciò necessario un ulteriore sforzo per potenziare l’organico ancora insufficiente.
Dunque ben venga l’aumento di personale. Una misura che speriamo diventi strutturale, così come ci si augura che venga potenziato il reclutamento degli specializzandi degli ultimi due anni, a patto che venga garantita la loro formazione. Un’altra soluzione aggiuntiva è il ricorso alle cosiddette prestazioni aggiuntive che potrebbero permettere agli specialisti di ottenere nuove ore di lavoro retribuite ma ”slegate” dallo straordinario, che consentano soprattutto di smaltire le lunghe liste di attesa, da sempre male cronico della nostra sanità.

IL PERSONALE DA RINFORZARE PRIORITA’ PER LA REGIONE

L’insufficienza della forza lavoro e le instabilità contrattuali, naturalmente, si riverberano nelle prestazioni. Nello scorso mese di maggio, il 32% delle richieste di esami diagnostici a breve termine, da effettuarsi entro dieci giorni, non è stato assolto entro i tempi previsti. Quasi una persona su tre, dunque, deve aspettare.
Quello delle risorse umane nel campo sanitario è un tema cruciale anche per la regione Lazio. Diventa decisivo il potenziamento del personale, da rimpinguare ulteriormente se non si vuole rischiare il collasso nelle strutture. E’ del tutto evidente che il sistema sanitario nazionale sempre più in sofferenza per le risorse umane ed economiche insufficienti necessita di interventi immediati.  Auspicabile sul piano pratico l’incremento dei concorsi pubblici nelle aziende sanitarie per l’assunzione a tempo indeterminato delle figure necessarie all’assistenza e la cura delle persone. A partire dall’inserimento di più specialisti in campo sanitario. Bisogna aumentare i contratti di specializzazione tenendo conto del reale fabbisogno nei prossimi anni. 
Zingaretti e D’Amato, da un paio di anni a questa parte si sono riempiti la bocca dei grandi successi della campagna vaccinale. Ma i problemi nelle strutture ospedaliera restano e manca una rete sanitaria territoriale all’altezza. Purtroppo neanche la programmazione sanitaria sia con il Pnrr sia con il bilancio regionale colmerà le profonde lacune della sanità di prossimità. A conti fatti servono urgentemente migliaia di assunzioni. Altrimenti, il servizio sanitario non potrà vincere le sue tre grandi sfide: l’emergenza pandemica; la riduzione delle liste di attesa e il miglioramento della sanità territoriale.

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