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L’ascesa di Procaccini: da Terracina a Bruxelles. Prossima tappa la Regione? Fratelli d’Italia a Latina prepara il grande salto

Marco Battistini
icola Procaccini è diventato parlamentare europeo dopo due mandati da sindaco nella sua Terracina. E’ stato autore di un libro molto indicativo del lavoro compiuto in quegli anni: “Il crack di Terracina”, relativo al problema del dissesto finanziario della cittadina del litorale pontino
Maggio 26, 2022
Nicola Procaccini

Il suo nome circola da tempo, almeno un anno, tra i possibili candidati del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio. Pur agendo a fari spenti, Nicola Procaccini, sta riscuotendo notevoli apprezzamenti a Bruxelles come a Roma.

E’ certamente una delle figure più competenti del partito della Meloni e la sua lenta quanto inesorabile ascesa sorprende fino ad un certo punto. Nicola Procaccini è diventato parlamentare europeo dopo due mandati da sindaco nella sua Terracina. E’ stato autore di un libro molto indicativo del lavoro compiuto in quegli anni: “Il crack di Terracina”, relativo al problema del dissesto finanziario della cittadina del litorale pontino.

Procaccini è presidente della Delegazione parlamentare che cura i rapporti tra l’Unione Europea e le nazioni del Sud Asia: è in quel luogo democratico che si batte per difendere i diritti delle minoranze cristiane e i diritti di libertà in generale, in contesti internazionali molto difficili.
Presso il Parlamento Europeo dal 26 gennaio 2022 è membro della Commissione ENVI – Ambiente, Sanità pubblica e sicurezza alimentare la più partecipata dell’intero emiciclo.
È stato membro della Commissione LIBE – Libertà civili, Giustizia e Affari interni, all’interno della quale ha ricoperto l’incarico di coordinatore per il Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR).

È membro supplente della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale.
Un altro punto essenziale della visione dell’ex sindaco di Terracina riguarda il Made in Italy: sin dall’inizio del mandato, Procaccini è in campo per tutelare i prodotti italiani, in specie quelli alimentari, da quello che percepisce come un assalto sopra istituzionale alle nostre migliori qualità.

ALL’OMBRA DI GIORGIA MELONI

L’europarlamentare è stato il portavoce del leader di Fdi ai tempi del Ministero della Gioventù e della Vicepresidenza della Camera, oltre che spin doctor della Meloni delle origini.
Ma Nicola Procaccini è partito dal basso, iniziando a fare politica come militante del Fronte della Gioventù, per poi aderire ad Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale, di cui diventa dirigente nazionale.

La sua attività politica negli anni universitari si divide tra l’organizzazione universitaria della destra e l’elezione, a soli 21 anni, a consigliere comunale di Terracina, dove è fra i banchi dell’opposizione.
Dopo gli anni della vicinanza a Giorgia Meloni, nel 2011 si candida a sindaco di Terracina, risultando il candidato più votato al primo turno con il 44,78%, accedendo al ballottaggio col candidato di centro-sinistra Gianfranco Sciscione (21,71%). Al ballottaggio viene eletto sindaco di Terracina con il 52,85%, contro il 47,14 del suo avversario. Sempre nel 2011 entra a far parte del Popolo della Libertà. Con la sospensione del PdL nel 2013, aderisce a Fratelli d’Italia.

Il 6 maggio 2015 Procaccini decade dalla carica di sindaco di Terracina a seguito delle dimissioni di 13 consiglieri comunali che lo hanno sfiduciato. L’anno successivo Procaccini si ripresenta come candidato a sindaco e nel primo turno riceve il 36,55% dei consensi, contro il 30% del suo avversario Gianluca Corradini, accedendo al ballottaggio. Il 21 giugno viene rieletto sindaco di Terracina col 63,09% dei consensi, contro il 36,91% del suo avversario.
Alle Elezioni europee del 2019 si candida con Fratelli d’Italia al Parlamento europeo nella circoscrizione Italia Centrale, risultando il primo dei non eletti con 45.331 preferenze. Entra nel Parlamento Europeo a seguito della rinuncia del seggio proprio da parte di Giorgia Meloni. A Terracina il suo posto da sindaco lo lascia a Roberta Tintari.

FRATELLI D’ITALIA, IL PARTITO FRA CRESCITA E SALTO DI QUALITA’

In attesa di capire se il nome di Procaccini sarà davvero in campo per le Regionali, Fratelli d’Italia si appresta a vivere la stagione più emozionante: quella del raccolto dei frutti. In provincia di Latina l’asse di ferro Procaccini-Calandrini appare ben saldo. Europarlamentare e senatore sono le due figure locali destinate a recitare un ruolo importante in chiave nazionale. Saranno anche centrali in vista delle scelte che si dovranno fare con l’avvicinarsi della campagna elettorale regionale.
Il problema che si intravede all’orizzonte è quello tipico dei partiti con il vento in poppa, ovvero la gestione del successo. Soprattutto dopo che l’ultimo sondaggio ha stimato Fratelli d’Italia al 27% su scala regionale, non sarà facile contenere gli ‘appetiti’ di molti ambiziosi consiglieri e ‘satrapi’ locali.
E bisognerà tener conto degli equilibri interni sempre complessi che la fase elettorale metterà a dura prova.

Di certo dentro FdI si vorrà evitare quanto accaduto alle Europee 2019, quando proprio Nicola Procaccini, venne eletto con un fiume di consensi, oltre 40.000 voti. E nonostante dentro Fratelli d’Italia, almeno in terra pontina, non tutti abbiano remato nella sua stessa direzione.
C’era il fronte retto da Calandrini, che ha appoggiato Procaccini, ed Enrico Tiero che invece sosteneva Roberta Angelilli, autorevole europarlamentare per quattro mandati consecutivi, dal 1994 al 2014.
Non va dimenticato inoltre il percorso politico personale di Enrico Tiero, diventato vicesegretario regionale di FdI, dopo aver lasciato Cuori Italiani, il mini partito di Gaetano Quagliariello.
“Fratone” così viene chiamato, è considerato un corpo estraneo alla famiglia storica di Fratelli d’Italia. In particolare Tiero e Calandrini si sono sempre rispettati ma mai amati, anche quando militavano insieme in Forza Italia. Per ragioni legate all’ambizione politica personale di entrambi. Un aspetto fisiologico e presente in tutti i grandi partiti.

La crescita esponenziale e la prospettiva di diventare la prima forza in Italia, nel Lazio e in provincia di Latina, impone a Fratelli d’Italia di mettere da parte liti e incomprensioni del passato, per concentrarsi sul nuovo ruolo di partito faro dello schieramento conservatore e moderato, nonché di forza di governo. Perché è sulla capacità di governo (innanzitutto locale) che si misurerà lo spessore della classe dirigente pontina di FdI.

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