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La solitudine dei numeri uno: il destino comune di Mastrangeli e Di Stefano

Massimo Pizzuti
Gennaio 10, 2024
Luca Di Stefano e Riccardo Mastrangeli

Si chiama “Comitato per la crescita e lo sviluppo sostenibile”: il presidente della Provincia Luca Di Stefano ha annunciato ieri l’istituzione di questo nuovo organismo attraverso un decreto. Ne faranno parte associazioni di categoria, sindacati e forze produttive che hanno sottoscritto l’accordo programmatico di novembre. Stiamo parlando della risposta del territorio alle sollecitazioni del Governatore Francesco Rocca in occasione della celebrazione degli Stati Generali dell’economia. Si tratta adesso di riempire di contenuti questo tipo di proposta. Non sarà una passeggiata. Di Stefano ha poi fatto riferimento alla Casa dei Comuni, percorso già tracciato dal suo predecessore Antonio Pompeo. Ha detto Luca Di Stefano: “Già numerosi gli enti locali a cui, attraverso i nostri uffici, stiamo fornendo l’assistenza e le professionalità che ci vengono richieste, in quei settori dove hanno carenza di personale”. Anche in questo caso le intenzioni sono lodevoli, poi però si tratterà di capire quello che realmente potrà essere realizzato.

I dodici consiglieri provinciali eletti il 22 dicembre sono tutti amministratori esperti, che conoscono le problematicità del territorio e i meccanismi. Il problema sta nel fatto che dal 2014 le Province sono state ridimensionate: sul piano della rappresentanza, delle competenze e delle risorse disponibili. La riforma Del Rio, bocciata anche dal referendum di qualche anno dopo, è rimasta in vigore. Hanno ragione tutti a sottolineare che le Province sono enti centrali e di rilevanza costituzionale. L’inghippo sta nel fatto che quando si prova a reintrodurre il sistema precedente c’è sempre qualche ostacolo insormontabile. E’ un tema di livello nazionale che andrebbe affrontato in Parlamento in tempi ridottissimi. Fin quando non verrà individuato un percorso operativo e celere, non sarà possibile compiere il salto definitivo. Siccome Politica7 è abituata ad andare controcorrente, allora deve essere chiaro che la Provincia di Frosinone diventa centrale esclusivamente quando si deve votare. Perché interessa ai partiti fare il punto della situazione sul carisma dei leader e sul numero (e l’affidabilità) dei sindaci e dei consiglieri comunali di riferimento. Passata quella fase, c’è poco da inventarsi: le competenze vere le ha soltanto il presidente. Il quale dal canto suo deve ancora comprendere bene che sarebbe importante ritagliarsi uno spazio più adeguato per l’Ente provincia. Che, tra i suoi impegni, nella percezione comune sembra essere messo in subordine rispetto alle incombenze del ruolo di primo cittadino di Sora. 

SE LA STRATEGIA DI MASTRANGELI FOSSE QUELLA GIUSTA?

Alla fine la strategia di Riccardo Mastrangeli potrebbe essere quella giusta. Andare dietro alle questioni che si aprono all’interno della maggioranza di centrodestra è inutile. Vedremo se in consiglio comunale ci saranno consiglieri che faranno mancare il loro sostegno uscendo allo scoperto. Dubitiamo, anche perché finora i numeri ci sono sempre stati. In realtà occorrerebbero due novità evidenti per il nuovo anno. Intanto una maggiore operatività di molti degli assessori, che preferiscono “nascondersi” dietro il sindaco e che faticano ad assumere l’iniziativa. In secondo luogo sarebbe importante che nella maggioranza si facessero proposte alternative dopo aver avanzato critiche su tutto. Questo invece non succede e alla fine le polemiche si susseguono senza arrivare mai ad una soluzione. Con le europee alle porte ci sarà un pressing enorme dei partiti su tutti i consiglieri e gli assessori, con l’unico obiettivo di assicurarsi voti e preferenze. In fondo è quello che si verifica da diversi anni. Perciò Mastrangeli preferisce andare avanti comunque con il programma amministrativo. I cantieri aperti (Largo Turriziani, Piloni di via De Gasperi, riqualificazione di piazzale Kambo) sono in ogni caso un evidente segnale di un’impostazione programmatica che va avanti. Più tutto il resto che riguarda il futuro Piano urbano della mobilità sostenibile. Certo qualche errore è stato commesso e le contestazioni non sono mai mancate, però ad ogni appuntamento decisivo nessuno ha avuto il coraggio di sfilarsi davvero. Infine, l’opposizione non ha alcun interesse ad andare a elezioni anticipate.

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