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La Roma-Latina e il termovalorizzatore di Santa Palomba nel ‘ricatto’ del M5S al Pd. Ma l’alleanza è possibile solo con Fassina o Marino 

Marco Battistini
Ma la chiusura della legislatura alla Pisana non è monopolizzata solo dal collegato al bilancio. In giunta si lavora alle ultime nomine.
Ottobre 29, 2022

Il centrosinistra ed il Pd in particolare è ormai sotto ricatto del M5S. Sono i pentastellati a condurre le danze in questa fase, ponendo di fatto veti e lanciando input eloquenti all’indirizzo dei dem. No al termovalorizzatore, no alla Roma-Latina. Solo su queste basi si può ragionare in termini di alleanza alle regionali. Il Pd di Roma e del Lazio vuole a tutti i costi l’alleanza con il M5S. Monica Cirinnà sarebbe arrivata a chiedere a Zingaretti di ritardare le sue dimissioni in modo da avere più tempo per sancire l’alleanza. Il governatore, eletto a Montecitorio ha però già preso una decisione. I ruoli di deputato e governatore sono incompatibili e Zingaretti ha già deciso che si dimetterà non appena sarà approvato dal consiglio regionale il collegato di bilancio. Andare oltre, seppure possibile, presterebbe il fianco a polemiche alle quali sarebbe difficile replicare. 

ATTESA PER IL 4 NOVEMBRE

“La data delle mie dimissioni da governatore? C’è un iter legislativo in corso in Aula, noi abbiamo un obiettivo”, che è quello di approvare il collegato di bilancio il 3 novembre, “e lo perseguiamo ma chiaramente dipende dal dibattito consiliare. Come abbiamo detto stiamo rispettando i patti, c’è un bellissimo collegato che rappresenterà una svolta per la Capitale. Immediatamente dopo firmerò le dimissioni e si aprirà il percorso per andare al voto, che credibilmente potrebbe essere nella prima settimana di febbraio”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio e neo deputato del Pd, Nicola Zingaretti, a margine dell’inaugurazione di un parco fluviale a Roma. Alla domanda se avesse ricevuto formale comunicazione di incompatibilità dalla Giunta delle elezioni dopo il suo ingresso alla Camera, Zingaretti ha risposto “no, ma il percorso che mi riguarda avrà i suoi tempi con la Camera. Qui parliamo di rispettare un impegno politico preso con la maggioranza e l’opposizione. Io credo che avendo scelto l’opzione del parlamentare, sia giusto dare alla Regione un mese prima della scadenza naturale, la possibilità di avviare un percorso democratico che coinvolga le persone”. Per il presidente “la cosa importante è che questo decennio si chiude con un atto legislativo importantissimo e strategico per la nostra economia e per il futuro del territorio”.

LA STRATEGIA DEL RICATTO

Un pezzo di 5 stelle locale è favorevole all’intesa,  Giuseppe Conte meno. A convincerlo ci sta provando Goffredo Bettini. Dietro a questa ipotetica alleanza però si nasconde un grande rischio. Perché infatti Conte dovrebbe acconsentire a un accordo che rischia di frenare la crescita del suo partito? Per di più senza la garanzia di vincere o di esprimere il candidato. Anche se una parte della base grillina, a partire dall’assessora della giunta rossogialla laziale, Roberta Lombardi lo chiede. “Le alleanze vanno decise dai territori e non calate dall’alto” per Conte sarebbe un rischio. Per accettare il presidente grillino potrebbe chiedere qualcosa in cambio. E allora perché non proprio la cosa che ha creato la prima insanabile frattura tra dem e M5s, il principio della crisi del governo Draghi: il termovalorizzatore che il sindaco di Roberto Gualtieri vuole realizzare per portare Roma fuori dall’emergenza rifiuti. Dopo cinque anni di inerzia totale a causa dello scaricabarile tra la Regione Pd e il Campidoglio a 5 stelle, i due partiti farebbero un nuovo ed enorme torto alla città.

Pur da un’angolatura differente, anche Roberta Lombardi ha lanciato un segnale agli alleati, ribadendo la sua opposizione al progetto del Corridoio Roma-Latina.

“L’autostrada Roma-Latina? E’ da considerarsi ‘l’inceneritore delle strade’, nel senso che è un progetto di 30 anni fa che ora non ha più senso: il concetto di mobilità era individuale e su gomma, avevi facilità di approvvigionamento petrolifero e poco importava dell’ambiente -ha affermato l’assessore regionale alla Transizione ecologica- Il mondo però è cambiato e bisogna pensare a una mobilità collettiva su ferro, sostenibile e necessaria. Che sia al passo anche con i cambiamenti legati ai flussi di spostamento delle persone. Per fortuna in Regione potremo rifare la progettazione. Dobbiamo adeguare la Pontina e metterla in sicurezza e poi realizzare una metro leggera di superficie per i pendolari che si devono poter muovere quando è necessario, non certo per andare a svolgere in un altro luogo un lavoro che possono fare tranquillamente a casa con la stessa strumentazione e nella stessa stanza”. 

Difficile poter immaginare un allineamento del Pd su questa posizione. L’impressione è che se proprio l’alleanza si farà, il Pd sarà obbligato a cedere la presidenza ad un uomo vicino al M5S. In ballo ci sarebbe Stefano Fassina, ma soprattutto, udite, udite, Ignazio Marino, il sindaco di Roma fatto ‘accoltellare’ dai renziani 7 anni fa.

NOMINE SANITA’

Ma la chiusura della legislatura alla Pisana non è monopolizzata solo dal collegato al bilancio. In giunta si lavora alle ultime nomine. Tra le mosse più recenti, quella di spostare la dg di Viterbo, Daniela Donetti, al S.Andrea e di confermare a Tivoli Giorgio Santonocito. Ci si interroga su chi andrà a fare il manager a Viterbo e soprattutto alla Asl Roma 1. Secondo le ultime indiscrezioni nella Tuscia potrebbe andare Marina Cerimele, oggi Dg all’Ifo. Per la Roma 1 la partita è apertissima. I nomi che circolano sono quelli di Ferdinando Romano, Roberto Testa, Isabella Mastrobuono e soprattutto Vitaliano De Salazar, manager della sanità di vecchia data che forse è il più indicato a ricoprire un ruolo apicale nell’azienda sanitaria principale della Capitale.

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