Da tre anni il Lazio non riesce ad utilizzare gli oltre 4 milioni di euro che il Dipartimento nazionale della Protezione civile ha assegnato alla Regione quale finanziamento per la Colonna mobile regionale.
Il rischio è che, con il trascorrere del tempo, quel contributo possa essere revocato dalla struttura della Presidenza del consiglio dei ministri.
La Colonna mobile regionale è la struttura di pronto impiego della Regione, composta da tutte le associazioni che hanno compiti di volontariato di protezione civile e che hanno una sede all’interno del territorio della regione. È, in sintesi, la struttura materiale che si mobilità in caso di necessità o emergenza.
La situazione di stallo, nell’impiego delle risorse assegnate, sarebbe causata dalle tensioni ed incomprensioni che si starebbero generando a causa delle modalità di gestione finora scelte dalla direzione dell’Agenzia regionale di Protezione civile del Lazio.
L’Agenzia, infatti, non dando ancora attuazione alle norme legislative e regolamentari che prevedono un sistema elettivo per la composizione della Consulta dei rappresentanti del mondo del volontariato, prosegue invece con nomine dirette del Comitato tecnico consultivo, organismo che svolge ‘transitoriamente’ le funzioni della Consulta. Una gestione, a tratti convulsa e molto agitata, con continue azioni di sfiducia da parte dei componenti del Comitato verso la dirigenza, in una situazione in cui tutti sembrano essere contro tutti e soprattutto in disaccordo sulle modalità da attuare per la gestione dei servizi.
Un quadro molto confuso, come denunciato dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera, con una lunga interrogazione consegnata al presidente dell’Assemblea regionale e rivolta al governatore Nicola Zingaretti e all’assessore competente con cui si chiede quali siano i motivi che hanno finora impedito l’emissione dei bandi per l’utilizzo dei 4,2 milioni di euro, destinati al finanziamento della Colonna mobile regionale, visto il forte rischio di revoca del contributo medesimo.
A Zingaretti, Ghera chiede anche di conoscere i motivi che finora hanno impedito la costituzione della Consulta del Volontariato, come prevista dal codice della protezione civile e dalla relativa legge regionale e quali siano i criteri adottati invece dal direttore dell’Agenzia regionale per la nomina dei presidenti dei coordinamenti anziché procedere attraverso elezioni ‘democratiche’ come previsto dalla normativa.
Ma i problemi nella gestione delle risorse da parte dell’Agenzia regione di protezione civile sarebbero anche altre, sempre denunciate nell’atto ispettivo depositato da Ghera.
Le associazioni di protezione civile e le organizzazioni di volontariato che operano nello stesso settore sarebbero infatti ancora in attesa dei rimborsi dovuti per le spese sostenute durante l’emergenza Covid-19. Le stesse avrebbero ricevuto solo un acconto ad agosto di due anni fa e poi più nulla, nonostante la Regione Lazio abbia ricevuto 5 milioni di euro dal dipartimento nazionale della protezione civile per tale incombenza.
Inoltre, per ragioni su cui oggi Ghera chiede a Zingaretti di fare chiarezza, sarebbe stato deciso di abbattere del 30% il finanziamento (attraverso bandi e convenzioni) per le associazioni di protezione civile non iscritte a nessun coordinamento. Scelta che non sembra essere ricompresa in alcun provvedimento normativo.