Massimo Giletti, beato lui, è un uomo estremamente libero. Ha sempre avuto la possibilità di scegliere. Come ha raccontato nell’intervista di ieri al Corriere della Sera. Decidendo di non impegnarsi nell’importante azienda di famiglia (storica produttrice di filati, nel biellese) per dedicarsi alla televisione. E potrebbe ora essere in procinto di compiere un’altra scelta di vita. Quella di abbandonare il piccolo schermo per passare a recitare un ruolo da protagonista in politica. E che ruolo. Quello di presidente di Regione.
Negli ambienti di centrodestra questa opzione fino a qualche giorno fa veniva data per superata. La disponibilità del conduttore de “L’Arena”, che potrebbe contenere tra le righe oltre ad una “disponibilità” anche un messaggio ai naviganti di centrodestra, oltre a riaprire i giochi spariglia le carte. E lo fa a pochi giorni dal sondaggio Ghisleri per Adn/Kronos che vede la coalizione di centrosinistra in vantaggio e il nome dell’assessore alla sanità D’Amato come candidato più forte. Costringerà dapprima ad una riflessione approfondita gli alleati di centrodestra ma probabilmente determinerà un cambio di rotta anche nel Campo Largo. Riaprendo la partita sulla scelta di una proposta che abbia una caratura e un profilo, a livello di popolarità, più nazionale che locale.
D’altronde la storia recente delle elezioni dimostra che la televisione e il “nome” popolare contano davvero molto e possono stravolgere qualunque tipo di equilibrio e sondaggio.
Oggi Giorgia Meloni al Parco del Matusa
Ma prima delle regionali c’è da chiudere la partita Frosinone. Dove il centrodestra parte con i favori del pronostico per continuare ad amministrare la città dopo i dieci anni di Nicola Ottaviani.
La lista più forte tra quelle che che sosterranno Riccardo Mastrangeli sembra essere (insieme a quella del sindaco uscente) quella di Fratelli d’Italia che punta a conquistare la guida politica della coalizione. L’arrivo di Giorgia Meloni è un riconoscimento al grande lavoro svolto dal presidente cittadino Fabio Tagliaferri e dal senatore Massimo Ruspandini con il duplice obiettivo di rafforzare il partito a Frosinone (e la relativa rappresentanza consiliare) e di contribuire all’affermazione del candidato sindaco Riccardo Mastrangeli.
Proprio con quest’ultimo pare sia iniziata una nuova stagione della coalizione di centrodestra nel capoluogo con un rinnovato equilibrio tra le forze in campo basato sulla collaborazione e sul confronto. La Meloni arriva a Frosinone subito dopo il successo della convention di Milano di due settimane fa e nella settimana in cui il sondaggio Adn/Kronos di cui abbiamo parlato sopra vede primeggiare Fratelli d’Italia nel Lazio con il 27%.
Nubi “fioritiane” sul futuro di Natalia
Se lo slogan politico più famoso dei primi anni 2000 rimane sicuramente “Il futuro è Fiorito” (con la margherita presa in prestito dal marchio Guru, di moda in quei tempi) oggi evocando la parola futuro in riferimento a Natalia invece delle margherite vengono fuori delle grosse nubi grigie cariche di pioggia. E ancora una volta, trovandoci ad Anagni, viene fuori in tutta la sua “stazza” l’istrionico ex-consigliere regionale che in qualche modo ha segnato, con la sua vicenda giudiziaria, la fine di un’epoca politica.
Nei giorni scorsi infatti l’amministrazione della città dei Papi, subito dopo l’approvazione del consuntivo e a qualche settimana dall’approvazione del conto di previsione ha perso proprio l’assessore al bilancio: Giuseppe De Luca. I rumors, visto che De Luca è espressione di una lista civica rappresentata in consiglio da Magno D’Angeli parlano di un avvicinamento di questa formazione a Franco Fiorito e della volontà di quest’ultimo di candidare alla successione di Natalia, mettendo su una nuova coalizione, proprio l’assessore dimissionario.
Non deve ingannare il fatto che in questo momento i numeri dal punto di vista maggioranza-opposizione diano ragione all’attuale Sindaco. La realtà è che nessuno (soprattutto in minoranza) sia interessato ad una chiusura anticipata dalla consiliatura ma Daniele Natalia da oggi in poi avrà una bella gatta da pelare per evitare che l’iniziativa di Fiorito vada in profondità con il rischio che mini definitivamente la possibilità per lui e i suoi alleati di una ricandidatura con qualche possibilità di successo.