Anche i piccoli Comuni possono ambire alla guida dell’Ato 4. Fratelli d’Italia non ha mai nascosto di vedere positivamente questa soluzione. Viene dunque avallata la proposta avanzata dal Comune di Latina, che punta ad una modifica dello Statuto dell’Ato 4. Si prevede nello specifico, la possibilità di eleggere in seno all’assemblea dei sindaci il presidente, attualmente individuato nella persona del massimo rappresentante della Provincia. In sostanza si permetterebbe in questo modo, anche ai sindaci dei piccoli Comuni, di poter aspirare alla presidenza dell’Ato 4. Non è un mistero che diversi amministratori locali anche nel recente passato abbiano sottolineato come sul sistema idrico integrato andasse esercitata da parte della presidenza dell’Ato 4 un’azione di monitoraggio più attenta in relazione alla gestione del servizio.
SCELTA AMPIA
Ci sarebbe in questo modo una grande apertura di credito ai sindaci dei piccoli centri. Gli si offre di fatto la possibilità di guidare l’Ato 4 ed indirizzare le politiche sul sistema idrico integrato. Il Comune di Latina ha avanzato la richiesta di creare un gruppo di lavoro, volto a facilitare un dialogo costruttivo sulle modifiche allo Statuto dell’Ato. Una posizione conciliante e ragionata, partendo dal presupposto che le decisioni sulla struttura formale dello Statuto in ordine al tema della rappresentanza debbano essere discusse e condivise da tutti i sindaci del bacino idrico, come vorrebbe una prassi corretta quando c’è di mezzo una ‘carta costituzionale, come è nel caso in questione. L’obiettivo politico di fondo è quello di avviare l’operazione di indebolimento del presidente della Provincia Gerardo Stefanelli. Alla guida dell’Ato 4 non ha mai voluto andare contro gli interessi del gestore idrico e soprattutto sono in tanti a contestargli una mancanza di adeguato controllo sulla gestione del servizio idrico. Claudio Fazzone è stato il suo principale sponsor politico nell’elezione a presidente della Provincia. Ma il senatore sa che in questa fase non può permettersi contrasti con il resto della coalizione che governa il Paese, la Regione ed i principali centri della provincia pontina. Un eventuale ‘salvagente’ inviato a Stefanelli non sarebbe ben visto da FdI e Lega, unite nell’intento di cambiare indirizzo e governance del settore idrico pontino.
DATI CHOC
Quello di Latina è tra i capoluoghi di provincia dove la dispersione di acqua raggiunge le percentuali più alte, non solo nel Lazio ma in tutto il Paese, mentre la spesa annuale nel 2022 è cresciuta di circa l’8%. Sono solo alcuni dei dati emersi dal 18° Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. Nel report vengono prese in esame le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani in riferimento a una famiglia tipo composta da 3 persone con un consumo annuo di 192 metri cubi e considerando anche un uso più consapevole e razionale di acqua, che è stato quantizzato in 150 mc. Per quanto riguarda il Lazio è di 579 euro la cifra spesa per la bolletta idrica da una famiglia con un consumo di 192 mc l’anno, (al di sopra dei 487 euro della media nazionale), e un incremento del 5,5% rispetto al 2021; un dato che con un po’ più di attenzione scende a 433 euro se si considera un consumo di 150 mc. Frosinone resta in testa alla classifica dei capoluoghi più cari con una spesa media annuale di 883 euro, nel primo caso e di 626 euro (con un +4,3% in un anno) nel secondo caso. Subito dietro c’è Latina dove una famiglia ha pagato di media per la bolletta idrica circa 593 euro con un consumo di 192 mc e 472 euro per un consumo di 150 mc, in questo ultimo caso tra le 10 spese più alte in tutto il Paese. In entrambe le situazioni ipotizzate la crescita rispetto al 2021 è stata dell’8%.