Che la nuova legge regionale di contrasto alla ludopatia – approvata appena un anno fa il 29 luglio 2022 – avesse più di qualche problema, lo avevamo già segnalato (leggi qui: https://www.politica7.it/slot-machine-ecco-le-nuove-regole-della-regione-lazio-che-faranno-impazzire-titolari-e-clienti/).
Le nuove regole decise dalla Regione Lazio – all’epoca a trazione Pd-M5S – in merito a tempi di gioco, durata delle partite, orari di apertura del gioco, spazi da destinare alle macchinette di intrattenimento, distanze obbligatorie tra i vari apparati, necessità di collocare un orologio (di almeno 35 cm di diametro) ben visibile nelle sale da gioco per permettere ai giocatori di rendersi conto del tempo trascorso davanti alle slot-machine (che tra l’altro non abbiamo mai visto da nessuna parte) erano apparse subito se non proprio di facile attuazione, anche in palese contrasto con la normativa nazione del settore e soprattutto – per quel che riguarda l’obbligo di far durare ogni partita almeno 30 minuti – inattuabili visto che sarebbe necessario ‘manomettere’ il software di gioco che per legge (nazionale) è compilato diversamente.
Ora, a segnalare l’inattuabilità della normativa del Lazio, è anche l’Assotrattenimento (As.Tro), associazione che riunisce e rappresenta gli operatori del settori di gioco, che hanno chiesto ed ottenuto di incontrare il governatore del Lazio, Francesco Rocca, per confrontarsi su tutte le criticità insorte dopo il varo della nuova legge regionale contro la ludopatia entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno.
L’As.Tro. ha illustrato al governatore Rocca le difficoltà incontrate nell’adeguare il gioco alle prescrizioni regionali. L’associazione – nello specifico – ha sottolineato che la riduzione della frequenza delle singole giocate a non più di una ogni trenta secondi, prevista dalla legge regionale, è una norma inapplicabile perché i proprietari degli apparecchi o i titolari degli esercizi presso cui sono collocati non possono modificare autonomamente le funzionalità tecniche (software e hardware) che regolano la frequenza delle giocate in quanto gli apparecchi attualmente esistenti sono fabbricati e omologati sulla base di regole tecniche di esclusiva competenza statale: ogni modifica, infatti, deve essere sottoposta – per il tramite del Governo – alla procedura di approvazione in sede UE, prevista dalla Direttiva europea 2015/1535 e, a livello nazionale dal D.lgs.223/2017.
Senza una modifica di questa norma, gli operatori potrebbero incorrere in pesanti sanzioni per l’asserita violazione di una norma inapplicabile. Mentre non modificando tali meccanismi rischiano la multa (fino a 5mila euro) per violazione della legge regionale.
“Anche la separazione degli spazi nelle sale dove l’unica attività svolta consiste nell’offerta di gioco lecito non avrebbe senso – fanno notare da As.Tro. -: sarebbe necessario un intervento che chiarisca come interpretare la norma, che dovrebbe prevedere la separazione degli spazi nei soli locali generalisti.
Per quanto riguarda, invece, il distanziamento tra gli apparecchi, la prescrizione dovrebbe considerarsi meramente ricognitiva (quindi non integrativa o sostitutiva) di quella già prevista nel Decreto Direttoriale dell’ADM del 27 luglio 2011, che all’art. 4 già prevede che “condizione minima di installabilità degli apparecchi consiste nella riserva per ciascun apparecchio di una superficie di ingombro pari almeno a 2 metri quadrati”.
Al termine dell’incontro – a cui hanno partecipato il presidente As.Tro Massimiliano Pucci, il dott. Claudio Bianchella ed i consiglieri Antonio Ceraglia e Danilo Ruffini -, il presidente Rocca ha assicurato che valuterà approfonditamente tutte le problematiche evidenziate da Astro.