Nessun rimpasto prima di settembre. Forza Italia spinge a tutti i livelli per un cambio della squadra di governo regionale, ma al momento non riceve risposte positive. FdI non appare interessata alla richiesta ed i suoi big sono fortemente impegnata in una campagna elettorale europea che servirà a definire i rapporti di forza interni al partito. Del resto lo stesso governatore Francesco Rocca ha fatto intendere che la prima condizione per poter discutere della richiesta avanzata da Fazzone, sia legata all’esito del voto dell’8 e 9 giugno.
DURIGON AVVERTE
Chi evita polemiche ma marca la distanza con FI è Claudio Durigon. Il sottosegretario al Lavoro ha lanciato un avvertimento a FI, senza utilizzare toni polemici, ma lasciando intendere che la Lega si opporrà a richieste pretestuose nei confronti del presidente Rocca. “E’ andato via Pino Cangemi per ragioni personali che io ed il partito rispettiamo -ha affermato Durigon- ma non è possibile chiedere la luna se si sposta all’interno di una forza politica della stessa maggioranza un consigliere regionale. E’ una questione di metodo. Nei giorni scorsi un consigliere della regione Calabria eletto nella lista di Forza Italia ha deciso di aderire alla Lega. Non ho fatto nessuna conferenza stampa e tantomeno la Lega non ha chiesto al presidente di quella Regione, peraltro di Forza Italia, di modificare l’assetto della sua Giunta. Non ci ho mai pensato perché non avrebbe senso farlo”.
L’IPOTESI PIU’ PROBABILE
Forza Italia mira a puntellare le proprie posizioni sia in termini di governo che di sottogoverno regionale. La componente romana è quella che esce maggiormente rafforzata dalla campagna acquisti che da mesi viene condotta in Pisana. L’unico innesto pontino (e fazzoniano) è quello di Angelo Tripodi. Il resto dei ‘nuovi’ sono tutti vicini al duo Tajani-Simeoni. Dal fronte azzurro romano non sembra manifestarsi una fretta eccessiva in chiave rimpasto. Almeno fino al prossimo autunno non dovrebbe essere chiesto ufficialmente. Semmai FI potrebbe lavorare su un riassetto del potere amministrativo, comprendendo eventualmente un rafforzamento del ‘peso’ in Consiglio regionale e quindi nelle stesse commissioni permanenti, così come non è da escludere possibili nomine vicine agli azzurri nei posti di comando di Asl ed altri enti collegati alla Regione.
