informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

La difficile successione a Papa Bergoglio e il ruolo di Trump

Massimo Pizzuti
Francesco è stato il Pontefice di tante prime volte, ha usato un linguaggio singolare e, a tratti, rivoluzionario. Non sopportava né i potenti né l’Occidente. E questo, da noi, ha prodotto una crisi di consenso nei confronti del cattolicesimo. Si apre una fase di difficile successione e non è affatto detto che la stragrande maggioranza degli elettori (da lui nominati) elegga un successore che vada nella stessa direzione.
Aprile 22, 2025

Il primo Papa sudamericano, il primo Gesuita, il primo a scegliere il nome Francesco, il Santo di Assisi, che ricordiamolo, era il paladino (rivoluzionario) della povertà, ma anche dall’ambiente.
Il Pontificato di Bergoglio ha visto tante prime volte. Per esempio la convivenza con Benedetto XVI, il Papa emerito agli antipodi di Francesco. Bergoglio è stato il Papa delle prese di posizione forti, inaspettate, dure. Perfino in contropiede. Senza troppi riguardi, soprattutto nei confronti della Curia Vaticana e dei potenti del mondo.
Fra le tante, resteranno due immagini. Era il 4 ottobre 2013 quando si recò ad Assisi, sulla tomba del Santo che tanto ammirava. Solo che il giorno prima c’era stato il naufragio a Lampedusa: 368 migranti morti. L’omelia si trasformò in un anatema, Bergoglio si scagliò contro l’Occidente (che ha sempre osteggiato), i suoi egoismi, il suo cinismo, il suo disinteresse, la sua mancanza di valori. Fu un discorso di svolta perché si capì che quella sarebbe stata l’impronta del suo pontificato. E che ha prodotto, un certo distacco, un calo dei fedeli e un rapporto mai paragonabile, ad esempio, a quello instauratosi, tra l’Europa e Giovanni Paolo II.
Poi c’è l’immagine storica e simbolo stesso degli anni di Papa Francesco al vertice della Chiesa cattolica. Era il 27 marzo 2020: lui si recò in una piazza San Pietro vuota (la pandemia da Covid era nella sua fase più cruenta). In silenzio e sotto la pioggia impartì la benedizione Urbi et Orbi. Un messaggio potentissimo durante il lockdown, una preghiera di Pasqua che diventa la richiesta a Dio “a non lasciarci in balia delle tempesta”. E a “remare tutti insieme”.
Un Papa che ha stravolto molte tradizioni: ha alloggiato nella stanza più “semplice” di Santa Marta, mai nel Palazzo Apostolico, simbolo secolare del potere della Chiesa. Ha indossato l’anello “piscatorio” soltanto in pochissime occasioni, ha preferito il legno all’oro negli ornamenti pontifici. Fuggiva dal lusso e dai privilegi, sognava la Chiesa dei poveri. Non si è mai preoccupato della forma, ha fatto saltare tutti gli schemi di un linguaggio paludato, sterile, vecchio, inadeguato.
Come dimenticare quando disse “c’è troppa frociaggine in giro”?
Non sopportava (letteralmente) i potenti del mondo: Donald Trump (ma neppure Joe Biden), Benjamin Netanyahu, Vladimir Putin. Ma è stato anche capace, senza ipocrisie, di sottolineare “l’abbaiare della Nato alle porte della Russia”.
E’ stato un Papa che ha lanciato (consapevolmente) moltissimi messaggi politici. Difficile dire cosa gli sopravviverà, la Chiesa è abituata a metabolizzare qualunque situazione, adattandosi ai tempi, come fa da oltre Duemila anni. Difficile dire chi potrà essere il suo successore. Tra i nomi che circolano ci sono il vicentino Pietro Parolin, l’ungherese Peter Erdo, il filippino Luis Antonio Tagle, lo svedese Anders Arborelius (frate carmelitano). Ma anche Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero per le Chiese orientali. E Jean Marc Aveline, la speranza francese, arcivescovo metropolita di Marsiglia. Oltre al Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa. Infine, il presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi (69 anni), il preferito da Bergoglio e dai progressisti italiani.
Donald Trump sarà ai funerali di Bergoglio. Al presidente degli Stati Uniti non dispiacerebbe affatto un Papa americano. E in questo senso si muoverà anche se ha annunciato la sua presenza ai funerali solo dopo quattro ore nelle quali aveva manifestato un certo disinteresse alla notizia. Il giorno prima di morire Bergoglio ha incontrato J.D.Vance, vicepresidente degli Stati Uniti. Il quale ha una storia particolare: si è convertito al cattolicesimo nel 2019, prima faceva parte degli ultrà religiosi “post liberal”, della galassia degli evangelici. Da anni in tanti lasciano il cattolicesimo e abbracciano la fede evangelica dura e pura. Vance ha invertito il trend e questo è straordinariamente importante per la Chiesa in questa fase. Perciò Parolin ha insistito affinchè Papa Francesco lo incontrasse, seppure per pochi minuti. La Chiesa Usa giocherà le sua carte. Con il sostegno di Trump.
A Roma i giochi per il dopo Francesco sono già iniziati.

Maggio 20, 2025

Tre anni fa, in controtendenza assoluta, Politica7 aveva segnalato un’anomalia politica tutta del Comune di Frosinone. Vale a dire un

Maggio 20, 2025

Abbiamo portato la ricerca laziale sotto i riflettori del mondo. È stato un onore per me poter intervenire all’EXPO 2025

Maggio 18, 2025

E’ stata la settimana del congresso della Cisl Lazio, conclusosi con la conferma di Enrico Coppotelli segretario. Nella “tre giorni”

Maggio 17, 2025

La campagna elettorale di Ceccano, finora molto sottotono, si infiamma per un botta e risposta tra Stefano Gizzi e Andrea

Maggio 16, 2025

Ci sono dei momenti nei quali è necessario dire le cose come stanno senza indorare la pillola e senza ipocrisie.

ULTIMI ARTICOLI