Il primo Papa sudamericano, il primo Gesuita, il primo a scegliere il nome Francesco, il Santo di Assisi, che ricordiamolo, era il paladino (rivoluzionario) della povertà, ma anche dall’ambiente.
Il Pontificato di Bergoglio ha visto tante prime volte. Per esempio la convivenza con Benedetto XVI, il Papa emerito agli antipodi di Francesco. Bergoglio è stato il Papa delle prese di posizione forti, inaspettate, dure. Perfino in contropiede. Senza troppi riguardi, soprattutto nei confronti della Curia Vaticana e dei potenti del mondo.
Fra le tante, resteranno due immagini. Era il 4 ottobre 2013 quando si recò ad Assisi, sulla tomba del Santo che tanto ammirava. Solo che il giorno prima c’era stato il naufragio a Lampedusa: 368 migranti morti. L’omelia si trasformò in un anatema, Bergoglio si scagliò contro l’Occidente (che ha sempre osteggiato), i suoi egoismi, il suo cinismo, il suo disinteresse, la sua mancanza di valori. Fu un discorso di svolta perché si capì che quella sarebbe stata l’impronta del suo pontificato. E che ha prodotto, un certo distacco, un calo dei fedeli e un rapporto mai paragonabile, ad esempio, a quello instauratosi, tra l’Europa e Giovanni Paolo II.
Poi c’è l’immagine storica e simbolo stesso degli anni di Papa Francesco al vertice della Chiesa cattolica. Era il 27 marzo 2020: lui si recò in una piazza San Pietro vuota (la pandemia da Covid era nella sua fase più cruenta). In silenzio e sotto la pioggia impartì la benedizione Urbi et Orbi. Un messaggio potentissimo durante il lockdown, una preghiera di Pasqua che diventa la richiesta a Dio “a non lasciarci in balia delle tempesta”. E a “remare tutti insieme”.
Un Papa che ha stravolto molte tradizioni: ha alloggiato nella stanza più “semplice” di Santa Marta, mai nel Palazzo Apostolico, simbolo secolare del potere della Chiesa. Ha indossato l’anello “piscatorio” soltanto in pochissime occasioni, ha preferito il legno all’oro negli ornamenti pontifici. Fuggiva dal lusso e dai privilegi, sognava la Chiesa dei poveri. Non si è mai preoccupato della forma, ha fatto saltare tutti gli schemi di un linguaggio paludato, sterile, vecchio, inadeguato.
Come dimenticare quando disse “c’è troppa frociaggine in giro”?
Non sopportava (letteralmente) i potenti del mondo: Donald Trump (ma neppure Joe Biden), Benjamin Netanyahu, Vladimir Putin. Ma è stato anche capace, senza ipocrisie, di sottolineare “l’abbaiare della Nato alle porte della Russia”.
E’ stato un Papa che ha lanciato (consapevolmente) moltissimi messaggi politici. Difficile dire cosa gli sopravviverà, la Chiesa è abituata a metabolizzare qualunque situazione, adattandosi ai tempi, come fa da oltre Duemila anni. Difficile dire chi potrà essere il suo successore. Tra i nomi che circolano ci sono il vicentino Pietro Parolin, l’ungherese Peter Erdo, il filippino Luis Antonio Tagle, lo svedese Anders Arborelius (frate carmelitano). Ma anche Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero per le Chiese orientali. E Jean Marc Aveline, la speranza francese, arcivescovo metropolita di Marsiglia. Oltre al Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa. Infine, il presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi (69 anni), il preferito da Bergoglio e dai progressisti italiani.
Donald Trump sarà ai funerali di Bergoglio. Al presidente degli Stati Uniti non dispiacerebbe affatto un Papa americano. E in questo senso si muoverà anche se ha annunciato la sua presenza ai funerali solo dopo quattro ore nelle quali aveva manifestato un certo disinteresse alla notizia. Il giorno prima di morire Bergoglio ha incontrato J.D.Vance, vicepresidente degli Stati Uniti. Il quale ha una storia particolare: si è convertito al cattolicesimo nel 2019, prima faceva parte degli ultrà religiosi “post liberal”, della galassia degli evangelici. Da anni in tanti lasciano il cattolicesimo e abbracciano la fede evangelica dura e pura. Vance ha invertito il trend e questo è straordinariamente importante per la Chiesa in questa fase. Perciò Parolin ha insistito affinchè Papa Francesco lo incontrasse, seppure per pochi minuti. La Chiesa Usa giocherà le sua carte. Con il sostegno di Trump.
A Roma i giochi per il dopo Francesco sono già iniziati.