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La clava di De Luca e il compasso di Rocca

Massimo Pizzuti
Il consiglio regionale della Campania vota sì al terzo mandato per il ruolo di Governatore, il Pd di Elly Schlein reagisce malissimo. Ma De Luca può far perdere la coalizione. Nel Lazio Francesco Rocca vuole evitare strappi che possano pregiudicare l’esito delle future elezioni. Per chiudere una verifica sempre più insidiosa ha bisogno di una soluzione politica e del senso di responsabilità dei partiti. Cosa sta succedendo.
Novembre 6, 2024

Nel giorno (e nella notte) del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, nella politica italiana c’è stata una notizia che non è sfuggita agli addetti ai lavori e che soprattutto nel Lazio è stata analizzata con attenzione.
Il consiglio regionale della Campania ha detto sì alla possibilità del terzo mandato del Governatore. Su input di Vincenzo De Luca, che in questo modo ha lanciato un guanto di sfida al suo partito, il Pd. La reazione di Elly Schlein è stata durissima: “De Luca non sarà comunque il nostro candidato alla presidenza della Regione la prossima volta”. A parte il fatto che non si capisce il perché di toni così aspri verso un esponente di partito che ha sempre portato voti e vittorie, c’è un aspetto da considerare seriamente. Se anche De Luca si candidasse da solo, riuscirebbe ad ottenere un 10% che determinerebbe la sconfitta del Campo Largo e quindi la “caduta” di una delle ultime roccaforti Democrat. Ne vale la pena? Giriamo la domanda all’intera governance del Nazareno.
Dicevamo del Lazio. In queste ore Francesco Rocca sta cercando di elaborare una proposta che chiuda una verifica di maggioranza che si protrae da tre mesi e mezzo e che sta logorando la coalizione (malgrado le smentite dovute).
Fino al febbraio 2023 il Lazio era considerata una roccaforte del centrosinistra. Poi il centrodestra l’ha conquistata. Francesco Rocca sa che eventuali “strappi” avrebbero effetti sia nel presente che nel futuro. Per questo userà fino in fondo il “compasso” per disegnare delle curve virtuose in grado di addolcire gli angoli della contrapposizione. Ma che situazione ha davanti Rocca?
Forza Italia chiede un potenziamento delle deleghe (urbanistica) e la vicepresidenza della giunta. I posti nell’esecutivo sono e resteranno due. Luisa Regimenti e Giuseppe Schiboni gli assessori. La conduzione delle trattative è nelle mani salde del senatore Claudio Fazzone, coordinatore del partito nel Lazio. A lui fa riferimento Schiboni. Mentre la Regimenti è in quota Antonio Tajani. Nel partito c’è l’area del senatore Claudio Lotito, che non vedrebbe male un ingresso nell’esecutivo di Pino Cangemi. Ma appunto i posti sono due. Quindi, o l’intero ragionamento si snoda pure sulle governance di enti intermedi e derivati oppure qualcuno un passo indietro (o di lato) dovrà effettuarlo. Il presupposto rimane in ogni caso l’attribuzione della vicepresidenza. Passaggio non scontato.
Il ruolo di vice è adesso ricoperto da Roberta Angelilli, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, che ha il gruppo più numeroso (22 consiglieri) e che soprattutto nel Lazio rappresenta il motore della coalizione. Lo si è visto alle politiche, alle regionali, alle europee. In qualunque contesto. Il deputato Paolo Trancassini, leader regionale di FdI, ha fatto presente a tutti, e in ogni sede, di non capire per quale motivo dovrebbe essere Fratelli d’Italia a farsi carico di un “sacrificio” di questa portata. Un ragionamento che muove pure dalla circostanza che non si intende penalizzare la Lega, nonostante sia rimasta con un solo consigliere. L’intenzione è di lasciare al Carroccio 2 assessorati, rispettando il risultato elettorale e le logiche di coalizione. Inevitabile la considerazione di Fratelli d’Italia: ma se un rispetto del genere viene tenuto per la Lega (che ha perso degli esponenti) perché non dovrebbe valere per noi (che siamo il traino)?
Per uscire da un tunnel del genere, nel quale ognuno ha le proprie ragioni, serve la Politica. Occorre un ragionamento nell’ottica e nello spirito della coalizione. Occorre una soluzione che tenga tutti (e tutto) insieme. Capiremo a breve se Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini diranno la loro per contribuire a sbloccare la situazione del Lazio. Di certo Francesco Rocca ufficializzerà la sua proposta soltanto se avrà la certezza che la stessa sarà accettata. Nel frattempo il centrodestra sa che deve evitare una situazione tipo Campania. Perché, come dimostra altresì il recente risultato della Liguria, le spaccature di una coalizione determinano soltanto sconfitte. De Luca ha usato la clava, Rocca è orientato per il compasso. Magari è più funzionale.

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