Le ansie di Matteo. Non è un racconto di Ammaniti, Carofiglio o Carrisi e nemmeno una commedia di Stefano Benni. Parliamo di sport e nello specifico di tennis e il Matteo in questione è Berrettini, una volta il solo Matteo che potesse venirti in mente, perché faceva “semi” nei major e persino la finale a Wimbledon. Ora c’è anche Arnaldi, che nel ranking Atp gli è addirittura avanti, sebbene non sia mai assurto ad analoga gloria. Ha best ranking 34 e guarda all’altro Matteo come a un esempio da seguire, sperando magari di evitarne ansie e ambasce d’improvviso piombategli addosso, come in un poema omerico. Che l’ira tenace sia “di Giunon” o che abbia altra matrice, poco importa: questa tempesta di tormenti e dubbi sta scuotendo il tennista romano e gli impedisce di tornare alla sua Itaca, pardon al suo tennis fatto di servizio, dritto e rovescio in back. Dopo aver rinunciato a Roma, Matteo Berrettini, d’intesa con il suo staff, ha ritenuto di non essere pronto nemmeno per il major in terra di Francia e ha dato appuntamento ai suoi fan, meno numerosi di quelli dell’età dell’oro, ma tenaci come tartarughe marine, alla stagione dell’erba, che è breve ma intensa e che storicamente gli ha dato le maggiori soddisfazioni.
“Berretto” non ci sarà, ma sarà presente il potenziale numero uno del ranking Atp, Jannik Sinner da San Candido, che nella classifica live al via del Roland Garros scavalcherà prepotentemente Novak Djokovic, privato dei 2000 punti del successo 2023. L’anca più famosa del mondo, senza mancare di rispetto a Sofia Loren e Jennifer Lopez, pare tornata all’antica efficienza e potrà supportare gli sforzi del giovane Jannik in terra di Francia. La campagna d’Oltralpe non è mai stata particolarmente gloriosa per l’altoatesino, che pure da giovanissimo era arrivato ai quarti di finale della rassegna, fermato solo da Nadal, che fino a pochi anni fa a quelle latitudini faceva un altro sport rispetto agli altri 127 giocatori del tabellone principale. Dopo quel quinto turno, però, Jannik non si è ripetuto, fermato ancora da Nadal agli ottavi nel 2021, poi da un infortunio più che da Rublev, sempre al quarto turno nel 2022 e, inopinatamente, dal carneade o poco più Altmaeier al secondo turno nell’edizione 2023. Da quella sconfitta al quinto partì la riscossa del giovane allievo di Cahill e Vagnozzi, lanciatosi a velocità vertiginosa verso una memorabile seconda parte di 2023 e un ancor più clamoroso avvio di 2024.
Ora, saltata Roma, torna in campo con i legittimi interrogativi legati alla sosta forzata, che in un torneo da 3 su 5 potrebbe rivelarsi ostativa di traguardi importanti. Comincerà contro Eubanks, non proprio un “animale da mattone tritato”, cercando di non andare oltre le due ore di gioco, per non sollecitare troppo l’anca tornata ragionevole e ogni altro tassello di quel mosaico perfetto da tennista predestinato.
Per Musetti, sempre più personaggio in cerca d’autore, un Godot immalinconito e quasi assuefatto a quell’incompiutezza che tanto contrasta con la bellezza del gesto, ci sarà subito Galan, colombiano pane e salame, essenza e pragmatismo al servizio di un talento mai debordante. Nel gergo può ben definirsi uno che non si batte da solo. Perciò il Muso dovrà subito faticare, per ritrovare estri e sensazioni su campi a lui non certo alieni.
Il succitato Arnaldi sfiderà Fils, battuto in due a Miami, ma annunciato in buona forma. Per il sanremese c’è stata la sconfitta nel 175 di Torino contro Luciano Darderi, l’altro tennista in ascesa del rutilante movimento tricolore. La sfida al francesino, potenza ed estro palesi, continuità work in progress, può esser banco di prova non trascurabile, in vista del definitivo salto di qualità.
E l’italiano d’Argentina? Per lui ci sarà l’astraliano dagli occhi a mandorla, Rinky Hijikata, più a suo agio nel doppio che in singolare, che contro Darderi dovrebbe al massimo inseguire una dignitosa figura e, chissà, un parziale raccolto per strada.
Non si conosce l’avversario di Cobolli, che intanto avanza a Ginevra, con una sicurezza da veterano e un bagaglio tecnico che sembra arricchiarsi ogni giorno: domato Shevchenko, in due set quasi brutali. In semi, domani, avrà il vincente di Baez-Ruud, in campo mentre scriviamo.
Sarà in tabellone anche il talentuoso Luca Nardi, atteso al salto di qualità, ampiamente legittimato da una tecnica sopraffina ma non ancora concretizzatosi per titubanze caratteriali, fors’anche legate all’età acerba. Il francese Muller, biondo come un vichingo e interprete di un tennis piuttosto vario, gli proporrà subito quesiti di una certa consistenza. Ai nastri di partenza anche il veterano Fabio Fognini, che avrà di fronte l’olandese Van de Zandshulp, attestatosi intorno al numero 30 del ranking e dotato di regolarità svizzera. Impegno molto severo per Sonego, che getterà il guanto di sfida a Humbert, enfant du pays dal tennis qualitativo e incisivo.
Intanto hanno staccato il biglietto per il tabellone principale, ma solo domani conosceranno il loro avversario, Giulio Zeppieri e Mattia Bellucci. Il pontino si è sbarazzato con irrisoria facilità di Otto Virtanen, che al secondo turno di qualificazione aveva battuto Dominic Thiem. Bellucci ha prevalso al termine di un’autentica battaglia sullo spagnolo Canas, che nel supertiebreak finale aveva iniziato 4/0.
Domani ci provano anche Maestrelli e Vavassori tra gli uomini, Sara Errani tra le donne.
Del tabellone femminile fanno parte di diritto Paolini, Bronzetti, Cocciaretto e Trevisan, che a Parigi ha disputato già semifinali e quarti di finale in due recenti edizioni. La nostra numero uno, Jasmine Paolini, incontra Daria Saville, nata Gavrilova, avversaria scorbutica per un primo turno.