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La battaglia di Giorgia contro il “ronzullismo”. Il marchio di fabbrica del governo che verrà

Massimo Pizzuti
Il “no” a Licia Ronzulli nasconde significati ancora ignoti ai più. 
Ottobre 15, 2022
Giorgia Meloni

Dietro il “no” di Giorgia Meloni ad un ministero per la berlusconiana Licia Ronzulli non c’è solo il gesto coraggioso di una donna che non smette di stupire. C’è il marchio di fabbrica che accomuna il successo politico ottenuto dal suo partito e il governo che la leader di Fratelli d’Italia si appresta a varare.

Il “no” a Licia Ronzulli nasconde significati ancora ignoti ai più. 

Giorgia con le sua decisione e il “no” convinto a Berlusconi “marca” il territorio con il piglio dello statista. Quello che ognuno può consentirsi dentro casa o, al massimo, nel recinto confortevole del proprio partito, non passerà mai nel governo della casa di tutti.

La sfida della guida della nazione, oggi più che mai, va affrontata con i portatori di un valore aggiunto. Di esperienza, affidabilità, competenza.

E chissenefrega se il fondatore del centrodestra si innervosisce e scrive stanco, annoiato e stizzito, cattivi aggettivi sui propri appunti di giornata.

Non sarà solo un governo di centrodestra. Sarà il governo con cui Giorgia Meloni tenterà di dimostrare che la buona politica può dialogare e indirizzare l’operato dei tecnici. E non il contrario come è sovente accaduto negli ultimi anni.

Dietro il “no” alla Ronzulli c’è la prima tangibile dimostrazione, con i fatti, su come promuovere l’Italia del merito e respingere quella del leccaculismo. C’è il tentativo di provare a cambiare le cose portando a Palazzo Chigi chi può condurre la macchina nella tempesta di una congiuntura internazionale senza precedenti. C’è la sacrosanta determinazione a non ripetere gli errori del passato. Si può riformare la giustizia senza affidarsi a chi conosce in profondità gli orrori dei nostri tribunali? Si può provare a riformare l’Europa senza la capacità di proporre soluzioni “realizzabili”? Si può parlare di transizione ecologica mettendo a capo del ministero il vincitore di una lotteria tra rose di nomi non adatti alla missione? Si può essere convincenti dopo l’era dei Toninelli al potere cedendo al richiamo dei tanti cerchi magici seppur di coalizione?

Regole e liturgie che sembravano prassi consolidate saltano. Si alla condivisione della squadra ma sulla base di indicazioni convincenti e inattaccabili.

La meritocrazia dei fatti contro quella degli slogan. L’ascolto attento di chi è in trincea – da qui il richiamo al dialogo con i “corpi intermedi” alla convention Coldiretti di Milano – per cogliere istanze e proposte. La scelta dello studio e della conoscenza come autoimposizione di una regola non negoziabile e di una sobrietà che sia da esempio per tutti. Non si può cambiare il mondo se non si è disposti a migliorarsi ogni giorno. Ecco perchè molto della Giorgia che verrà si nasconde dietro un “no” che tutti inquieta tranne lei

Il “ronzullismo”, piaccia o no, appartiene al passato. Se ne faccia una ragione chi non ha ancora capito dove può arrivare, mantenendo fede a questi principi, e con questa incorruttibile determinazione, la prima donna chiamata a guidare l’Italia.

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