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La B di Fabregas tra sogni e programmazione

Roberto Mercaldo
Il torneo cadetto sarà palcoscenico di campioni affermati e giovani vogliosi di imitarli.
Agosto 3, 2022
Cesc Fabregas al Como

Il “campionato degli italiani”, televisiva definizione della serie B, avrà quest’anno un fascino speciale. Si era già compreso al completamento dell’organico che questo sarebbe stato un campionato cadetto particolarmente qualificato, tanto da venir ribattezzato A2. Eh sì, blasone e storia delle contendenti esigevano una corsia preferenziale anche nell’impervio sentiero delle definizioni, alle quali in fondo il calcio poco si presta. Uscendo dalla forma e permeando le attese di una certa sostanza, ecco arrivi che confermano la nobiltà della competizione, dipingendo contorni suggestivi. Su tutti Cesc Fabregas, che qualche anno fa era indiscutibilmente tra i migliori centrocampisti al mondo. Cesc non ha perso la voglia di giocare anche se è già proiettato nella dimensione di allenatore, che presto sarà la sintesi del suo appartenere al calcio. E allora, ha trovato nell’ ambizioso Como targato Sert Entertainment un approdo ideale per la residua gloria da giocatore e per la futura, e ancora eventuale, da tecnico. Il club lombardo però non sembra aver appagato la sua grandeur e sulle rive del Lario intende portare prima possibile anche Baselli, altro elemento del pacchetto nevralgico che non ha il passato ingombrante dello spagnolo, ma per la cadetteria resta un lusso. Pioniere della nuova frontiera della B era stato lo scorso anno Gigi Buffon, che ha portato i suoi allori e la sua storia che è già quasi leggenda all’ombra del Palazzo Ducale parmense. Gigi ci sarà anche quest’anno, impermeabile al tempo che passa e alle delusioni di una stagione non certo in linea con le aspettative di agosto. In B giocherà anche Santander, che nel massimo campionato italiano si è fatto apprezzare a suon di gol, ma non per questo ha ritenuto di rifiutare la mano tesagli dalla Reggina. “In una A2 si può”, sembra essere la parola d’ordine e la chiave di accesso a trattative che solo due anni fa sarebbero state definite impossibili. Consapevole di non poter trattare ex star, il Sudtirol, matricola che teme d’esser vaso di coccio tra vasi di ferro, si è intanto assicurato Capone e guarda con interesse a Torrasi, che di recente era stato accostato anche al Frosinone. C’è un ribollire di trattative che traggono origine e ispirazione da esigenze differenti. Qualche piazza esige il grande nome, qualche altra ritiene la voglia e la fame di successo il solo requisito indispensabile. Come sempre, un ibrido ribollire di intenti fa da preludio alla stagione, mentre il tempo scandisce un imminente “fuori i secondi”. A darsele di santa ragione sul ring del campionato cadetto saranno campioni affermati e carneadi dalle caviglie forti e dai sogni incontaminati. Chissà chi avrà ragione a maggio, quando gli intenti, le strategie e i progetti saranno stati tradotti in punti, in vincitori e sconfitti. Ad agosto hanno tutti ragione, è questa la regola uno del calcio.

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