Un campo allentato dalle piogge, l’umidità della sera, pochi spettatori perché la sessione serale del campo centrale non è proprio a prezzi popolari e un avversario in giornata di grazia.
Tutto questo si è parato all’improvviso sulla strada di Jannik Sinner. Il numero 8 del mondo ci ha aggiunto un avvio in salita e un dritto meno centrato del solito, con qualche errore di troppo determinato da una cattiva ricerca della palla.
A dispetto della premessa, il principino delle Dolomiti ha scalato la vetta del primo set, vincendo sei dei sette giochi successivi all’iniziale 0/2.
Tutto risolto, allora? Non proprio, o quantomeno non subito, perché Shevchenko aveva sete di gloria e voglia di lottare sotto il cielo di Roma. Così, un altro avvio di set ad handicap non ha trovato immediata soluzione, anzi ha presentato il conto a un Sinner un po’ falloso fino al decimo gioco, quando l’altoatesino ha finalmente operato il break e con esso l’aggancio a cinque.
Si è andati al tiebreak, e tra lo stupore generale il russo ha fatto la voce grossa e ha guadagnato il diritto di prolungare il match.
Nel terzo set però, grazie anche all’accorgimento tattico di arretrare sulla risposta alla seconda palla, Jannik ha tolto il servizio al russo al quinto gioco e da quel momento non ha più perso un game, chiudendo 6/2 e volando agli ottavi, dove troverà Francisco Cerundolo.
MUSETTI E CECCHINATO AI SEDICESIMI
C’era grande attesa per il confronto tra il già maturo Musetti e il più acerbo Arnaldi, paradosso temporale stando alle date di nascita, visto che il carrarino è più giovane di un anno. La celebrità e i risultati eclatanti sono arrivati prima per Lorenzo, ma stando agli ultimi tornei non dovrebbero tardare nemmeno per Matteo. Il match lo ha vinto Musetti, con un doppio 6/4 che forse punisce in modo eccessivo il sanremese, bravo a proporre un gioco vario e comprensivo di discese a rete, incisive e spettacolari, anche sulla seconda palla.
Oggi Musetti torna in campo per sfidare Francis Tiafoe e per cercare un posto in ottavi, da considerarsi l’obiettivo minimo della campagna d’Italia.
In alto i cuori anche per Marco Cecchinato, che è un po’ più grande dei virgulti succitati e che toccò l’apogeo di una gloria un po’ effimera raggiungendo le semifinali di Parigi. Da quell’impresa, poche grandi soddisfazioni e tante piccole e logoranti delusioni, fino al precipitare stanco dietro il numero 100 ATP. Con tenacia, lavoro e fiducia in se stesso, il siciliano ha però risalito la china ed è tornato a giocare il suo tennis. Ne ha fatto le spese Bautista Agut, cui il Ceck ha lasciato 4 game e molti punti di domanda.
Ora tra Marco e gli ottavi di finale c’è Hanfmann, tedesco solido che di regola ben poco concede. Però dopo aver battuto Bautista, Hanfmann non può considerarsi ostacolo insormontabile.
CAMILA, LA PENELOPE DEL TERZO MILLENNIO
La nota malinconica della domenica romana riguarda Camila Giorgi, croce e delizia degli appassionati, capace di disegnare il campo con traccianti veloci e di dilapidare vantaggi corposi.
Alla Penelope del terzo millennio è accaduto di nuovo: tessuta la tela di un meraviglioso 5/1 e servizio, l’ha disfatta passando per sette set point gettati al vento.
Muchova, dopo aver annullato un match ball a Martina Trevisan, ha concesso così una replica fors’anche più eclatante, salvando un primo set che attendeva solo di essere consegnato agli archivi in favore della marchigiana. Muchova l’ammazzaitaliane è una giocatrice che forse non ruba l’occhio, ma è terribilmente concreta quando si tratta di giocare i punti decisivi. Così ci ha costretto a salutare le nostre due giocatrici più brave e con la classifica migliore. Martina Trevisan ha pagato un piccolo dazio anche alla sfortuna, Camila Giorgi ha spiegato a tutti perché pur avendo potenzialita da top 10 non è mai stata più in alto del numero 26.
Oggi ottavi femminili e ultimi otto sedicesimi maschili.