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Infortuni sul lavoro: gennaio “nero”. Ciociaria quinta in Italia per morti bianche

Cesidio Vano
Situazione grave nel Lazio che diventa regione “gialla” per le morti bianche con tre lavoratori deceduti: due in provincia di Frosinone e uno in provincia di Roma
Marzo 2, 2022
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Mauro Rossato, presidente dell'Osservatorio

Più di un morto al giorno. Il bilancio delle vittime sul lavoro nel solo mese di gennaio in Italia è pesantissimo: 46 deceduti, di questi, sono 33 le vittime rilevate in occasione di lavoro (erano 34 a gennaio del 2021), mentre sono 13 i deceduti a causa di un incidente in itinere (erano 7). Quasi raddoppiate. La situazione è grave anche nel Lazio che diventa regione “gialla” per le morti bianche con tre lavoratori deceduti: due in provincia di Frosinone e uno in provincia di Roma.

Morti sul lavoro: drammatico grido d’allarme

Il grido d’allarme è contenuto nel primo rapporto 2022 predisposto dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering. Il presidente Mauro Rossato spiega: Il 2022 si apre con un tragico bilancio per le morti sul lavoro. Sono già 46 le vittime. Cinque decessi in più rispetto a gennaio 2021, in una situazione in cui la pandemia da Covid19 influisce sempre meno sugli infortuni sul lavoro. Numeri drammatici che raccontano il dolore di altrettante famiglie.

E sono in crescita del 47% le denunce totali di infortunio. Così, l’Italia raccontata dai numeri, appare sempre più insicura. Ma, in realtà, è l’indice di incidenza della mortalità – cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa – a descrivere correttamente e obiettivamente l’emergenza, regione per regione”.

Mortalità e lavoro: l’incidenza nel Lazio

In base a tale parametro il Lazio si piazza al 10° posto tra le regioni italiane per incidenza della mortalità: con tre decessi su 2,4 milioni di occupati fa registrare un indice pari ad 1,3. E’ invece la Ciociaria a piazzarsi come prima provincia del Lazio per indice di mortalità sul lavoro, conquistando un poco invidiabile 6° posto nazionale con un valore di 12,4, tenendo conto dei circa 161.000 occupati. Il Frusinate è invece 5° a livello nazionale se si contano le morti in assoluto. Roma, con un solo decesso e circa 1,8 milioni di occupati, si piazza invece al 26° posto nazionale tra le province (19° posto per valore assoluto di decessi). Latina, Rieti e Viterbo, che non hanno fatto registrare morti sul lavoro nei primi 31 giorni dell’anno, sono tutte collocate nel gradino più basso della classifica.

Insieme al Lazio in zona gialla ci sono anche la Toscana e la Campania; mentre va peggio per Sardegna, Marche e Lombardia (zona Arancione, con le Marche prime in Italia per decessi sul lavoro); meglio fanno Veneto, Piemonte, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Umbria e Valle D’Aosta che restano in zona bianca. 

La triste classifica delle regioni: primeggia la Lombardia

Guardando ai numeri assoluti ed alle incidenze, si generano graduatorie differenti. E infatti la classifica cambia. Tant’è che, a contare il maggior numero di vittime, primeggia la Lombardia con 7 decessi; seguono: Sicilia ed Emilia Romagna (4), Puglia e Lazio (3), Toscana, Campania, Veneto (2), Molise, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Marche e Piemonte (1). Il settore delle Costruzioni, che si conferma il più a rischio di infortunio mortale, è quello che a gennaio 2022 ha fatto più vittime (4). Seguono: Trasporto e Magazzinaggio (3), Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (2), Attività Manifatturiere (1), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (1).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (11 su un totale di 33).  L’incidenza di mortalità minima è invece nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 0,5), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 2 infortuni mortali ogni milione di occupati. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a gennaio 2022 sono 2 su 33.

Indice di incidenza morti sul lavoro
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