L’immigrazione resta uno dei temi più caldi e di estrema attualità. Lo è a livello nazionale e lo è anche a livello locale.
Uno dei baluardi e dei punti di riferimento per il fenomeno è senz’altro la Caritas diocesana di Frosinone, che da più di 10 anni si occupa di immigrazione e dei problemi ad essa connessi attraverso le proprie strutture e i propri centri.
Ne abbiamo parlato con i responsabili del Centro di Ascolto del Capoluogo. Ne è emerso un quadro di grande attivismo e di grande presenza, entrambi indispensabili per far fronte alle molteplici e crescenti richieste provenienti dagli immigrati presenti sul territorio.
Già dal 2011 la Caritas diocesana a seguito della cosiddetta emergenza nord africana si è attivata per manifestare la vicinanza e la presenza della comunità alle centinaia di persone che arrivavano in Italia fuggite da guerre e miseria. Da allora il loro impegno è andato sempre più strutturandosi e adeguandosi ai bisogni e alle necessità del territorio.
NASCE IL CENTRO DI ASCOLTO IMMIGRATI
Nel 2012 è nato un centro di ascolto immigrati presso la sede della Caritas diocesana a Frosinone, in Viale Volsci 105. Molteplici i compiti di questo peculiare servizio. Fra i più importanti ricordiamo: offrire un punto di riferimento presso il quale ricevere in primo luogo informazioni sulla legislazione italiana sull’immigrazione e sui diritti di cittadinanza e orientamento sull’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari nel territorio; ridurre l’emarginazione sociale, la mancanza di integrazione e di sviluppo di reti e collaborazioni virtuose con attori del territorio; assistere ed accompagnare gli immigrati nel disbrigo degli adempimenti amministrativi, in particolare per quanto riguarda la richiesta o il rinnovo dei titoli di soggiorno grazie alla presenza di un avvocato esperto in materia; offrire un punto di ascolto e orientamento per quanti abbiano subito discriminazioni o atti lesivi della loro dignità e dei loro diritti; indirizzamento, di chi ne manifestasse l’interesse, presso le scuole di lingua italiana presenti nel territorio; inserimento lavorativo e sociale attraverso interventi che favoriscano il positivo inserimento dei cittadini immigrati nei territori.
Al Centro di ascolto si rivolgono uomini o donne, regolari o meno, per problematiche relative al loro status giuridico, alle pratiche legali, sanitarie, per richiesta di un posto letto in quanto senza dimora, per richiesta di lezioni di lingua italiana.
Ancora, nel tempo, di fronte alla problematica sempre più emergente dei neo-maggiorenni, ospiti presso le strutture per minori stranieri non accompagnati, è stato istituito un servizio specifico di accoglienza e di presa in carico per facilitare il percorso di integrazione e garantire la continuità degli studi intrapresi.
I DATI
Nel 2020, sul totale di 2120 persone che si sono rivolte ai centri di ascolto diocesani, 1/3, ovvero 779, erano straniere e si sono rivolte al centro di ascolto immigrati. I bisogni emersi erano legati principalmente alla mancanza di un alloggio stabile, all’incapacità di affrontare l’iter di rinnovo dei documenti, alla scarsa conoscenza della lingua italiana, a problemi di salute, talvolta seri e gravi.
In sostanza, si rileva che su 779 persone solo una minima percentuale, ovvero il 20%, era ben inserita e integrata nel territorio. Inoltre, molti di loro, insieme alle loro famiglie e agli amici, sono stati vittime di fenomeni discriminatori e talvolta di razzismo estremo. Nel 2021, invece, con i dati aggiornati al 30 giugno, erano state accolte e ascoltate 300 persone con le più disparate problematiche alle quale si è cercato di offrire un accompagnamento e un supporto.
“Quelli indicati – sottolineano i responsabili del Centro – non sono solo numeri, ma anche riflessioni ed azioni sul tema dell’integrazione e dell’inclusione sociale degli stranieri, il tutto al fine di favorire l’integrazione, la socializzazione e la partecipazione alla vita collettiva e sociale degli immigrati promuovendo la cultura della diversità e della multiculturalità e la facilitazione all’inserimento nel contesto socio-economico del territorio italiano.
La Caritas si è trovata di fronte ad una “emergenza culturale” che ha richiesto un intervento strutturato e di lungo periodo per cui sono state messe in campo tutte le risorse educative capaci di stimolare, da un lato, il necessario approfondimento rispetto a temi ormai cruciali, e dall’altro lato di accompagnare le nostre comunità verso l’acquisizione di una nuova “grammatica della comunicazione” che sia innanzitutto aderente ai fatti e rispettosa delle persone. È sempre più necessario favorire il processo di integrazione sociale degli immigrati presenti sul territorio affinché questi ultimi diventino parte attiva ed essenziale del luogo in cui vivono”.
AL FIANCO DEGLI UCRAINI IN FUGA DALLA GUERRA
La Caritas diocesana, inoltre, si è impegnata, già dai primi giorni di marzo 2022, nel tentativo di offrire una risposta concreta e di carità cristiana alle tante persone in fuga dal conflitto in Ucraina, arrivate nel territorio diocesano. Lo sforzo di accoglienza e di accompagnamento ha visto un’eccezionale collaborazione da parte di molte comunità parrocchiali.
Ad aprile 2022 venivano direttamente accolti circa 80 cittadini ucraini e sostenute altre famiglie che avevano trovato accoglienza presso parenti o amici.
La Caritas ha potuto approntare rapidamente una simile offerta in termini di accoglienza e servizi di accompagnamento grazie anche alla generosità di molte famiglie, disposte a mettere gratuitamente a disposizione appartamenti inutilizzati, e alle parrocchie che si sono rese disposte ad accompagnare nella quotidianità le famiglie accolte. Nel corso dell’anno molte di queste famiglie sono rientrate in patria. Ad oggi sono rimaste 7 famiglie accolte, verso tutte queste le comunità parrocchiali si sono dimostrate accoglienti, instaurando un rapporto di solidarietà e fraterna amicizia.
Il centro di ascolto immigrati si trova a Frosinone in Viale Volsci 105 ed è aperto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13.30 (tel 0775 839388 / 331 6877555).