Inclusiva, condivisa, radicata, identitaria e aperta. La leadership di Massimo Ruspandini si lega indissolubilmente alla visione di un partito, Fratelli d’Italia, che ha saputo già compiere una transizione non semplice: da paladino dell’opposizione a forza di governo.
Lo ha fatto attraverso le vittorie elettorali e politiche, aumentando i consensi e le percentuali. Di conseguenza la legittimazione politica.
Appena eletto presidente provinciale, Massimo Ruspandini ha voluto ricordare il percorso, dicendo: “Questa giornata con la nomina dei nuovi organismi segnerà l’inizio di un nuovo corso all’insegna del radicamento e del ritorno alla politica. La stagione congressuale inaugurata da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia segna una nuova fase nella politica italiana in controtendenza rispetto ad un mondo schiavo delle piattaforme virtuali appena uscito dall’ubriacatura della rete. La nostra attenzione sarà soprattutto rivolta ai 91 Comuni della federazione che dovrà ripartire dai circoli e dalla valorizzazione dei giovani che tante soddisfazioni ci hanno dato in questi anni”.
Sul palco del Dream Cinema Fratelli d’Italia ha voluto sottolineare l’esigenza di un partito “pesante”, strutturato, composto dai circoli e fatto di persone che quotidianamente si impegnano con la militanza. Carne, sangue e cuore come risposta alla politica dei clic dei “leoni da tastiera”. Hanno votato 611 tesserati. Qualcuno ha voluto rilevare che il partito conta più di 5.000 iscritti e che quindi la partecipazione non è stata oceanica. Dimenticando che di questi tempi (di domenica) più di 600 persone che si recano ad un congresso e si esprimono con il voto segreto rappresentano un miracolo. Massimo Ruspandini poteva scegliere la strada dell’acclamazione, ma invece ha voluto rispettare regole e procedure classiche. Per dimostrare che il partito viene prima di tutto e di tutti.
La composizione del Direttivo rende plasticamente l’idea di come Fratelli d’Italia sia cresciuto in Ciociaria in questi ultimi anni: Riccardo Del Brocco, Massimiliano Bruni, Luana Pellegrini, Michele Meloni, Sara Petrucci, Antonello Iannarilli, Roberto Toti, Andrea Lucidi, Cristiano Papetti: un mix perfetto tra “vecchia guardia” e nuovi ingressi. Nel segno dell’orgoglio di far parte di un progetto più grande, che mira davvero a cambiare l’Italia, il Lazio e la provincia di Frosinone. Ci sono stati poi i 5 membri indicati direttamente dal neo presidente: Fabio Tagliaferri, Gabriele Picano, Antonio Cardillo, Simona Castagna, Alessio Arduini.
A dimostrazione di come Ruspandini abbia saputo coinvolgere ed equilibrare. Gli interventi e le presenze di ieri hanno dimostrato in maniera inequivocabile come il partito sia pronto e determinato a lasciare un segno.
L’assessore regionale Fabrizio Ghera si è reso conto di quanto sia vincente una proposta che da anni e anni si fonda su due pilastri: il territorio e i giovani. Già, i giovani. Il progetto della “cantera” (stile Real Madrid) che aveva fatto sorridere più di qualcuno negli anni passati, adesso è una sorta di ipoteca politica sul futuro. Paolo Pulciani e Aldo Mattia completano (con Massimo Ruspandini) quella squadra parlamentare che non è arrivata lì per caso. Gli interventi di sindaci come Roberto Caligiore e Lucio Fiordalisio, dopo quello del vice coordinatore regionale Antonio Abate, si sono alternati a quelli del presidente della Saf Fabio De Angelis e del “coordinatore dei due mondi”, Fabio Tagliaferri. Capace di guidare il partito a Frosinone (dove FdI è l’unica forza politica che ha blindato il sindaco Mastrangeli) e a Cassino (dove invece le “bizze” della Lega rischiano di minare l’unità e le ambizioni del centrodestra).

Il consigliere regionale Daniele Maura ha voluto ricordare come valori come la coerenza e la capacità di non perdere di vista gli obiettivi abbiano costituito quel seme ideale alla base della crescita. Alessia Savo, anche lei consigliere regionale, presiede la commissione Sanità. Adesso Fratelli d’Italia sta preparando le provinciali, che diranno quanto sia stata importante la crescita anche a livello di amministratori.
Massimo Ruspandini ha dimostrato di saper vincere, evitando di stravincere. Ha detto concludendo il suo intervento: “Perché quando non ci saremo più noi ci saranno i nostri figli e quando non ci saranno i nostri figli ci saranno i nostri nipoti, perché questa storia non finirà mai”. Non finirà mai perché si sta programmando il futuro sui giovani e sul lavoro nei circoli, dal basso. Con umiltà e voglia di mettersi alla prova. “Nessuno di noi – ha affermato Ruspandini– pensava che chi ci aveva guidato in quella traversata nel deserto potesse arrivare ad essere il primo presidente del consiglio di destra e per giunta donna”. Il futuro è adesso.