Ancora una marcia indietro sulle misure della viabilità urbana a Frosinone. A Corso Lazio nei giorni scorsi l’Amministrazione comunale aveva installato dei dissuasori per evitare l’inversione a U in ogni singola “isola”. In questo modo tutti i residenti avrebbero dovuto percorrere la strada fino in fondo, poi girare e tornare indietro. Una “ciambella” assolutamente gratuita e “irritante” (parecchio) per automobilisti, famiglie e residenti. Che sarebbero stati costretti ad un giro insensato per… tornare a casa. Magari alle 20, dopo un’intera giornata di lavoro. Immaginate chi abita all’inizio del quartiere. Ieri mattina la levata di scudi dei residenti e la forte presa di posizione del Psi, attraverso una nota di Gerardina Morelli.
In serata i dissuasori non c’erano più. Abbiamo scherzato? No, semmai siamo su… scherzi a parte. A questo punto vale la pena ricordare cosa sta succedendo nel capoluogo da trentuno mesi a questa parte. Da quando cioè è iniziata la consiliatura del sindaco Riccardo Mastrangeli. Il quale ha individuato nel futuro Piano urbano della mobilità sostenibile l’argomento caratterizzante del suo mandato. Iniziando immediatamente con le piste ciclabili e ciclopedonali: impossibile citare tutti i percorsi prima disegnati, poi “sfumati”, quindi spostati e in diversi casi cancellati. Due esempi: via Fontana Unica e via Puccini. Il paradosso è che nessuno utilizza le piste ciclabili, che hanno avuto come unico effetto quello di restringere carreggiate già anguste.
Il traffico è aumentato, i disagi pure, i residenti non sanno più a quale santo votarsi, i piccoli e medi commercianti sono disperati.
Il Bus Rapid Transit: alzi la mano chi ha capito quale sarà il percorso. Si era partiti con la formula “dritto per dritto”, dalla Stazione a De Matthaeis. Subito le proteste sono divampate e allora il sindaco Mastrangeli ha iniziato un percorso infinito di cambiamenti e ripensamenti, di studi e di prove. Ridisegnando il tracciato tante di quelle volte, che adesso nessuno pensa che ce ne sia uno definitivo. Fra l’altro il procedere a zig-zag sul percorso ha inevitabilmente alimentato polemiche incredibili che hanno coinvolto quartieri, famiglie, residenti e titolari di attività commerciali.
Stesso scenario per gli innumerevoli sensi unici che si sono alternati in questi ultimi due anni. Un labirinto di contraddizioni, reso ancora più inestricabile dalle polemiche che hanno poi prodotto marce indietro alla velocità della luce. Al punto che negli ambienti politici della città la battuta che circola è questa: “L’Amministrazione? L’ultimo che alza la voce… ha ragione. E cambia tutto”.
Che la viabilità sia molto più del tallone di Achille lo si capisce pure dalla situazione del quartiere Scalo: la chiusura di via Don Minzoni, il progetto di pedonalizzazione di piazzale Kambo, i provvedimenti in via Fontana Unica e a Corso Lazio hanno determinato la crescita ulteriore di un malumore già ai massimi storici.
I commercianti e i titolari delle diverse attività sono sfibrati. Le famiglie e i residenti sono quotidianamente costretti a farsi il segno della croce con la mano sinistra per capire dove transitare e parcheggiare. Ogni giorno c’è una sorpresa. Non soltanto per il cantiere di un Bus Rapid Transit che nessuno osa immaginare. Si potrebbe proseguire con l’ascensore inclinato, fermo ormai da quasi cinque anni. Eppure l’Amministrazione Mastrangeli aveva annunciato, magno cum gaudio, il raddoppio delle linee. Basterebbe che funzionasse quella esistente.
Poi come si fa a meravigliarsi se Frosinone è la città più inquinata d’Italia, quella con maggiori sforamenti? Come si fa ad attribuire la responsabilità di tale situazione al posizionamento di una centralina?
La realtà è che la mobilità urbana è sicuramente il tema che più di ogni altro sta caratterizzando la consiliatura. In negativo però. Sarebbe interessante effettuare un sondaggio serio per sapere cosa ne pensa la cittadinanza. Siamo sicuri che poi nessuno parlerebbe più di elezioni anticipate. Nel frattempo le decisioni vengono prese, attuate e poi ritirate. Una sorta di eterno “contrordine”. Nel silenzio (imbarazzante) delle opposizioni.