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Il Pnrr resuscita l’Atina-Isernia: la superstrada (che non c’è) è già costata alcuni milioni di euro

Cesidio Vano
L’idea del collegamento veloce Atina-Isernia risale al 1975 superstrada non c’è, ma il progetto sì e va pagato
Marzo 2, 2022

Il Pnrr resuscita il progetto della superstrada Atina-Isernia-Sora, per il quale la Provincia di Frosinone ha già pagato un paio di milioni di euro, pur non essendo mai stata posata nemmeno una pietra dell’opera sul versante laziale.

A rilanciare l’idea il sindaco del Comune di Scapoli

A rilanciare l’idea del collegamento veloce da realizzarsi tra le due regioni del Lazio e del Molise è stato, nei giorni scorsi, il sindaco del Comune di Scapoli, uno dei primi centri a ridosso del confine oggi attraversato dalla tortuosa strada regionale 627 “Della Vandra”.

“In queste settimane – va all’attacco il primo cittadino Renato Sparacino – si sente un gran parlare di infrastrutture e opere pubbliche da realizzare con i fondi del Pnrr, stanziati dal Governo Italiano, ma purtroppo non vi è alcun riferimento ad opere strategiche al servizio delle aree interne. Ho ritenuto opportuno, quindi, richiamare l’attenzione e interessare i vertici istituzionali delle due Regioni dell’unica opera infrastrutturale che a nostro parere farebbe uscire dall’isolamento i nostri piccoli paesi: la strada a scorrimento veloce Isernia- Atina-Sora”.

La superstrada “Atina-Isernia”, oggi ‘allungata’ fino a Sora visto il possibile innesto con la “Cassino-Avezzano”, è stata, nel negli anni ‘90 e poi di nuovo all’inizio del 2000, la grande soluzione che la politica aveva messo sul tavolo per dare ossigeno e risorse alle economie del Sorano e della Valle di Comino, da una parte, e dell’Isernino, dall’altra.

L’Atina-Isernia risale al 1975

L’idea del collegamento veloce Atina-Isernia risale al 1975, con la benedizione del Cipe che la inserisce nel progetto speciale ‘Dorsale appenninica’ per collegare al meglio Lazio, Abruzzo e Molise. Nel 1999 viene affidata la progettazione all’associazione temporanea di imprese “Sein-Zollet-Lecce”, guidata dalla Sein Srl con sede a Cassino ma molto nota ad Atina. Bisogna però aspettare il 2001 per vedere, con la

Progetto pronto nel giro di qualche anno

‘Legge obiettivo’, l’infrastruttura indicata quale ‘opera strategica’ e l’assegnazione alla Provincia di Frosinone di ben 15 miliardi di lire (in tre anni) per la progettazione. Il progetto è pronto nel giro di qualche anno e il tracciato individuato dai tecnici parte da Atina, puntando verso Gallinaro, Villa Latina e San Biagio Saracinisco: sono una manciata di chilometri per sbucare a Colli del Volturno. Ovviamente, per non tirare giù i paesi, sono necessari tunnel e sopraelevate e il quadro economico si appesantisce. Per la realizzazione dell’opera servono circa 291 milioni di euro (stima fatta 20 anni fa!) finora
impensabili da trovare, con il Pnrr però…

Le contrarietà

Ad ogni modo, l’idea di una superstrada che tagli in due la Valle di Comino ha collezionato da subito molte contrarietà tra associazioni locali e ambientaliste. Il progetto è finito spesso sotto accusa e, piano piano, nel dimenticatoio, anche perché non c’è mai stata neanche una lira per realizzarlo. L’idea però è tornata di nuovo in voga nel 2011, quando l’allora Governo Berlusconi, tra le altre, rilancia l’Atina-Isernia indicandola tra le infrastrutture per far ripartire il Paese. Non se ne farà niente lo stesso.

La superstrada non c’è, ma il progetto esiste e va pagato

La superstrada non c’è, ma il progetto sì e va pagato. Nel 2010, l’associazione d’imprese batte cassa in Provincia; da palazzo Iacobucci sono anche pronti a pagare (visto che i soldi ce li ha messi lo Stato), ma non c’è accordo sulle parcelle. Nel 2012, l’Ati chiede ed ottiene un arbitrato e nel 2014 arriva i lodo che accoglie in parte le richieste dei progettisti disponendo, tra le altre cose, che la Provincia versi ai tecnici oltre 1,3 milioni di euro più interessi. La Provincia non fa nulla e dopo un anno il lodo diventa esecutivo. L’ente di piazza Gramsci prova allora ad impugnare tutto davanti alla Corte d’Appello, ma senza successo. Nel 2017 la doccia gelata: per la superstrada che non c’è vengono pagati due milioni di euro. Ora ci riproviamo.

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