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Il Pd di Elly Schlein continua a perdere pezzi: via anche Carlo Cottarelli. Forza Italia: il traghettatore è Antonio Tajani, sempre più lontano da Fiuggi

Licandro Licantropo
Maggio 8, 2023
Carlo Cottarelli ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Cresce il malumore in un Pd che si sta spostando sempre più a sinistra. Il professor Carlo Cottarelli ha annunciato (nel corso della trasmissione Che Tempo che fa di Fabio Fazio, che va in onda su Rai3) le sue prossime dimissioni da senatore. Spiegando che “l’Università Cattolica gli ha chiesto di dirigere un programma per l’educazione delle scienze sociali ed economiche rivolte agli studenti delle scuole superiori e che questa cosa purtroppo non è compatibile con il Senato”. Cottarelli ha detto: “E’ innegabile (basta vedere la composizione della nuova Segreteria) che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo. Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra. Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi”. Elencando i vari temi: Jobs Act, freno al Superbonus, termovalorizzatori, nucleare, utero in affitto. Ha concluso Carlo Cottarelli: “Una questione chiave è il ruolo che il “merito” debba avere nella società”. Il 27 aprile scorso Enrico Borghi ha lasciato il Pd per aderire a Italia Viva di Matteo Renzi. Poi l’eurodeputata Caterina Chinnici (sfidante di Renato Schifani alle regionali siciliane) è passata dal Pd a Forza Italia. Adesso un economista di livello mondiale come Carlo Cottarelli si dimette da senatore. Il malumore per la linea di Elly Schlein è evidentemente forte in alcuni settori del partito, soprattutto quelli cattolici e liberali. La “mutazione genetica” del Pd è irreversibile ed Elly Schlein andrà avanti. In Ciociaria si guarda a quello che potrebbe fare Antonio Pompeo dopo le comunali di Ferentino. Intanto però la manifestazione di Maria Elena Boschi (Italia Viva) a sostegno di Alfonso Musa ha fatto capire quanto sia percorribile la strada che Pompeo possa guardare al partito di Matteo Renzi.

LA SOLIDITA’ DI TAJANI

Nei giorni scorsi il palco della convention di Milano sembrava quello del periodo d’oro di Fiuggi, quando Antonio Tajani presentava ogni anno (a settembre) la kermesse L’Italia e l’Europa che vogliamo. E’ lui il traghettatore di Forza Italia, ma non un traghettatore qualsiasi. Grazie ad un’intesa forte con Marta Fascina. Il video di Silvio Berlusconi ha compattato ed emozionato il partito, ma l’organizzazione per il prossimo futuro l’ha fatta Tajani, in piena intesa con Marta Fascina.

Nella sala stracolma dell’East End Studios, Antonio Tajani ha tenuto costantemente in mano l’iniziativa. Perfino nel momento dedicato allo sport, con l’immancabile fedelissimo Peppe Incocciati, ma anche con Antonio Cabrini e Beppe Dossena. Come secondo intervento ha lasciato la parola ad Alessandro Sorte, il coordinatore della Lombardia che ha preso il posto di Licia Ronzulli, ex potentissima che adesso è almeno in seconda, se non in terza fila. Protagonisti pure Alessandro Cattaneo, Paolo Barelli, Maurizio Gasparri. Antonio Tajani, con un gioco di sponda incessante con il Partito Popolare Europeo, ha ribadito la natura centrista del partito, non risparmiando stoccate al Terzo Polo (“ormai diventato quinto”, ha detto) di Carlo Calenda e Matteo Renzi. E’ sicuramente merito del ministro degli esteri se Forza Italia nel giro di pochi mesi è passata dall’essere la spina nel fianco del Governo Meloni a rappresentare una certezza della coalizione intera. Tajani però ormai da anni resta lontano dalla Ciociaria. Fiuggi non è più il centro di gravità politico degli “azzurri” e non lo ridiventerà. Finora Tajani non ha mai spiegato i motivi di tanto raffreddamento verso il suo territorio, ma sicuramente si aspettava di più. In provincia di Frosinone l’assetto del partito è definito ormai da anni: alla guida c’è il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone, che si è affidato a tre subcommissari: Rossella Chiusaroli, Adriano Piacentini, Daniele Natalia. Alla fine la sua parte Forza Italia la fa sempre alle comunali, ma certo non ci sono più le percentuali di una volta. Tra Antonio Tajani e Claudio Fazzone i rapporti non sono mai stati idilliaci, ma il rispetto esiste. Il fatto è che la Ciociaria ha perso la sua centralità nel partito. Tajani guarda altrove, Fazzone è della provincia di Latina.

PRIMO FACCIA A FACCIA MELONI-SCHLEIN

Domani si terrà il primo confronto tra il presidente del consiglio Giorgia Meloni e la segreteria del Pd Elly Schlein. Al tavolo delle riforme, presieduto dalla ministra Elisabetta Casellati. Sarà interessante capire che tipo di approccio ci sarà, anche sul piano personale.Entrambe sono destinate a essere protagoniste per tanto tempo. Il video di Giorgia Meloni girato il Primo Maggio a Palazzo Chigi contiene un elemento di novità assoluta: diversamente dal passato, in cui tutti erano comunque seduti, Giorgia Meloni si muove. Cammina parlando. O parla camminando. L’effetto che trasmette è quello di uno straordinario dinamismo, di un’energia forte. Si può discutere all’infinito se essere d’accordo o meno, ma nei fatti quel tipo di comunicazione fa capire quanto sia forte la leadership del premier. Elly Schlein non ha avuto alcun problema a dire di essersi rivolta ad un’armocromista: sapeva che ci sarebbero state delle critiche, ma è andata avanti perché sa benissimo che il modo di percepire la leadership è mutato profondamente. Giorgia Meloni ed Elly Schlein potrebbero scegliere la strada della continua legittimazione a vicenda. Come fecero in passato Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema.

ROCCA VA AL CUORE DEL PROBLEMA

Lo stanziamento di 22 milioni per contrastare il sovraffollamento dei Pronto Soccorso è naturalmente solo un primo passo, ma Francesco Rocca vuole far emergere che sa benissimo quale è il punto fondamentale della sanità. Le condizioni dei Pronto Soccorso colpiscono molto i cittadini e penalizzano i malati, costretti sulle barelle in corridoio per ore e a volte perfino per giorni. Una situazione purtroppo nota. Le prime risposte devono arrivare qui, per far capire che il malato sarà al centro della nuova concezione di una sanità che non può non guardare ai territori. Si tratta della sfida più difficile, ma proprio per questo il presidente della Regione Lazio vuole vincerla.

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