Tutti in ferie, anche la politica: nazionale, regionale, provinciale. Si è appena conclusa una stagione intensa, che però ha ancora diversi nodi importanti da sciogliere.
Innanzitutto alla Regione Lazio, dove Forza Italia di Claudio Fazzone attende risposte sul riassetto della giunta e dell’intera governance in generale. Il presidente Francesco Rocca si mostra sicuro e sa di poter contare sul lavoro di mediazione di Fratelli d’Italia e in particolare di Paolo Trancassini. Ma le scelte degli “azzurri” hanno anche una dimensione diversa. Marina e Pier Silvio Berlusconi, come ha detto Massimo Cacciari, si sono stufati di stare nel centrodestra, vogliono un partito diverso che si caratterizzi sul versante liberal e dei diritti civili. Lo hanno detto chiaramente al segretario nazionale Antonio Tajani, impegnato da mesi a differenziarsi da Matteo Salvini e dalla Lega su tutto. Perfino sui colori preferiti. Non è un caso che Forza Italia in diverse realtà abbia assunto posizioni opposte dal resto della coalizione. Però la riforma della giustizia portata avanti dal ministro Carlo Nordio rappresenta un altro impegno onorato dal Governo e quindi dall’intera maggioranza. Un segnale a Forza Italia nel nome di Silvio Berlusconi.
Al Comune di Frosinone Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo hanno annunciato da tempo l’appoggio esterno di Forza Italia. In realtà dopo la conferma di Adriano Piacentini assessore, gli “azzurri” sono all’opposizione. Dura e pura. Un elemento da tenere presente anche per il futuro, perché parliamo di uno strappo che non potrà essere ricucito dopo le parole, i toni e gli argomenti usati dai protagonisti. Il sindaco Riccardo Mastrangeli andrà avanti, ma c’è un punto politico: la maggioranza non è più quella del 2022. Forza Italia ha marcato una distanza abissale. I “malpancisti” sono 5: a Cirillo e Scaccia vanno aggiunti Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli) e Giovanni Bortone (Lega). Le aperture alle opposizioni non ci saranno perché obiettivamente non servono. Il centrosinistra non intende far cadere questa Amministrazione. Se però i “malpancisti” dovessero diventare 8 (aggiungendo gli esponenti di Futura: Teresa Petricca, Giovanmbattista Martino e Francesco Pallone), allora Mastrangeli potrebbe provare ad accelerare: Lista Marini, Lista Marzi e Polo Civico sono già da tempo degli interlocutori. Non è successo nulla perché il Sindaco non vuole dare a nessuno il ruolo di “salvatore” della patria.
Anche ad Alatri la situazione è rimasta in sospeso tra il sindaco Maurizio Cianfrocca e Antonello Iannarilli (Fratelli d’Italia). Non si può parlare neppure di tregua armata, ma solo di pausa… climatica. Regione Lazio e Comuni di Frosinone e Alatri: nel centrodestra si confermano le difficoltà di coalizione più che di governo. Però obiettivamente non ci sono segnali tali da determinare preoccupazione.
Questa stagione politica si chiude ancora una volta con il rinvio a data da destinarsi della riforma della riforma delle Province. A marzo era stato assicurato (da non meglio precisate fonti governative) che dopo le europee si sarebbe accelerato. Riportando gli enti alla loro dimensione di “rilevanza costituzionale”. Invece nulla, i mesi sono trascorsi invano è la Del Rio ha celebrato i suoi primo dieci anni. In fondo sta bene così a molti: Province deboli, votazioni per addetti ai lavori (sindaci e consiglieri comunali), posizioni di potere per pochissimi, redini saldamente in mano ai partiti. L’elezione diretta restituirebbe forza e centralità ai territori. Ma a più di qualcuno questa soluzione non piace.