La Coppa Italia è una manifestazione che per una compagine cadetta non può essere tra gli obiettivi stagionali, o almeno non può esserlo in funzione del massimo risultato. Posta questa premessa, il Frosinone può tornare dalla Brianza con un sorriso stampato sui volti acerbi dei suoi coraggiosi portacolori. Sul campo di una squadra che è in A per restarci, i giallazzurri ciociari hanno disputato un match convincente sul piano del gioco, finendo col pagare a caro prezzo un paio di clamorose ingenuità. È il dazio da versare alla giovane età, che porta entusiasmo, corsa, energie inesauribili, ma anche qualche inevitabile frenesia. I biancorossi di Stroppa hanno ringraziato l’irruenza di Kone e Oyono trasformando i due calci di rigore con Valoti e Caprari e chiudendo in doppio vantaggio una prima frazione in cui il Frosinone non aveva certo demeritato. Un team giovane può commettere qualche leggerezza, ma nel suo dna non è inclusa la resa. Il Frosinone ha confermato l’assunto, catapultandosi mella metà campo lombarda con tenacia e grande intraprendenza. Un po’ stordito, quasi piccato per quella lesa majestatis così evidente, il team di casa ha provato a gestire il confronto affidandosi al palleggio, ma Haoudi prima e Kone poco dopo hanno chiarito che quelli in maglia giallazzurra non giocavano per la gloria accademica, ma per prendersi il secondo turno. E sul ritrovato equilibrio, è iniziata una partita a scacchi, col Monza che ha provato a riprendere il controllo della zona mediana, senza offrirsi troppo alle ripartenze di Caso e compagni. Mentre i supplementari cominciavano a somigliare a qualcosa di più di una semplice possibilità, il nuovo entrato Colpani ha trovato la giocata vincente, complice una scivolata di Cotali, offrendo a Gytkjaer, appostato a centro area, un pallone impossibile da sbagliare. E il danese non ha sbagliato. La furia dei giovani frusinati ha prodotto poi azioni veementi, che stavano trovando un senso compiuto grazie al meno giovane, il capitano Lucioni, che proprio al morire del terzo di recupero, ha battuto tutti sul tempo ed ha cercato, senza fortuna, l’angolino alto alla destra di Cragno. La Coppa Italia per i canarini finisce qui, consegnando un ideale testimone al campionato, il super campionato di B. Le sensazioni sono buone, perché Caso ha dato un saggio della propria tecnica, il centrocampo ha retto benissimo l’impatto con i dirimpettai monzesi e Lucioni si è già calato nei panni del condottiero, che indossa con naturalezza e piglio guerriero. E non va dimenticato che sulle corsie basse probabilmente ci saranno novità a breve, per fornire a Grosso più ampio margine di scelta. Il Frosinone è piaciuto, specie per il dinamismo e la voglia gettati nella contesa. Perché dinamismo e voglia in serie B sono i dogmi, i pilastri, sono l’alfa e l’omega.