L’industria farmaceutica in Italia rappresenta uno dei principali poli a livello europeo e mondiale. Il Lazio e’ la seconda regione per numero di occupati e la prima per export con 12,7 miliardi di euro, 26,6 per cento del totale. Gli addetti sono circa 12mila e oltre 14mila nell’indotto. Latina e la sua area sono diventati il fulcro di questa enorme ‘miniera d’oro’ per tutto il territorio. Pensiamo ad alcune eccellenze nostrane, come la Bsp Pharmaceuticals di Latina, specializzata in terapie antitumorali, che ha assunto 120 persone e presentato un piano di investimenti in 3 anni.
UN EXPLOIT CONTINUO
Attualmente Bsp sta affrontando un rilevante piano pluriennale di investimenti, 315 milioni solo nel quadriennio 2019-2023, che porterà al raddoppio della propria struttura industriale interamente localizzata a Latina Scalo. Sono in corso di realizzazione diverse nuove aree sterili, con tecnologia ad altissimo contenimento, per lo sviluppo e la produzione di nuovi prodotti parenterali anche nel segmento della immunoterapia oncologica di seconda e terza linea, oltre alla realizzazione di nuovi laboratori e di un nuovo grande magazzino da oltre 7.500 pallet. La ricaduta occupazionale sarà di circa 400 nuovi posti lavoro che andranno ad aggiungersi ai 1.005 addetti attualmente occupati a Latina. Bsp Pharmaceuticals è stata riconosciuta miglior fornitore al mondo di servizi alla comunità oncologica nel segmento della ricerca più all’avanguardia, in termini di innovazione tecnologica e sperimentazione clinica. L’azienda continua a investire e crescere in un territorio che nel settore chimico farmaceutico ha le radici del proprio sviluppo. E guarda alla sfida da vincere entro il prossimo triennio, riguardante il primo parco tecnologico del Lazio con un profilo altamente innovativo, destinato alla ricerca e allo sviluppo di nuove molecole, nonché alla realizzazione di un polo di eccellenza italiano della manifattura farmaceutica nel segmento delle terapie innovative per la cura del cancro.
UN TREND CLAMOROSO
La farmaceutica italiana d’altronde continua a crescere e, con il suo indotto, vale il 2% del Pil. Ammontano a 3,3 miliardi gli investimenti, con una crescita del 22% in 5 anni; i soli investimenti in Ricerca & Sviluppo sono 1,9 miliardi, pari al 6,8% degli investimenti in R&S dell’intera economia italiana. Si apprende dal ministro Adolfo Urso che diverse aziende multinazionali del settore hanno annunciato di voler aumentare gli investimenti proprio in Italia e la speranza è che anche il Lazio possa beneficiare di questa congiuntura favorevole del settore.
Allo stesso tempo sono condivisibili le parole pronunciate dal presidente di Farmindustria Marcello Cattani all’assemblea di via della Conciliazione. Occorre rimuovere i lacci burocratici presenti nel nostro sistema. Così come è giusto sottolineare che Innovazione, ricerca e sviluppo nel nostro Paese e nella nostra regione sono fondamentali. L’innovazione è prioritaria, mentre la semplificazione è una grande sfida che intendiamo portare avanti nella nostra regione. Se l’industria va veloce ma la burocrazia è lenta, risulta difficile soddisfare le esigenze dei cittadini e delle imprese. Grazie a terapie frutto della ricerca, in 20 anni in Italia la mortalità per malattie croniche, quelle cardiovascolari e il diabete, è diminuita del 41%. Oggi due persone su 3 a cui viene diagnosticato un tumore sopravvivono dopo 5 anni, mentre 30 anni fa erano una su 3. Le persone guarite dall’epatite C grazie ai nuovi antivirali sono oltre 260mila in Italia. Le vaccinazioni hanno permesso di eradicare malattie e salvare milioni di vite, come nel caso del Covid. E’ quindi importante investire sulla ricerca ed il Lazio deve essere una regione traino anche in questo ambito.