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Il doppio turno sarebbe una ‘manna’ per il campo largo. Fazzone si frega le mani, per Calvi e Mitrano elezione probabile

Marco Battistini
Certo è che, se si optasse per le primarie, il segretario Astorre non metterebbe alcun veto di fronte a eventuali candidature plurime da parte dei Dem. Il che però, secondo alcuni, non sembrerebbe in sintonia con la visione delle primarie che ha Enrico Letta
Giugno 3, 2022
Alessandro Calvi e Claudio Fazzone

Il campo largo con alleanze variabili. Il Pd prepara lo schema per vincere le regionali, pronto a qualsiasi evenienza. La capogruppo dem alla Pisana, Marta Leonori, ha già avviato un percorso di ascolto con tutto il campo dell’attuale campo largo del centrosinistra regionale, che va da Italia Viva al Movimento 5 Stelle, da Azione a Europa Verde, passando per +Europa Radicali, Socialisti, Articolo 1, Sinistra Italiana, Leu e tutti i vari partiti che sostengono l’esperienza del governo Zingaretti. Lo scopo di queste interlocuzioni è capire chi vorrà fare parte del campo del centrosinistra per le prossime elezioni e le eventuali condizioni poste. Non è stato definito un tempo limite preciso entro il quale questo lavoro dovrà terminare ma fatalmente entro settembre-ottobre si dovranno tirare le fila. E solo a quel punto, si capirà realmente se saranno le primarie di coalizione lo strumento attraverso il quale verrà scelto il candidato per le elezioni oppure se questo scaturirà da una convergenza politica su un’unica figura. Certo è che, se si optasse per le primarie, il segretario Astorre non metterebbe alcun veto di fronte a eventuali candidature plurime da parte dei Dem. Il che però, secondo alcuni, non sembrerebbe in sintonia con la visione delle primarie che ha Enrico Letta: in sostanza, no a “elezioni interne” dal sapore di contesa tra correnti.

FORZA ITALIA SULLA LINEA DI CONFINE

Lo stallo sostanziale di questa fase è ancora di più accentuato dalla mossa di Alessandro Capriccioli, l’astuto consigliere regionale dei Radicali+Europa, che con la proposta di legge elettorale maggioritaria a doppio turno, ha fornito un assist non solo al Pd ma anche a tutta l’area moderata, che fa fatica a ritrovarsi nello schema classico delle due coalizioni. +Europa d’altronde è federata con Azione e Calenda non ha nessuna intenzione di allearsi con il M5S.
Proprio una legge a doppio turno toglierebbe tutti dall’imbarazzo. Anche dentro Forza Italia si è aperto un confronto. La PL Capriccioli piace perché regalerebbe almeno 2 consiglieri regionali agli azzurri della provincia di Latina: un probabile eletto nel collegio maggioritario del sud pontino, un altro invece rientrerebbe alla Pisana attraverso il recupero proporzionale. Forza Italia ha la percentuale più alta in provincia di Latina, dove viaggia in doppia cifra (contro l’8% su base regionale) e sarebbe praticamente certa di avere un altro seggio pontino. In quest’ottica per Fazzone sarebbe più facile piazzare i suoi due ‘pupilli’ in Consiglio regionale, ovvero Alessandro Calvi e Cosmo Mitrano, considerati come i due candidati più forti fra gli azzurri pontini. E’ chiaro che si cerca di capire chi farà la prima mossa. Sicuramente le elezioni comunali del 12 giugno incideranno sul posizionamento dei partiti. Ad ogni modo entro l’autunno si dovranno tirare le somme. Per cambiare la legge elettorale basta trovare una maggioranza numerica. L’ostacolo non sembra essere rappresentato dai tempi, dal momento che già al termine della precedente consiliatura su indicazione di Zingaretti fu apportata una modifica sostanziale alla legge in vigore (abolizione del listino presidenziale). Escogitata durante l’estate la decisione di cambiare il meccanismo elettorale passò in aula a fine ottobre. Dunque il centrodestra rischia di partire con l’handicap in vista della prossima campagna elettorale.
Se Pd e soci riterranno opportuno (e soprattutto conveniente) ‘risistemare’ le regole elettorali sia pure alla vigilia del voto, FdI e Lega dovranno rassegnarsi. Quanto a Forza Italia, c’è tempo per le scelte definitive. Fazzone sembra volersi tenere aperte tutte le strade. Partendo dal presupposto che il seggio al Senato ha la priorità su tutto. Quanto alla Regione, dipenderà molto dal candidato governatore. Ma ancor di più dalla legge elettorale. Con il doppio turno ci sarebbero spazi di manovra inimmaginabili. Con buona pace di Lega e Fratelli d’Italia.

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