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Il ddl sul centenario di Latina celebrato con le fanfare. Ma servono risorse e idee autentiche per promuovere il turismo cittadino

Cristiano Sacerdoti
Giugno 14, 2024

L’ok in commissione Cultura al Senato al disegno di legge sul centenario di Latina è stato celebrato con le fanfare. Forse eccessive. Bisogna dare atto dell’impegno portato a termine dal primo firmatario e proponente, il senatore pontino di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini. Un atto sottoscritto anche dai senatori Claudio Fazzone e Andrea Paganella e sposato pure dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. 

LA PROPOSTA DI LEGGE

Stando agli annunci si darà vita a una fondazione che, attraverso ingenti finanziamenti pubblici ma anche privati, gestirà una serie imponente di iniziative che accompagneranno la città fino al 2032. L’auspicio è che viano inserite risorse superiori al milione di euro l’anno, dal 2024 fino al 2032, inserito inizialmente nel ddl per “promuovere, valorizzare e diffondere il nome e l’immagine della città di Latina”. La proposta di legge si propone di ricordare l’Impresa “storica” della bonifica di 137 mila ettari di palude, tra il 1926 e il 1935, grazie al lavoro di 50.000 persone provenienti da tutta Italia, in particolare dal Veneto e dall’Emilia-Romagna, ma anche di ricordare l’antica Via Appia, le importanti testimonianze etrusche e romane in un un paesaggio descritto dai viaggiatori del Gran Tour. L’eccezionalità della natura pontina colpì anche il governo di allora, che realizzò, nel 1934, il Parco Nazionale del Circeo, a testimonianza dell’importante ecosistema ricco di biodiversità. Dopo la seconda guerra mondiale Latina divenne “città dell’accoglienza e dell’integrazione” con arrivo degli esuli italiani provenienti dalla Venezia Giulia, dal Quarnaro e dalla Dalmazia (1945-1947) e dei rifugiati politici provenienti dalla Cortina di Ferro dell’est Europa: a Latina esisteva il più grande centro di accoglienza e smistamento di profughi e rifugiati in Italia tra il 1957-1991.

LA PROSPETTIVA TURISTICA

Previste anche attività di “promozione dell’integrazione ambientale e turistico-ricettiva dell’offerta tesa a un rafforzamento delle reti culturali e paesaggistiche”. Previste anche la realizzazione di un museo dedicato alla città e alle bonifiche e “un bando di concorso per l’elaborazione di un marchio-logotipo rappresentativo del centenario”. Così come si pensa all’istituzione di borse di studio per l’elaborazione di saggi storico-sociali sui temi del centenario in favore degli studenti universitari e delle scuole di secondo grado” e l’istituzione del Festival della Città Nuove, promuovendo incontri con storici, intellettuali, artisti, architetti e scrittori”.
Il turismo, senza alcun dubbio, è da considerarsi come una delle variabili più importanti in termini di sviluppo economico. La crisi economica degli ultimi anni ha messo in ginocchio milioni di persone, perdita di posti di lavoro e altri fattori che hanno portato il nostro Paese ad attraversare momenti davvero negativi. La maniera migliore per risollevare la situazione è sicuramente concentrarsi sulle potenzialità che un territorio potrebbe offrire. Prestare attenzione sul settore turistico porterebbe la nostra città ad acquisire maggior visibilità e di conseguenza più ricchezza, con la consapevolezza che bisogna puntare e “sfruttare” i fondi del Pnrr e calamitare l’attenzione anche sul percorso verso il centenario di Latina. Il turismo, quello vero, nei prossimi anni dovrà avere la sua centralità nell’economia del capoluogo per questo l’amministrazione Celentano, deve seriamente concentrarsi sui reali punti di forza del territorio. Per raggiungere gli obiettivi occorre un’adeguata macchina amministrativa che riesca ad attuare provvedimenti sostenibili, secondo principi di efficienza, attraverso tempi e azioni coerenti con gli scopi prefissati. Alla giunta in carica da pochi mesi ci permettiamo di dare alcuni input: la reintroduzione per il centro storico della figura del city manager, un maggior coordinamento fra i diversi assessorati su progetti di interesse comune e la richiesta di un assessorato specifico per la blue economy,  modello di economia dedicato alla creazione di un sistema economico sostenibile attraverso l’innovazione tecnologica. Serve dare una scossa innovativa ad una gestione ancora di vecchio stampo.

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