Il carcere di Latina occupa la prima posizione nella classifica nazionale degli istituti di pena maggiormente affollati.
Rispetto alle singole strutture l’istituto di detenzione più affollato risulta essere la Latina (187%), seguito da Busto Arsizio (169%) e Brindisi (168%).
L’edificio che oggi ospita la Casa Circondariale di Latina accoglie persone di entrambi i sessi, sia in attesa di giudizio che in regime di detenzione con condanne definitive, anche lunghe.
Per l’associazione Antigone che registra come alla fine di novembre erano 56.225 i detenuti nelle carceri italiane, oltre 1500 in più negli ultimi 4 mesi con un tasso di affollamento del 110%.
Una percentuale di crescita che se restasse invariata, in poco tempo renderebbe le nostre carceri del tutto ingestibili». Il dato sul numero di presenze rispetto ai posti regolamentari non tiene conto, infatti, secondo Antigone dei posti conteggiati ma non disponibili. In particolare le regioni con gli istituti di pena più affollati risultano: Puglia (137,7%), Lombardia(133,6%) e Veneto(128,3%).
L’associazione rileva inoltre come nella popolazione detenuta il 4,2% (2.352) siano donne e di queste 17 sono madri con 18 figli con meno di 3 anni reclusi con loro. Infine gli stranieri sono 17.854(31,8%) un numero stabile ed uno dei più bassi degli ultimi anni.
PERSONALE SOTTODIMENSIONATO
Per non parlare della situazione del personale della Polizia Penitenziaria. Sono 102 le unità presenti, a fronte delle 132 previste dalla pianta organica, con un’età media di oltre 50 anni, un deficit che si ripropone oramai sistematicamente.
Il personale della Polizia Penitenziaria di Latina svolge il servizio all’interno di una struttura obsoleta e fatiscente, povera di spazi e di illuminazione naturale, a costo di grandi sacrifici personali, per l’organico cronicamente sottodimensionato, per un’età media alta dovuta ad un mancato turnover generazionale, per carenza di quegli investimenti che potrebbero mitigare l’impatto emotivo di un lavoro oggettivamente difficile.
Problemi per i poliziotti ma anche, e soprattutto, i detenuti: “La popolazione carceraria, con una curva del sovraffollamento che sembra non arrestarsi, vive aree estremamente ridotte ed inadeguate, alle prese con problemi di ordine psicologico, anche a danno degli obiettivi rieducativi e delle prospettive di reinserimento sociale.