Papa Bergoglio riposerà in eterno nella chiesa di Santa Maria Maggiore e sulla sua tomba ci sarà solo una semplice scritta: Franciscus. In questo modo si chiuderà un Pontificato spesso lontano dai simboli e dai riti della Chiesa. Il prossimo Conclave sarà uno dei più complicati e difficili della storia.
Le agenzie di scommesse inglesi, rispettando una tradizione consolidata, accettano le puntate anche in vista del Conclave. E per loro il favorito è Pietro Parolin. Poi ci sono le elaborazioni dell’Intelligenza Artificiale, che ha avanzato un pronostico considerando pure fattori come l’età e la salute.
Anche per ChatGPT in prima fila c’è il cardinale Pietro Parolin.
Per due motivi soprattutto: esperienza e moderazione. Vi lasciamo qui sotto le principali. ChatGPT ha motivato così: “Parolin è il ministro degli esteri del Vaticano da oltre un decennio. Ha gestito dossier estremamente delicati, come i rapporti con la Cina, il Medio Oriente e l’Ucraina. Questo profilo lo rende il candidato più “statista” del gruppo. È moderato: né apertamente progressista né ultraconservatore. Potrebbe rappresentare un ponte tra le due principali correnti nel Collegio cardinalizio, che spesso cercano una figura di equilibrio”.
Quindi la sottolineatura: “Dopo due papi non italiani (Benedetto XVI tedesco e Francesco I argentino), alcuni cardinali potrebbero spingere per un ritorno a una figura italiana, purché abbia un respiro globale”. In realtà ChatGPT ha dimenticato Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla. Polacco. L’ultimo papa italiano è stato Giovanni Paolo I: Albino Luciani.
Il suo pontificato è durato 33 giorni. Correva l’anno 1978. Sono trascorsi 47 anni.
Le logiche, le strategie e le alleanze in un Conclave non sono preventivabili. Men che meno dall’Intelligenza Artificiale.
Al Conclave potranno votare solo i cardinali che non hanno ancora compiuto 80 anni. Sono 133. In realtà 135, ma 2 non potranno partecipare per motivi di salute.
Per la fumata bianca serviranno i 2/3 dei voti, dunque il quorum è fissato a quota 90 voti. 107 dei 133 porporati devono il loro ruolo a Papa Francesco, 21 a Benedetto XVI, 5 a Giovanni Paolo II:
La suddivisione geografica: 53 i cardinali elettori europei, 21 i latinoamericani, 16 i nordamericani, 18 gli africani, 23 gli asiatici, 4 quelli dell’Oceania. L’Italia è il Paese maggiormente rappresentato, con 19 cardinali elettori: 4 i veneti; 3 i pugliesi; 2 lombardi, 2 siciliani, 2 laziali e 2 piemontesi. Poi, con un solo porporato, Emilia Romagna, Calabria, Marche e Umbria. Dopo l’Italia ci sono gli Stati Uniti (10 cardinali) e il Brasile (7). Ma chi sono quelli che davvero hanno maggiori possibilità di salire al soglio di Pietro?
Pietro Parolin, 70 anni, è il capo della diplomazia vaticana. Pierbattista Pizzaballa(Italia), 60 anni, è Patriarca di Gerusalemme dei Latini. Matteo Maria Zuppi, 69 anni, Arcivescovo di Bologna. Claudio Gugerotti, 69 anni. Consultato da Papa Francesco sulla guerra tra Ucraina e Russia, nominato Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali nel 2022. Jean-Marc Aveline (Francia), Arcivescovo di Marsiglia, 66 anni.
Anders Arborelius (Svezia), 75 anni, Vescovo di Stoccolma. Peter Erdo, 72 anni, Arcivescovo Metropolita di Esztergom-Budapest. Luis Antonio Tagle (Filippine), 67 anni, Arcivescovo Metropolita emerito di Manila. Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo), 65 anni, Arcivescovo di Kinshasa. Robert Francis Prevost (Stati Uniti), 69 anni, Arcivescovo-Vescovo emerito di Chiclayo. Timothy Dolan (Stati Uniti), 75 anni, Arcivescovo di New York.
Dall’Extra Omnes all’Habemus Papam succederà di tutto, ma c’è un elemento sul quale i vaticanisti concordano: l’esigenza di ripristinare la normalità. Perché veniamo dalle dimissioni di Ratzinger e dalla scelta di Bergoglio di alloggiare a Santa Marta. Il Vaticano vive di spiritualità ma anche di procedure, di tradizione, di simboli. Le eccezioni non possono diventare regole. Infine, non va sottaciuto come Papa Francesco sia stato molto osteggiato. Non soltanto all’interno della Curia Vaticana. Complicato che possa esserci una scelta in continuità, nonostante 108 porporati siano stati nominati da lui. Certamente gli italiani possono fare la differenza, in ogni caso. Ma serve un elemento fondamentale: l’unità. Che non è affatto scontata. In una intervista pubblicata nei giorni scorsi dal quotidiano La Repubblica, Gerhard Ludwig Müller, esponente dell’ala conservatrice del collegio cardinalizio, ha detto a proposito di Bergoglio: “Ha avuto unanime l’apprezzamento per l’impegno con i migranti, i poveri e per superare le divisioni tra il centro e la periferia, ma in alcuni momenti è stato un po’ ambiguo: per esempio quando con Eugenio Scalfari ha parlato di resurrezione. Con Papa Benedetto abbiamo avuto la chiarezza teologica perfetta”.
Poi una frase indicativa, magari profetica: “Ogni Papa non è un successore del suo predecessore ma un successore di Pietro”. Si riparte da zero. Sarà un’altra partita. Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera, ha scritto che questo sarà il Conclave “dell’uno vale uno”. Nel senso che la stragrande maggioranza dei cardinali non si conoscono fra loro. E non sono neppure noti al grande pubblico. Non ci sono figure forti e carismatiche in grado di “trascinare” gli altri.
Il che farà sì che le celebri “Congregazioni” prima del Conclave (si stanno già svolgendo) saranno probabilmente decisive. E in quelle riunioni l’influenza degli ultraottantenni (che non hanno diritto di voto al Conclave) è forte. Due nomi su tutti: Giovanni Battista Re e Angelo Bagnasco. Bisognerà capire quale sarà il profilo individuato dal Collegio dei porporati. Non dimenticando che la Chiesa “vive nel mondo”. E nel mondo c’è una guerra mondiale a pezzi, come aveva detto Bergoglio anni fa. Con un conflitto enorme proprio in Terra Santa. Nel mondo c’è uno sconvolgimento totale, perfino delle alleanze tradizionali. Tra Usa e Europa, per esempio. Giovanni Paolo II ha determinato il crollo dell’Unione Sovietica, Benedetto XVI ha rimesso al centro la dottrina della Chiesa, Francesco ha ribaltato la prospettiva della, dando maggiore attenzione alle periferie rispetto che alle grandi metropoli. Lo si vede dalla nomina dei cardinali.
All’interno della Cappella Sistina, insegna la religione cattolica, sarà lo Spirito Santo a illuminare i cardinali. Contemporaneamente però i porporati dovranno conoscersi, valutarsi, pesarsi, contrapporsi. Gli italiani Parolin, Zuppi e Pizzaballa, il filippino Tagle, lo statunitense Prevost, il francese Aveline sembrano quelli più “attrezzati” ad aggregare il consenso del Sacro Collegio. Ma attenzione a quelli che nessuno vede arrivare.