Non è esattamente come l’ha raccontata Giuseppe Conte a Frosinone. Pd e Cinque Stelle non sono alleati nella maggior parte dei Comuni al voto. In realtà il Campo largo serve soprattutto nel Lazio, per un motivo banale: il centrosinistra è terrorizzato dall’idea di perdere la Regione. Ma il settimanale L’Espresso ha fornito i numeri di un asse che in realtà è parecchio traballante. Quando Conte dice che c’è la coalizione nel 70% dei Comuni dove si vota, intende esclusivamente i centri con oltre 15.000 abitanti, dove c’è il doppio turno: in 100 città su 143 di questo tipo Democrat e pentastellati vanno a braccetto. Ma il totale dei Comuni al voto è 978: il 70% dovrebbe essere 684. Non è neppure lontanamente così.
IL SOCCORSO ROSSO AI GRILLINI
Alle amministrative del 12 giugno prossimo non c’è nemmeno un candidato sindaco dei Cinque Stelle nei 26 capoluoghi di provincia. I pentastellati presentano delle proprie liste, con il simbolo, in appena 64 dei 978 Comuni chiamati alle urne. La lettura politica di questi numeri è una soltanto: il Pd sta tenendo in vita un Movimento Cinque Stelle in disarmo. L’Espresso scrive: “Un prosciugamento che corrisponde a un calo generale di presa sui territori, come testimonia anche il dimezzamento dei militanti e il crollo dei meet up. E questo senza considerare il complicarsi del ruolo di Conte, sempre più debole come capo dei grillini (il 7 giugno ci sarà il nuovo pronunciamento del Tribunale sulla relativa querelle), sempre meno accomodante nei confronti di un Letta che tanto l’ha voluto alleato, quanto adesso è pronto a diffidarne”.
ZINGARETTI, BOCCIA, LEODORI E IL PARADOSSO DI FROSINONE
Quando, dall’oggi al domani, per le comunali di Frosinone saltò la candidatura a sindaco di Mauro Vicano, l’operazione fu preceduta da un lancio di agenzia nazionale di Francesco Boccia, responsabile degli enti locali del Pd. Non avvenne per caso. Boccia è il supremo sacerdote del Campo largo. Disse proprio questo, che bisognava che alle comunali Partito Democratico e Cinque Stelle marciassero insieme. Immediatamente si misero in azione Nicola Zingaretti, Bruno Astorre e Roberta Lombardi. Poche ore dopo Ilaria Fontana ufficializzava il veto insuperabile dei grillini su Vicano. Il resto lo conoscete tutti. In realtà però il vero obiettivo sono le regionali del Lazio, come dimostra la presenza di Nicola Zingaretti e Daniele Leodori all’evento di domenica scorsa a Roma, località Pigneto, in occasione del lancio di “Alternativa Comune”, un progetto che punta a creare un vasto fronte di sinistra sui temi della transizione ecologica e della lotta alle disuguaglianze.
Il Corriere della Sera ha raccontato: “Un modo per confermare quanto trapela da giorni: il dibattito sui rifiuti, per quanto acceso e vivace, non metterà in crisi le alleanze a sinistra. Al voto si va uniti, o si fa vincere il centrodestra”. Daniele Leodori ha detto: “Serviranno più momenti come questo per discutere le proposte. La mia oggi è una presenza di ascolto”. Vuol dire che punta ad un’alleanza da Campo largo per ottenere la candidatura alla presidenza della Regione. Con l’appoggio di Nicola Zingaretti e Bruno Astorre, “contro” Alessio D’Amato. Alle comunali di Frosinone quanti voti prenderà la lista dei Cinque Stelle? Quale reale contributo darà a Domenico Marzi? Lo vedremo, ma le premesse non sembrano incoraggianti. Però va bene lo stesso. Perché? Perché stando nel Campo largo con i Cinque Stelle sarà più semplice per Francesco De Angelis ottenere una candidatura parlamentare e per Mauro Buschini una alle regionali. La linea del partito, specialmente nel Lazio, è questa. Dettata da Boccia e da Zingaretti, che alle politiche sarà capolista nell’intera regione. Perciò tutti fanno finta di credere alla pantomima sul termovalorizzatore di Roma, perciò a Frosinone Mauro Buschini ha applaudito Conte mentre demoliva lo Zingaretti-pensiero sul Sin Valle del Sacco e su molto altro. Non è per caso che alle comunali di Frosinone i primi risultati che De Angelis guarderà saranno quelli della lista del Pd e della civica di Marzi, che per buona parte ha costruito lui. Il resto verrà dopo, perfino il risultato del candidato sindaco e dell’intera coalizione. Il vero obiettivo sono le candidature alle politiche e alle regionali. Siamo pronti a scommettere che perfino un eventuale flop della lista dei Cinque Stelle verrebbe giustificato.
IL CARROCCIO E I TIMORI DI CIACCIARELLI
Sembra che nelle ultime settimane il consigliere regionale della Lega Pasquale Ciacciarelli si stia preoccupando del raggiungimento del quorum. Sì perché alle regionali non basta prendere molte preferenze personali, è necessario che la lista ottenga un buon risultato su base provinciale. Altrimenti il quorum e i seggi scattano o per altri partiti o per altre… province. E’ già successo. Per questo Pasquale Ciacciarelli sta cercando di capire chi saranno gli altri candidati nella lista. Pare che voglia addirittura spingere per una partecipazione del consigliere provinciale Gianluca Quadrini, suo avversario irriducibile dai tempi di Forza Italia. Per alzare il quorum. Francesca Gerardi? La deputata non è convinta di voler partecipare alle regionali: con l’uscita di Francesco Zicchieri dal Carroccio pensa di potersi giocare più carte per la conferma della candidatura alla Camera. Anche per il meccanismo delle quote rosa. Ribadiamo il nostro pensiero: il crollo verticale della Lega nei sondaggi moltiplicherà i “paracadutati” nei collegi delle periferie. Come la Ciociaria.
Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale del Carroccio, ha invece un altro problema: per convincere Adriano Piacentini a non rompere l’alleanza a Frosinone, allo stesso è stata ventilata la possibilità di una candidatura alle regionali. Soltanto che Piacentini sta in Forza Italia. Allora, o ci sarà una federazione tra Lega e “azzurri” con un’unica lista, oppure la situazione può complicarsi. Però siamo sicuri che il coordinatore regionale di FI Claudio Fazzone dia per scontato un simile scenario? Una sola cosa è certa: il caos nella Lega in provincia di Frosinone è destinato ad aumentare. Malgrado gli sforzi titanici di Claudio Durigon.