Gran finale di emozioni e week-end lungo per la 32° edizione del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale della Città di Anagni, organizzato dal Comune, con la direzione artistica di Giacomo Zito e quella teorico-critica di Gaetano D’Onofrio, con gli spettacoli di Neri Marcorè, venerdì 29 agosto e Amanda Sandrelli, sabato 30 agosto. Chiude la kermesse, domenica 31 agosto, l’“Adelchi”, portato in scena da Giuseppe Pambieri e Vincenzo Zingaro. Tutti gli spettacoli inizieranno alle 21, a Piazza Innocenzo III, e sono a ingresso libero e gratuito.
Venerdì, Neri Marcorè propone “La buona novella”, produzione Eventi scrl: un concerto, insieme alla Tribute Band “Il Testamento di Faber” che mette in rilievo le sue sorprendenti doti di musicista e cantante, in una sacra rappresentazione contemporanea grazie ai capolavori di Fabrizio De André: i protagonisti delle canzoni perdono sacralità, sempre nel rispetto etico e religioso – e assumono valenze e connotazioni tutte umane, dove condivisione e compassione danno alla dimensione spirituale sfumature rivelatorie e insieme rivoluzionarie.
Sabato, Amanda Sandrelli è “La bisbetica domata”, nella produzione della Contrada – Teatro Stabile di Trieste. Caterina della Bisbetica domata è un personaggio ambiguo e questo lo rende affascinante: è antipatica, intransigente, sboccata e integralista, qualcuno dice pure pazza. Ma libera. Adolescenziale e romantica, altro che bisbetica: sogna un mondo in cui ci si sposa per amore. Ma nella Padova della Bisbetica, tutti i protagonisti sono ambigui e macchiati da colpe. In una società profondamente maschilista come poteva essere quella inglese di fine Cinquecento, una Caterina addomesticata era un bel personaggio comico, la Bisbetica una edificante commedia a lieto fine: la commedia della “selvaggia addomesticata”. Solo che oggi tutto questo non è edificante e non è a lieto fine. Caterina vorrebbe riscrivere le regole, dire di no a madre e sposo canaglia. L’umiliazione è totale, la violenza che subisce disgustosa e pianificata fin dalla prima battuta di Petruccio: lui punta solo a dominare la bella e ricca Caterina e sa come fare a piegarla, con le buone o con le cattive. Da un lato della scena si ride, ci si traveste, ci si manda baci e dichiarazioni d’amore, dall’altro si esercita la violenza a livelli da incubo. Ma il peggio accade quando la porta si chiude e noi non vediamo né sentiamo più. Là dietro non arriva nessun principe azzurro che ti salva. Caterina piega la testa, ridotta peggio di un cagnolino: di Caterina, quella ragazza tutto pepe e rivolta, che sognava di innamorarsi, non c’è più traccia. Obbligata all’umiliazione totale, tutti le voltano le spalle: cosa la attende tra le mura di casa è un problema tutto suo. Noi qui, dall’altro lato della scena, possiamo soltanto fingere di essere felici.
Domenica, infine, la chiusura del Festival è affidata al regista Vincenzo Zingaro, che riporta in scena la sua storica versione del più grande capolavoro del teatro romantico italiano, in un’opera – concerto per voci recitanti ed orchestra, prodotta da Castalia Ass. Culturale. Un evento unico, avvincente ed emozionante. Otto attori e otto musicisti, con Giuseppe Pambieri nel ruolo di Re Desiderio e Vincenzo Zingaro nel ruolo di Adelchi, coinvolgeranno il pubblico attraverso una straordinaria fusione di parola e di musica, facendoci addentrare nelle affascinanti vicende che hanno visto nascere il Sacro Romano Impero di Carlo Magno e che costituiscono le fondamenta dell’Europa.
Adelchi è l’eroe romantico in continua lotta fra ideale e reale, fra sentimento e ragione, fra aspirazione e dovere. Egli è l’uomo nuovo in cui Alessandro Manzoni trasferisce i suoi sentimenti di giustizia, di solidarietà, di condanna delle guerre e di profonda Fede.