Le lacune relative al dissesto idrogeologico del territorio sono note da oltre un decennio, a preoccupare ora anche il fiume in via Gionchetto.
Si segnala soprattutto nel sud della provincia di Latina un problema storico nell’isola di Ventotene.
Rischio da grave a molto grave circa possibili forme di dissesto idrogeologico vengono poi segnalate sui Lepini con specifici riferimento alla fascia tra Sermoneta e Norma, lungo la strada regionale Flacca all’altezza di Gaeta, e sempre a sud al confine con la provincia di Frosinone.
La mappa riferita a tutto il Lazio conta una percentuale del 5,5% del totale del territorio catalogato come a rischio, pari a 953 chilometri quadrati. Se si analizzano meglio i luoghi in fascia rossa emerge qualcosa di più e di diverso circa le cause del rischio, ossia la presenza di una massiccia e veloce trasformazione del territorio nonché una scarsa salvaguardia avviata negli anni.
IL CASO GIONCHETTO
Le recenti ondate di maltempo hanno riproposto le fragilità del territorio e rimesso in pista le richieste di molte amministrazioni locali circa la necessità di interventi di manutenzione ordinaria nonché la realizzazione di opere straordinarie di contenimento delle frane, che sono l’effetto più frequente e immediato del dissesto.
L’esponente di Fratelli d’Italia Andrea Chiarato ha lanciato l’allarme sul quartiere Gionchetto a Latina, dal punto di vista del rischio idrogeologico.
“Agire in fretta. La migliore arma è la prevenzione -ha affermato Chiarato– solo negli ultimi anni Pontinia, Terracina, Sabaudia sono state interessate da esondazioni ed eventi climatici molto forti con conseguenti danni gravi e permanenti a strutture, abitazioni, campi coltivati e strade. E anche Latina non è stata da meno, con l’inondazione del quartiere Gionchetto dove negli ultimi 8 anni ben due volte, nel 2014 e 2017 abitazioni, campi, strutture e strade sono finite sotto l’acqua tracimata dal canale delle Acque Medie e dai collettori adiacenti.
Ad una prima indagine visiva e a quanto lamentano i residenti – aggiunge -, i canali che convogliano le acque piovane hanno gli argini e il fondale ricolmi di detriti e di vegetazione che in caso di piena si possono trasformare in dighe di ostruzione favorendo la fuoriuscita delle acque e le inondazioni. Le previsioni metereologiche dei prossimi giorni non promettono bene” ha continuato Chiarato che si rivolge al Consorzio di Bonifica.
“Tutti ci auguriamo che non succeda nulla ma tutti sappiamo che non è con le buone speranze che si fa buona programmazione e si abbattono i rischi per i quali siamo incaricati di farci carico.
Per quanto riguarda il controllo delle acque piovane è il Consorzio di Bonifica l’ente deputato a questo e pertanto chiedo pubblicamente alla sua direzione di agire in fretta per mettere in sicurezza i quartieri della città a rischio esondazione, compresi i borghi più sensibili a questi eventi dannosi.
Il cambiamento climatico ci costringe ad affrontare sempre più spesso emergenze di tipo tropicale e l’arma migliore per combattere eventi simili resta la prevenzione”.