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Frosinone, tensioni in maggioranza. Solo Fratelli d’Italia blinda Mastrangeli. Rocca demolisce Pd e Cinque Stelle. Forza Italia sorpassa la Lega con l’effetto Berlusconi

Massimo Pizzuti
Giugno 23, 2023
Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli

Al sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli sono mancati 9 voti della maggioranza sul Piano di igiene urbana, quello che serve a stabilire chi e in quale modo deve provvedere alla raccolta dell’immondizia e alla pulizia delle strade. Un argomento importante, sul quale il centrodestra era in difficoltà da settimane. Più volte erano stati effettuati approfondimenti e infatti per questo venne ritirato ad una precedente riunione.

Ieri sera il consiglio comunale ha approvato con 13 voti favorevoli e 7 contrari. Nel centrodestra sta succedendo qualcosa? Sicuramente. Tranne Fratelli d’Italia, in tutti gli altri gruppi si registrano malumori e disimpegno. La situazione di Anselmo Pizzutelli è diversa per via delle piste ciclabili allo Scalo: l’ex presidente del Laboratorio si è messo di traverso su questo.
Anche se la sua “smania” parte dall’aspirazione mai sopita a far parte a pieno titolo del governo cittadino. La stessa che muove frequentemente le azioni di Pasquale Cirillo il quale però finisce con il mettere in palese difficoltà l’ottima Maria Rosaria Rotondi.
Ad un anno dalla vittoria elettorale il sindaco Riccardo Mastrangeli si trova “costretto” ad analizzare bene la situazione. Dopo la votazione sul  bilancio avrà il quadro chiaro di chi sta nella coalizione e di chi invece no. Potrebbe decidere di puntare su meno esponenti ma più coesi e uniti. Fratelli d’Italia è l’unico partito che ha garantito a Mastrangeli pieno sostegno sempre.

La linea decisa e portata avanti da Fabio Tagliaferri e Massimo Ruspandini, dal famoso passo indietro pre-elettorale ad oggi non ha mai lasciato fraintendimenti. Senza se e senza ma con Mastrangeli per dare forza e vigore alla sua azione di governo.
Ancora una volta si è dimostrato che le liste civiche sono utili in campagna elettorale, ma successivamente diventano ingovernabili e inaffidabili per via delle ambizioni dei protagonisti.
Se a questo aggiungiamo situazioni macroscopicamente “antipolitiche” come la candidatura moglie-marito (Petricca-Martino) partorita negli ambienti Ottaviani con la quale ora il sindaco si ritrova a fare i conti una volta si e l’altra pure, la navigazione, in qualche frangente, come quello di ieri sera, diventa ardua e quantomeno fastidiosa.
Davanti ci sono quattro anni di mandato: è il momento giusto per un esame serio e freddo della situazione. Chi non vuole più stare in maggioranza decida di conseguenza.

LA GRINTA DI ROCCA

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha fatto il punto sui primi 100 giorni di governo, mostrando una determinazione assoluta. Sulla sanità, sulle infrastrutture, sul turismo, sui rifiuti, su appuntamenti come l’Expo e il Giubileo. Ha voluto far capire che la stagione precedente del Pd e del Movimento Cinque Stelle non soltanto è definitivamente archiviata, ma non ha portato granché al Lazio. Sulla sanità bisogna far ei conti con debito e deficit. Sui rifiuti meglio stendere un velo. Ma la Regione Lazio sta diventando sempre più un punto di riferimento per le Amministrazioni locali, a dimostrazione di come il presidente Rocca, gli assessori e i consiglieri di maggioranza vogliano mantenere forte il legame con i territori. Il banco di prova sulla sanità riguarderà i Pronto Soccorso. Se arriveranno risposte concrete e visibili in tempi brevi, allora molte cose potrebbero cambiare.

EFFETTO BERLUSCONI

Sui sondaggi permane l’effetto Silvio Berlusconi, ma è interessante analizzare il quadro completo dello studio di Tecné (per Mediaset) del 21 giugno. Fratelli d’Italia è primo con il 29,6% e perde lo 0,4% rispetto a due settimane prima. Pd al 19,7% (-0,1%). Movimento Cinque Stelle al 15,2% (-0,2%). Poi Forza Italia all’11,5%, con un balzo di 2,6 punti percentuali. Mentre la Lega scende all’8,5% (-0,4%). Diminuiscono anche Azione (3,5%, con un -0,5%) e Italia Viva (2,5%, con un -0,5%). I partiti più grandi flettono tutti tranne Forza Italia. Sicuramente l’effetto Berlusconi pesa sul piano emotivo, ma comunque dà il senso di come possano esserci ancora degli spazi al “centro” e di come gli “azzurri” abbiano maggiori possibilità di occuparli rispetto a Carlo Calenda, Matteo Renzi e allo stesso Matteo Salvini. Il centrodestra potrebbe ulteriormente aumentare il vantaggio su un centrosinistra che non ce la fa a scuotersi e soprattutto a riorganizzarsi. Elly Schlein si è accorta di essere ampiamente in minoranza all’interno del Partito Democratico, dove le correnti hanno ripreso a dettare la linea e i tempi. I tentativi di accordo con il Movimento Cinque Stelle non soltanto sono complicati ma appaiono perfino inutili  visto che Giuseppe Conte non si accontenterà mai di fare il “secondo”. Inoltre le differenze di programma sono incolmabili.

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