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Frosinone al voto: Mastrangeli vuole chiuderla subito, Marzi spera nel ballottaggio

Licandro Licantropo
Oggi si vota, oltre che per i referendum sulla giustizia, in 975 Comuni, 26 dei quali capoluoghi di provincia. Oltre 9 milioni gli italiani coinvolti. Un test rilevante a livello nazionale, per i partiti e per i leader
Giugno 12, 2022
Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone

Giorgia Meloni per sentire i brividi e capire l’effetto che fa, Enrico Letta per definire i confini del Campo largo, Matteo Salvini e Giuseppe Conte per mantenere la leadership nei rispettivi partiti, Silvio Berlusconi per provare a fare da punto di equilibrio tra i due rissosi coinquilini, Carlo Calenda per vedere se c’è davvero uno spazio al centro.

Oggi si vota, oltre che per i referendum sulla giustizia, in 975 Comuni, 26 dei quali capoluoghi di provincia. Oltre 9 milioni gli italiani coinvolti. Un test rilevante a livello nazionale, per i partiti e per i leader. Il Comune di Frosinone si inserisce pienamente in questo quadro: i big citati prima (tranne Berlusconi) sono venuti nel capoluogo ciociaro e non è stato per caso. In Ciociaria si vota anche in altri 7 paesi: San Giovanni Incarico, Castelnuovo Parano, Campoli Appennino, Pofi, San Biagio Saracinisco, Picinisco, Piedimonte San Germano. Seggi aperti dalle 7 fino alle 23: unica giornata. E’ una novità perché negli anni scorsi si poteva votare anche il lunedì. Non tutti lo sanno. Lo scrutinio per le comunali si farà domani, dalle ore 14. Stasera invece lo spoglio per i referendum. Si eleggono sindaci e consiglieri, ma i risultati incideranno sugli scenari nazionali. Vediamo perché e come.

IL FUTURO DEL CENTRODESTRA

Giorgia Meloni ha una sola prospettiva: il centrodestra. Fratelli d’Italia domina da mesi nei sondaggi, adesso si tratta di trasformare le intenzioni in voti. E’ l’unico partito accreditato di poter aumentare il numero dei deputati e dei senatori nel 2023. Le comunali di oggi sono un bivio decisivo con una missione definita: giocarsela alla pari con il Pd, provando a mettere il muso davanti sul filo di lana. Se così sarà, non potranno esserci più dubbi su chi dovrà essere il candidato del centrodestra per Palazzo Chigi. La Lega rischia molto: Matteo Salvini ha perso il tocco magico, Giancarlo Giorgetti, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga non potranno fare finta di nulla se il Carroccio andrà sotto il 15%. Forza Italia ha percentuali dignitose nei sondaggi, non si vede perché gli “azzurri” dovrebbero dare vita ad una federazione con il Carroccio. Il problema  è rappresentato dalle prospettive. Cosa vuole davvero Berlusconi? Vincere e governare con il centrodestra a guida Giorgia Meloni o rimanere nella melassa degli esecutivi tecnici insieme a Pd e Cinque Stelle? Il voto chiarirà questi aspetti. 

Al Comune di Frosinone la situazione del centrodestra non è poi tanto diversa: Riccardo Mastrangeli punta alla vittoria al primo turno, ma in ogni caso può chiudere i giochi al ballottaggio. Bisognerà vedere piuttosto quali saranno gli equilibri futuri all’interno della coalizione. Fratelli d’Italia ha una lista forte e competitiva e quasi sicuramente sarà il primo partito del centrodestra. Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri hanno lavorato per questo. L’equivoco sta nella Lega, perché il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani (sindaco uscente) ha deciso di contarsi con la sua lista civica, cannibalizzando molti alleati. I rapporti di forza saranno la chiave della tenuta della coalizione: Mastrangeli dovrà lavorarci molto. Forza Italia si è affidata ad Adriano Piacentini: in campagna elettorale Claudio Fazzone non si è visto.

IL CAMPO LARGO PIENO DI STRETTOIE

Enrico Letta da settimane ripete che il Pd sarà il primo partito di queste comunali. Lo fa anche perché teme che il centrosinistra possa uscire sconfitto come coalizione. Se domani sera il risultato dei Cinque Stelle sarà negativo, si apriranno diversi fronti. Intanto quello del ruolo politico di Giuseppe Conte nel Movimento, destinato ad indebolirsi. Beppe Grillo e Luigi Di Maio sono in silenzio radio prolungato e strategico. Il ministro degli esteri proprio non riesce a capire cosa avrebbe l’ex premier più di lui. Non c’è alcun accenno al voler fare squadra, si respira un’aria da “si salvi chi può, se può”.

I Cinque Stelle sono stati risucchiati dal Partito Democratico e non c’è una sola ragione per la quale gli elettori di centrosinistra dovrebbero votare un partito satellite. A Frosinone la situazione è la stessa. Francesco De Angelis ha messo le cose in chiaro dal primo giorno: “Abbiamo in campo la lista del Pd più forte di sempre”. Vuole dire semplicemente una cosa: se arriviamo primi come lista e il Campo largo perde, noi cosa possiamo farci? I Cinque Stelle nel capoluogo ciociaro rischiano un risultato impossibile da gestire. Ci sono poi le liste civiche di Domenico Marzi e Michele Marini e pure quelle di Luigi Vacana, Stefano Pizzutelli e Gianfranco Pizzutelli. Importanti per cercare di arrivare al ballottaggio, ma sul piano politico l’analisi sarà tutta all’interno del Pd e coinvolgerà direttamente Nicola Zingaretti e Bruno Astorre. Sono comunali con vista sulle regionali. E’ successo esattamente questo quando l’assetto costruito da De Angelis per oltre un anno è stato ribaltato dall’oggi al domani.

L’ORA DI METTERSI IN… AZIONE 

Se si arriverà o meno al ballottaggio dipenderà dai risultati degli altri candidati a sindaco, che sono Mauro Vicano (Azione), Vincenzo Iacovissi (Psi) e Giuseppe Cosimato (Lista Civica). L’esperimento di Carlo Calenda è il più “intrigante” sul piano nazionale. Come ha scritto Il Corriere della Sera, “ha risolto il dilemma sulla nascita di una formazione centrista: il centro è lui”. Lo schema è semplice e chiaro: marginalizzare i Cinque Stelle, mollare completamente Matteo Renzi, scegliere senza pregiudiziali ideologiche. L’ammiccamento alla candidatura di Letizia Moratti alle regionali in Lombardia ha mandato nel panico il Pd di Enrico Letta. Ora però Carlo Calenda deve dimostrare di saper prendere i voti non soltanto quando è candidato lui (come a Roma). Tra un anno bisognerà arrivare a percentuali importanti alle politiche, eleggendo parlamentari. Stesso discorso alle regionali, specialmente nel Lazio. A Frosinone Mauro Vicano può diventare determinante al ballottaggio e non sta scritto da nessuna parte che farebbe un accordo con il centrosinistra di Marzi. Potrebbe invece convergere su Riccardo Mastrangeli e in questo senso ha lavorato Alessandra Sardellitti. Domani sera sapremo se a Frosinone sarà necessario il secondo turno oppure se avremo già il nuovo sindaco. Sapremo anche se i risultati nazionali avranno determinato un nuovo quadro, se in particolare nel 2023 la sfida per Palazzo Chigi sarà tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta. O se al contrario gli sconfitti di oggi, di ieri e di domani cercheranno di riproporre le solite “ammucchiate” con la foglia di fico della guida tecnica. Vanificando ancora una volta il voto del popolo sovrano.

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