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Frosinone, addio sogni di “monocolore”: la Lega perde i pezzi civici. Il centrosinistra diviso in quattro tronconi

Massimo Pizzuti
Novembre 19, 2023
Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone

Lo schema che la Lega ha utilizzato a Frosinone è stato imperniato sull’alleanza con le civiche. Quando un anno e mezzo fa Riccardo Mastrangeli è stato eletto sindaco, superando al ballottaggio Domenico Marzi, erano 11 (su 22) i consiglieri riconducibili, direttamente o indirettamente, a Nicola Ottaviani, ex primo cittadino e coordinatore provinciale del Carroccio (qualche mese dopo sarebbe diventato parlamentare). I conti sono presto fatti: 5 esponenti della Lista Ottaviani e 2 della Lega. Più 3 della Lista per Frosinone del vicesindaco Antonio Scaccia e 1 di Frosinone Capoluogo (Pasquale Cirillo). A settembre 2022, infatti, ci fu una specie di patto federativo tra la Lega e la Lista per Frosinone in concomitanza con le politiche. Stessa formula con Frosinone Capoluogo. Inoltre Riccardo Mastrangeli diede indicazioni di votare per la Lega.

Adesso sono cambiate tante cose e il predominio (nel centrodestra) di quello che doveva essere una specie di “monocolore” non esiste più. Il gruppo della Lega si è spaccato: Dino Iannarilli sostiene la maggioranza, Giovanni Bortone (al quale sono state revocate le deleghe) fa parte del gruppo dei “ribelli” con Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli). Pasquale Cirillo (Frosinone Capoluogo) si è allontanato da tempo da quel progetto e ha capito perfettamente che per lui non ci sono spazi nella Lega per una candidatura alle provinciali.

Antonio Scaccia si è stancato di aspettare: Francesca Chiappini è stata la prima degli eletti alle comunali, si è candidata alle regionali con il Carroccio e la civica ha supportato la Lega in ogni tipo di appuntamento. Rendersi conto che in realtà l’uomo di punta di Nicola Ottaviani alle provinciali resta Andrea Amata è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’annuncio di un imminente incontro con il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani (leader di Forza Italia), subito cancellato da WhatsApp, è servito per dire che da questo momento in poi l’orizzonte della lista comprende l’intero centrodestra. Non più soltanto la Lega. Anche nella stessa Lista Ottaviani i “distinguo” non mancano tre i cinque consiglieri.

Riccardo Mastrangeli resterà fuori da questa situazione. Dopo aver “perso” due consiglieri della sua civica (Pizzutelli e Mirabella) non può permettersi ulteriori scontri e defezioni. Al tempo stesso non potrà ignorare il quadro post-elezioni provinciali. Quando i gruppi della maggioranza troveranno necessariamente nuovi assetti, anche sulle alleanze interne.

L’OPPOSIZIONE E’ MESSA PEGGIO

Come già si è visto in questi ultimi mesi, le tensioni all’interno della maggioranza di centrodestra non producono una crisi politica perché la minoranza è perfino più divisa e sfilacciata. Andrà sempre peggio. Intanto la mancata candidatura di Angelo Pizzutelli alle provinciali innescherà l’ennesimo scontro nel Partito Democratico. Con Pizzutelli ci sono Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi: bisognerà capire cosa intendono fare e se proseguiranno insieme. La Lista Marzi, indicando Armando Papetti alle provinciali (nella lista di Luigi Vacana), di fatto si è sganciata da quello che poteva essere un asse con il Partito Democratico. Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli, Carlo Gagliardi e Armando Papetti viaggiano per conto proprio. Come fa da mesi Andrea Turriziani, della Lista Marini, il quale non disdegnerebbe un accordo con Mastrangeli in chiave governista. Il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli sta cercando di riposizionarsi: un probabile appoggio a Mario Abbruzzese (Lega) alle europee potrebbe aprire una fase diversa. Il Partito Socialista Italiano di Vincenzo Iacovissi prosegue per conto proprio, in solitudine. Come già era avvenuto in campagna elettorale. Gian Franco Schietroma è stato tra i fondatori dell’Ulivo, ma ormai da anni in Ciociaria (e nel capoluogo in particolare) ha deciso di non fare intese con il Partito Democratico. A nulla sono serviti i tentativi di Francesco De Angelis, di Sara Battisti, di Luca Fantini e di Mauro Buschini. Si è chiusa un’era politica. Definitivamente.

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