È finita, inevitabilmente, con una racchetta rotta. Fabio Fognini, diamante puro per talento, ignora quanti match abbia gettato via. Ha perso il conto da anni, fino ad accettarlo come un evento ineluttabile, una necessità del suo essere agonista. C’è chi perde solo contro i tennisti più forti. Lui invece i più forti qualche volta li ha battuti, ma ha il problema di non riuscire a vincere con quelli meno dotati di lui, che spesso gli fanno lo sgambetto.
Solo così si spiega perché mai abbia raggiunto solo una volta in carriera i quarti di un Major e abbia vinto un solo mille (Montecarlo), su una superficie in cui è tra i pochi in attività ad aver battuto il padrone di casa o meglio il sovrano, Rafa Nadal.
Sul cemento i talenti del ligure splendono di una luce meno abbagliante, perché il servizio diventa un punto debole e alcune sue capacità risaltano meno, però con Struff fino a ieri aveva un bilancio positivo, avendolo sconfitto a Toronto e a Indian Wells.
Sui campi di Miami, e in specie al Butch Buchholz, ieri, nella tarda serata italiana, Fabio Fognini ha perso in tre set dal tedescone.
Buona gara nel complesso, tra due giocatori inclini all’errore ma anche ai colpi spettacolari e alle prodezze, che sono poi l’essenza di questo sport.
Fabio deve recriminare per un primo set gettato al vento in modo davvero sconsiderato. Partito male (0/2), ha infatti recuperato giocando un gran tennis, con recuperi spettacolari e lob di rara precisione. Sul 4/3 e servizio in suo favore, si è portato 30/15, prima di inanellare un’incredibile serie di errori. Si è “risvegliato” sotto di un set, per colpa di un parziale di 11 punti a 1.
Nel secondo però ha reagito ed ha vinto, ponendo le premesse per una rimonta definitiva.
Nel terzo set ha mancato un paio di favorevoli opportunità e ha ceduto il servizio in un drammatico e lungo decimo gioco, nel corso del quale ha avuto per ben 4 volte la palla del 5 pari.
Si allunga la lista delle sconfitte beffarde ed evitabili e il ranking soffre, perché ora Fabio sta scivolando dopo il novantesimo posto, con la conseguenza che negli Slam potrebbe essere costretto a disputare le qualificazioni.
BRONZETTI, UNA RESA ANNUNCIATA
Non c’è stata l’inversione di rotta per Lucia Bronzetti, che opposta alla giovanissima Noskova è andata incontro ad un’eliminazione precoce, l’ennesima di questo complicato 2023.
Dopo un inizio equilibrato, con i servizi a dettar legge, la giovane rappresentante della Cechia ha alzato i giri del motore, costringendo Bronzetti a correre qua e là verso le righe di fondo, con errori frequenti causati da una cattiva ricerca della palla.
Non c’è stato un solo momento in cui Lucia abbia davvero dato la sensazione di poter cambiare un verdetto annunciato.
Anche per lei i punti WTA cominciano ad essere pochini, con discesa in classifica e prospettive di avversarie eccellenti nei turni d’esordio.
Tra le gare femminili del primo turno, ce n’era una sicuramente speciale, visto che metteva di fronte due vincitrici dell’Us Open, Bianca Andrescu e Emma Raducanu. A leggere i cognomi sembrerebbe un derby rumeno, e invece le due campionesse sono una canadese e l’altra inglese. La partita è stata bellissima, con le protagoniste alternatesi al comando fino al 2 pari del terzo set e la battuta dominante nel contesto complessivo, con 2 soli break fino a quel momento.
Nel finale però, un po’ sorprendentemente, viste le caratteristiche fisiche, ad averne di più era decisamente la canadese, che è filata via verso il successo trovando dei vincenti da fondo. Buona però la prova di Emma Raducanu, che ha dato la sensazione di essere finalmente sulla strada giusta per tornare a splendere.
La certezza è che tra qualche mese non le potremo più vedere di fronte per un match di primo turno.