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Fazzone si conferma l’asso in provincia, ma in FI si apre la bagarre per le regionali. La rivincita di Procaccini dopo il fango su Terracina

Marco Battistini
Il successo di De Meo nel 2019 ha rilanciato il peso specifico della componente fazzoniana nel partito a livello regionale. I risultati incoraggianti nelle amministrative pontine degli ultimi 3 anni hanno finito per consolidare la posizione del senatore
Agosto 25, 2022
fazzone e procaccini

C’è sicuramente un grande vincitore nella compilazione delle liste elettorali per le politiche. Nel pontino Claudio Fazzone recita ancora la parte del protagonista. Non assoluto, ma sicuramente principale. E’ l’unico esponente locale che è riuscito ad ottenere l’assegnazione di un collegio uninominale della zona di riferimento. E soprattutto ha mantenuto il collegio che lo aveva eletto nel 2018. Un risultato che non era per nulla scontato, soprattutto alla luce dei rapporti di forza mutati radicalmente rispetto a 4 anni fa. Forza Italia oggi è un partito in lento quanto inesorabile declino. Con l’uscita di scena del Cavaliere andrà a spegnersi, lasciando probabilmente spazio ad un contenitore moderato privo di una leadership riconosciuta. Insomma il futuro di quest’area centrista è a dir poco incerto. Eppure nonostante il vento contrario Claudio Fazzone ha saputo tenere il suo gruppo unito e compatto. Il successo di De Meo nel 2019 ha rilanciato il peso specifico della componente fazzoniana nel partito a livello regionale. I risultati incoraggianti nelle amministrative pontine degli ultimi 3 anni hanno finito per consolidare la posizione del senatore, davvero tra i pochi azzurri in Italia a godere di un consenso personale numericamente significativo.

FORZA ITALIA GUARDA ALLE REGIONALI

 Il sindaco di Fondi Beniamino Maschietto e la sua maggioranza sono accorsi per incensare il leader. “La conferma della candidatura del coordinatore Fazzone rappresenta un riconoscimento anche per tutti gli amministratori locali come noi che si riconoscono in un progetto politico che affonda le sue radici nell’attenzione per il territorio -hanno affermato in una nota Maschietto ed il gruppo di FI del Comune di Fondi- la candidatura del senatore Fazzone ci stimola a continuare con maggior impegno affinché Forza Italia si confermi il partito determinante per la vittoria della coalizione di centro destra alle prossime elezioni politiche ma soprattutto alle successive elezioni regionali”.  

Proprio la partita delle regionali è diventata la vera madre di tutte le battaglie. Anche all’interno di Forza Italia si potrebbe scatenare un’autentica bagarre per le candidature. Le prospettive sempre più concrete di una vittoria del centrodestra hanno scatenato gli appetiti in casa azzurra. Il posto di consigliere regionale è ambito da molti. Forse troppi esponenti. In lizza Alessandro Calvi, Vincenzo e Federico Carnevale, Cosmo Mitrano solo tra gli uomini. Non ci sarà posto per tutti, ma solo due potranno giocarsi la chance concreta di succedere a Pino Simeone alla Pisana. Sempre che l’attuale capogruppo azzurro annunci pubblicamente la decisione di non ripresentarsi nella prossima tornata elettorale. Cosa che ad oggi ancora non è avvenuta.

IL RILANCIO DI FRATELLI D’ITALIA

L’ondata di fango scatenatasi nel mese di luglio su Fratelli d’Italia non ha scalfito più di tanto l’immagine di un partito in piena ascesa. Nicola Procaccini potrebbe avere due fedelissime a Montecitorio. Maurizia Barboni, candidata nel collegio plurinominale del basso Lazio e Sonia Kelani che con il primo posto nel plurinominale Lombardia 2 è praticamente certa dell’elezione. Un riconoscimento del lavoro svolto nel territorio ed anche sul piano nazionale che dimostra come Nicola Procaccini sia destinato a mantenere un forte peso politico all’interno del partito. Un esito non scontato fino ad un mese fa, quando Terracina veniva terremotata dagli arresti in Comune. Circa 600 pagine di ordinanza, una marea di capi di accusa,  dimissioni e Comune commissariato. A distanza di 37 giorni dall’avvio dell’inchiesta “Free Beach” è calato uno strano silenzio nella cittadina tirrenica. Il “metodo Terracina” sbeffeggiato e sbattuto nelle prime pagine di tutti i giornali nazionali di rilievo.

Dopo la scarcerazione dell’ex sindaca Roberta Tintari, sostanzialmente prosciolta dalle accuse è lecito chiedersi che fine hanno fatto tutti quelli che si erano avventati sull’inchiesta giudiziaria di Terracina per colpire Fratelli d’Italia e la Meloni. Sono scomparsi per non dire evaporati al sole  nell’agosto torrido del litorale pontino. I giudici del Riesame hanno rimesso in libertà la Tintari, facendo cadere “ben quattro dei cinque capi di imputazione contestati per l’arresto”. Eppure dei detrattori del ‘metodo Terracina’ non si hanno tracce da almeno due settimane. La notizia è stata ridotta a mini trafiletti apparsi nelle pagine interne degli stessi quotidiano che avevano scatenato la campagna di fango. Bene ha fatto Guido Crosetto a commentare qualche giorno fa la ‘ritirata’ dei giustizialisti, attraverso twitter: “Non c’è alcun reato. Era solo un ‘evento’ pre elettorale”.

Eppure Procaccini lo aveva detto: “La verità verrà fuori, non ho dubbi… intanto siamo finiti su tutti i giornali con accuse e illazioni”. E’ stato scatenato un autentico circo mediatico: dagli insulti social ad una campagna incentrata sulla presunta colpevolezza degli amministratori terracinesi. Una vera e propria gogna mediatica ha travolto in pochi giorni Terracina e l’intera classe di governo locale. Nel frattempo la Tintari aveva deciso di dimettersi e il Comune di Terracina veniva affidato a un commissario prefettizio. La Tintari valuterà coi suoi avvocati “se ricorrere anche contro questa residua limitazione imposta alla mia libertà”. Questo, però, non le ridarà il ruolo che aveva assunto tre anni fa. Ma soprattutto il fango che le è stato gettato addosso le resterà attaccato per sempre.

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