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Fazzone lancia la sfida del nucleare: una proposta di legge per riattivare le centrali. C’è anche Latina

Marco Battistini
Marzo 27, 2024

In Parlamento si torna a discutere di nucleare. Stavolta a scatenare le polemiche è il disegno di legge presentato da Forza Italia, che mira alla riattivazione degli impianti nucleari presenti sul territorio nazionale, ma anche il flop dell’autocandidatura dei Comuni a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti nucleari.
Un nuovo disegno di legge per ripristinare il nucleare in Italia, con il pretesto di migliorare la competitività del sistema energetico nazionale e di ridurre la dipendenza del Paese dai combustibili di importazione estera. Il provvedimento, che prende il nome di “Disposizioni per la riattivazione delle centrali nucleari esistenti sul territorio nazionale e la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia nucleare” è stato presentato dal Senatore Claudio Fazzone, di Forza Italia, e mira alla riattivazione degli impianti nucleari esistenti sul territorio nazionale.
RIATTIVARE LATINA
A distanza di oltre trent’anni dalla dismissione dell’ultima centrale nucleare e dopo due referendum dagli esiti plebiscitari, in Parlamento si torna a discutere di un tema che in Italia sembrava definitivamente abbandonato. Il nuovo disegno di legge sull’energia nucleare  fa riferimento in particolare agli impianti nucleari esistenti di Latina, Trino, Caorso e Sessa Aurunca, affidando la gestione alla SOGIN, Società di Stato attualmente incaricata del decommissioning degli stabilimenti e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Il programma dei lavori dovrebbe essere, invece, sottoposto all’approvazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), al fine di assicurare la sostenibilità degli interventi da apportare per il miglioramento della sicurezza nucleare e di garantire una conduzione degli impianti rispondente alle norme internazionali in materia.
I VANTAGGI
Nel testo della proposta si cerca di porre il focus sui vantaggi che la reintroduzione del nucleare apporterebbe, annoverando tra gli altri “l’assenza di emissioni di CO2, né di altri inquinanti atmosferici per produrre elettricità, insieme ad una ridotta occupazione di terreno.” A riprova dello spazio ridotto che il nucleare utilizza rispetto ad altre fonti energetiche rinnovabili, il documento considera i dati forniti dal Dipartimento dell’energia americano: “un impianto per la produzione di energia nucleare occupa un’area almeno 360 volte inferiore a un impianto eolico e almeno 75 volte inferiore a un impianto solare. Gli impianti nucleari sono in grado di produrre grandi quantità di energia poiché 1 kg di uranio fornisce la stessa energia di 60 tonnellate di gas naturale, 80 di petrolio o 120 di carbone. E questi numeri potrebbero ancora salire con l’introduzione dei reattori di quarta generazione, nei quali non si sfrutta solo l’uranio 235, ma anche l’uranio 238, attraverso la trasmutazione in plutonio 239: in questo modo 1 kg di uranio arriverebbe a contenere la stessa energia di 3000 tonnellate di carbone” riporta la proposta di legge.

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