A due settimane dai ballottaggi nei Comuni, gli ultimi risultati dei sondaggi della Supermedia Youtrend (del 9 giugno) sono molto indicativi rispetto al consenso delle diverse forze politiche.
Fratelli d’Italia e il Pd diminuiscono rispettivamente dello 0,2% e dello 0,1%. Il partito di Giorgia Meloni è al 29,1%, quello di Elly Schlein al 20,6%. Il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte è stabile al 15,9% Lega all’8,9% (-0,1%), Forza Italia al 7% (+0,2%). Mentre Azione di Carlo Calenda scende sotto la soglia del 4%: ora è al 3,8% con un -0,5%. Ma non se avvantaggia Italia Viva di Matteo Renzi, che resta ancorata al 3%. Al 3% pure l’alleanza tra i Verdi di Angelo Bonelli e la Sinistra di Nicola Fratoianni. Poi al 2,3% (+0,2%) +Europa di Emma Bonino. Completano il quadro Italexit al 2,2% (+0,1%), Unione Popolare all’1,4% (-0,1%) e Noi Moderati all’1,1% (+0,1%). Resta di più di venti punti percentuali il distacco tra il centrodestra al 46,1% (-0,1%) e il centrosinistra al 25,8% (+0,1%).
La situazione politica del Paese è stabile da mesi ormai. Poi ci sono le piazze, che restano un patrimonio della democrazia. Spesso però le manifestazioni vanno fuori tema e in ogni caso la presenza non è sinonimo di voti nelle urne. Ieri nella Capitale c’è stato il Roma Pride. Secondo gli organizzatori ha sfilato più di un milione di persone, mentre la Questura ha parlato di 45.000 partecipanti.
Il quotidiano Il Tempo ha fatto un’analisi delle parole e degli slogan più usati. Il termine più gettonato è stato “resistenza”, seguito da due aggettivi: “omofoba” e “cialtrona”. Entrambi riferiti alla Destra. Sul palco il portavoce Mario Colamarino ha assicurato: “Da oggi parte la resistenza della nostra comunità a questa destra, a questo governo e alla Meloni”. In piazza, fra i tanti striscioni, questo: “Tranquilla mamma, sono bisex, non fascista”. Naturalmente tantissimi slogan contro la Regione Lazio. Il Gay Pride è un evento nel quale si dovrebbe celebrare l’orgoglio omosessuale, rivendicando i legittimi e giusti diritti. Quindi, cosa c’entra la “resistenza”? E dove sono i “fascisti”? Aveva ragione Francesco Rocca (ma non avevamo dubbi): la Regione Lazio ha ritirato il patrocinio non perché ormai “occupata” da battaglioni fascisti pronti alla repressione per una mentalità cavernicola. No, ha ritirato il patrocinio perché la maternità surrogata (che in Italia è vietata) non c’entrava nulla con il Roma Pride.
C’è un altro punto da approfondire: i sondaggi sono chiarissimi. Il vantaggio del centrodestra è enorme, il gradimento di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni pure. Al Partito Democratico non viene il dubbio che forse le manifestazioni, i temi, le tattiche e le strategie di questi ultimi mesi non fanno guadagnare voti? Inoltre slogan come “oggi e sempre resistenza” e le note di Bella Ciao cosa c’entrano con il Roma Pride? Mettere il cappello su ogni tipo di manifestazione di piazza è evidentemente una strategia.
Massimo rispetto per i diritti della comunità Lgbtq+, ma uguale rispetto si dovrebbe alla maggioranza degli italiani che continua a votare per il centrodestra. Dipingere Giorgia Meloni e Matteo Salvini come dei trogloditi c’entra nulla con la politica.
A Cassino è iniziata la lunga fase che porterà alle elezioni comunali il prossimo anno. Il Partito Democratico, sotto la regia di Francesco De Angelis, sta cercando di arrivare ad una pace tra il sindaco Enzo Salera e la presidente del consiglio comunale Barbara Di Rollo. Per far marciare unito il Pd: sarebbe una notizia da prima pagina. Nella seconda città della provincia il centrodestra non può rimanere a guardare e neppure accettare il fatto di essere diviso. Occorre uno sforzo simile a quello effettuato a Frosinone, quando Paolo Trancassini e Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) decisero di superare le difficoltà e gli ostacoli che pure c’erano per salvaguardare la coalizione. Nelle città più grandi della Ciociaria le liste civiche sono sempre più decisive e questo elemento aumenterà. Non ci sono alternative: il centrodestra deve giocare per vincere a Cassino.