Lo avevamo ipotizzato qualche giorno fa perché era inevitabile. Al Comune di Frosinone, tra gli altri, c’è un problema politico e amministrativo ormai enorme che divide il sindaco Riccardo Mastrangeli dal gruppo di Fratelli d’Italia, quello più numeroso con i suoi cinque consiglieri. Ma anche quello che fa riferimento al partito di maggioranza relativa in Italia, nella Regione e in provincia. Complicato, anzi impossibile fare finta di nulla.
Fratelli d’Italia ormai da mesi attende risposte sulle richieste di “mitigare” alcune scelte in tema di mobilità cittadina. Per esempio prevedendo una corsia di transito per le automobili a piazzale Kambo, in modo da permettere alle persone di accompagnare chi deve prendere il treno. Poi c’è il tracciato del Brt, sempre più oggetto misterioso nella sua versione definitiva.
Ma ci sono anche i parcheggi, i sensi di marcia (e quelli unici), le decisioni sulla viabilità e sulle piste ciclabili. Il ragionamento che il capogruppo di FdI Franco Carfagna ha fatto a Mastrangeli è questo: va bene la città del futuro, ma esiste pure una città del presente e siccome parliamo di operazioni che non si concluderanno in tempi rapidissimi (ci vorranno anni) perché non eliminare una fetta di disagi a residenti, cittadini e commercianti in questa fase? Rinviando a quando tutto sarà pronto alcune decisioni definitive?
Riccardo Mastrangeli ha ritenuto di non rispondere e anzi non ha perso occasione per ribadire che non si sarebbe tornati indietro.Non sulla pedonalizzazione, non sul Brt, non su tutto il resto.
Fratelli d’Italia sa di avere ormai una dimensione di governo e quindi non toglierà la fiducia al Sindaco. Perlomeno non adesso. Ma non può fare finta di nulla. Con ogni probabilità l’indicazione sarà quella di non partecipare alle sedute del consiglio comunale. Vedremo se anche della giunta.
Vale la pena ricordare i numeri della coalizione trasversale che appoggia Mastrangeli: 16 sì e 4 possibili astensioni della Lista Marzi per mantenere il numero legale. La somma fa 20 su 33. Ma se Fratelli d’Italia non partecipa, si arriva a 15 e il numero legale (fissato a quota 17) non ci sarebbe in ogni caso. Va aggiunta la posizione della Lista per Frosinone (3 consiglieri) di Antonio Scaccia, che ormai da settimane non nasconde il malumore e che fra l’altro nell’ultima seduta ordinaria non ha risparmiato attacchi al primo cittadino. Peraltro l’asse tra Fabio Tagliaferri e Antonio Scaccia è noto.
In autunno le strategie di tutti saranno più chiare, considerando che in quel periodo bisognerà pure individuare i candidati al consiglio provinciale. Un passaggio che due anno fa determinò la rottura del quadro politico della maggioranza a Frosinone. Il riferimento è alla mancata elezione (per un solo voto ponderato) del capogruppo di Forza Italia Maurizio Scaccia. Per via delle decisioni di Nicola Ottaviani e Riccardo Mastrangeli di far convergere il consenso su Andrea Amata (Lega), consigliere comunale di Vicalvi, non di Frosinone.
Mancano due anni al termine di un mandato tormentato e pieno di fibrillazioni e strappi: 9 i consiglieri eletti in maggioranza che sono adesso all’opposizione. Riccardo Mastrangeli è andato avanti per la sua strada, seguendo un programma definito negli anni passati dall’allora sindaco Nicola Ottaviani, senza porsi mai il problema che magari nel frattempo alcune cose erano cambiate e necessitavano di qualche cambiamento. Lo schema di Mastrangeli è di accelerare per l’inaugurazione di opere pubbliche negli ultimi due anni. Proseguendo pure nel progetto dell’Area Vasta. Nel frattempo però Frosinone ha evidenti problemi di traffico, di parcheggi, di urbanistica, di gestione di servizi fondamentali. Ma ha soprattutto una crisi di identità come capoluogo. In tre anni ci si è concentrati quasi esclusivamente sul Piano urbano della mobilità sostenibile, senza peraltro sbloccare aspetti fondamentali come la riattivazione dell’ascensore inclinato e il percorso del Bus Rapid Transit. Ignorando tutto il resto. Adesso tutti i nodi stanno venendo al pettine. Il centrodestra è stato terremotato: Forza Italia è all’opposizione, Fratelli d’Italia ha deciso di andare allo scontro. La Lega è ridotta ai minimi termini.
La coalizione ha rottamato il Bus politico che aveva garantito tre vittorie consecutive. Questo è un dato di fatto.