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Emergenza bollette, esercizi pontini a rischio. Serve uno ‘shock’ per ridare ossigeno alle imprese. A quando la road map per i tagli alle tasse?

Marco Battistini
Secondo i calcoli della Cgia di Mestre, l’esplosione dei costi pesa sui bilanci delle imprese del Lazio per oltre 6,3 miliardi di euro. E in questo contesto intere filiere industriali rischiano di sospendere le proprie produzioni.
Novembre 7, 2022

I rincari per le bollette ed il rischio chiusura che incombe su migliaia di esercizi commerciali in provincia, impone una presa di posizione più organica della classe politica. Da settimane ormai si susseguono diverse prese di posizione da parte di alcune associazioni di categoria. Sono sempre maggiori le preoccupazioni degli imprenditori per i forti rincari di energia elettrica e gas. Quando ormai espressioni come “caro bolletta” e “caro energia” sono diventate sempre più di uso quotidiano, un timore ormai assodato per i prossimi mesi, quelli invernali, tale da affliggere buona parte degli imprenditori della provincia di Latina.

LA CRISI E LE MISURE

Come giustamente fatto presente da Italo Di Cocco, presidente di Horeca, una rete di imprese nei settori della ristorazione e degli alberghi, “le leggi esistono e vanno rispettate, per questo chiediamo alle istituzioni un supporto da tradurre in sconti e agevolazioni che le Amministrazioni locali dovrebbero concedere alle categorie che vedono la loro stessa esistenza a serio rischio”. La strada da intraprendere è semplice: le istituzioni locali potrebbero venire incontro a questi imprenditori, per esempio con la diluizione dei pagamenti e delle utenze e, magari, l’annullamento delle tasse sul suolo pubblico. Ma più in generale occorre una road map per tagli di tasse ed una maxi tregua fiscale. Se le persone sono in crisi con le bollette, figuriamoci con le scadenze fiscali.

Secondo i calcoli della Cgia di Mestre, l’esplosione dei costi pesa sui bilanci delle imprese del Lazio per oltre 6,3 miliardi di euro. E in questo contesto intere filiere industriali rischiano di sospendere le proprie produzioni, come quelle siderurgiche, laterizie e dell’automotive, ma sono a rischio anche altri segmenti, come le industrie alimentari, il tessile, l’elettronica e la metalmeccanica. L’aumento dei costi inoltre non risparmierà anche molti settori del terziario, dalla ristorazione alla distribuzione e poi la logistica e i trasporti che sono stati colpiti in questi mesi oltre che dall’aumento delle bollette energetiche e da quello dei costi del carburante.

TROPPE IMPOSTE

Federlazio già a inizio anno aveva sottolineato la necessità di un intervento urgente da parte delle istituzioni per far fronte alle criticità causate dall’incremento dei costi dell’energia e dalle tensioni sui mercati di approvvigionamento delle materie prime. Ora, con il trascorrere dei mesi, la situazione appare ulteriormente aggravata. Imprese e famiglie italiane pagano il più alto costo dell’energia in Europa e questo accade da molto prima del conflitto russo-ucraino, non solo a causa di una obiettiva dipendenza e fragilità sul fronte dell’approvvigionamento energetico, ma anche di una serie di imposte e balzelli che storicamente appesantiscono i costi delle bollette. Il presidente della Federlazio Latina Marco Picca ha recentemente espresso una forte preoccupazione per la situazione economica: “Lo Stato deve fermare questa speculazione e permettere alle aziende di lavorare in modo sostenibile”.

LE ULTIME STIME

Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, l’Autorità dell’energia, parla senza mezzi termini di una variazione “estremamente rilevante”. Cosa questo significhi, l’Authority che determina i prezzi della luce per i clienti che si trovano nel mercato tutelato, lo rivelerà soltanto oggi. C’è chi parla di un raddoppio dei costi della componente energia della bolletta. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, uno dei massimi esperti del settore, ha preconizzato un rialzo delle bollette elettriche per i prossimi tre nesi del 60 per cento. Un singolo chilowattora di energia arriverebbe a costare 66 centesimi, 25 in più rispetto all’ultima bolletta.

L’Autorità dell’energia ha in mano qualche carta da giocare per provare a calmierare gli aumenti. Potrebbe, per esempio, calare lo stesso asso giù utilizzato a fine giugno per bloccare il prezzo della luce, ossia a fronte dell’aumento della materia prima, ridurre altri costi che pensano nella bolletta, come la componente ‘Pte’, quella che ingloba i costi di approvvigionamento e commercializzazione applicati dagli operatori.
Se non si arriverà al 60 per cento profetizzato da Tabarelli, difficilmente ci si scosterà da aumenti del 40-50 per cento. E per il gas potrebbe andare anche peggio. In questo caso la decisione non arriverà oggi, ma tra un mese.
Anche qui, però, le previsioni non sono delle migliori. Sempre secondo Tabarelli, l’aumento sarà del 70 per cento. Più pessimistiche le stime del portale Facile.it, secondo cui l’aumento per il gas sarà del 120 per cento. 

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