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Elezioni regionali, pochissimi posti in paradiso per la Ciociaria

Licandro Licantropo
In provincia di Frosinone si eleggono 4 consiglieri regionali. Tutti i precedenti sono concordanti sul fatto che 2 vanno al principale partito della coalizione che vince le elezioni, come nel 2018, quando il Pd ha portato nell’aula della Pisana Mauro Buschini e Sara Battisti.
Novembre 2, 2022
Mauro Buschini, presidente Egato (Foto S. Desiato)

Come un eterno gioco dell’oca il Pd torna sempre al punto (morto) di partenza. Adesso si riparla di Andrea Riccardi ed Enrico Gasbarra come possibili candidati alla presidenza del Lazio. Dopo che Daniele Leodori ha voluto far capire tutto il suo malumore con un passo di lato. E soprattutto dopo che Alessio D’Amato è pronto a partecipare comunque, anche con il sostegno di Azione di Carlo Calenda. Ma probabilmente al Nazareno non si rendono conto di quanto sia complicato il percorso globale.

Tra pochi giorni, il 7 novembre, inizierà il percorso del congresso costituente del partito, destinato a concludersi il 12 marzo con le primarie tra i due candidati più votati. Nel mezzo ci sono procedure lunghe e complicatissime, riservate agli addetti ai lavori e agli iscritti. Una fase che entrerà nel vivo a gennaio e febbraio, andandosi a sovrapporre inevitabilmente con le regionali del Lazio e con le provinciali, anche a Frosinone. Non bisogna poi dimenticare che si dovrà andare a congresso anche per eleggere i nuovi organismi dirigenti del partito nel Lazio. Per decidere chi subentrerà al senatore Bruno Astorre come segretario. Insomma, stagione congressuale interna e appuntamenti elettorali da far tremare i polsi. Le regionali del Lazio sono fondamentali e in caso di sconfitta avrebbero degli effetti durissimi sugli assetti e sulle prospettive del partito. La scelta del candidato finirà con l’intrecciarsi con quella del segretario politico nel Lazio e con lo scenario nazionale. Nel frattempo Giuseppe Conte insiste nella tattica di “gelare” i Democrat almeno una volta al giorno. Specialmente per quanto riguarda il Campo largo nel Lazio. Dalle parti del Movimento Cinque Stelle sono convinti di poter continuare a crescere elettoralmente a scapito del Pd. Goffredo Bettini è l’unico che pensa di poter riuscire a far cambiare idea a Conte, magari ragionando su un lungo periodo che guardi alle europee. Ma in realtà non ci si schioda da una sensazione di paralisi politica totale. Quello che maggiormente sorprende è come il Partito Democratico non si renda conto di aver “bruciato” in questi anni segretari come Pierluigi Bersani, Matteo Renzi, Nicola Zingaretti, Enrico Letta. Per non parlare, in precedenza di Walter Veltroni e Dario Franceschini. In queste condizioni un nuovo congresso non servirà a nulla se non cambieranno i presupposti, perché alla fine maggioranze e minoranze saranno decise esclusivamente dai processi di composizione e ricomposizione delle correnti.

LA CIOCIARIA ALLE REGIONALI

In provincia di Frosinone si eleggono 4 consiglieri regionali. Tutti i precedenti sono concordanti sul fatto che 2 vanno al principale partito della coalizione che vince le elezioni. Come successo nel 2018, quando il Pd ha portato nell’aula della Pisana Mauro Buschini e Sara Battisti. Ragionando sui numeri reali che riguardano voti e percentuali attuali dei partiti, significa che Fratelli d’Italia e Pd eleggeranno un consigliere a testa sicuramente. Quindi, il secondo seggio scatterà per chi avrà vinto le elezioni: FdI o Democrat. Siamo già a 3 consiglieri eletti. Ne resta 1 solo, che si contenderanno Movimento Cinque Stelle, Lega (favorita), Forza Italia e Terzo Polo. Quello che però i leader locali stanno completamente ignorando è che avranno bisogno di formare delle liste fortissime per tentare di ottenere il cosiddetto quorum, cioè la possibilità di far scattare un seggio. Nel Pd in lista ci saranno sicuramente Mauro Buschini, Antonio Pompeo e Sara Battisti, tutti e tre in grado di “tirare” moltissimo. Fratelli d’Italia sta preparando una lista assai competitiva. E tutti gli altri? I Cinque Stelle anche alle regionali investono molto nel voto di opinione alla lista: la strategia resterà questa. Forza Italia non ha ancora iniziato a discutere sulle candidature. Il Terzo Polo non sa se si presenterà unitariamente e i silenzi di Matteo Renzi e Carlo Calenda non aiutano a definire la situazione. La Lega ha bisogno di ottenere tanti voti, ma per fare questo dovrà comporre una lista senza posizioni blindate. Sarà in grado di farlo? A questa domanda potrà rispondere soltanto il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani. Mario Abbruzzese, uno che di politica ne mastica, ha suggerito di mettere in lista donne e uomini con tanti consensi. Ovunque. Certamente il consigliere uscente Pasquale Ciacciarelli resta il favorito, ma se a Gianluca Quadrini si desse la possibilità di concorrere per giocarsela, allora potrebbero arrivare tanti voti. Forse perfino in ticket con l’ex parlamentare Francesca Gerardi. C’è la questione che riguarda Frosinone, il capoluogo. Il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri è stato il primo e l’unico a lanciare l’idea: serve un candidato forte espressione del Comune. Un candidato non gregario ma libero di poter puntare all’elezione. Tagliaferri non ha ricevuto le risposte che si aspettava e ha preferito effettuare diversi passi indietro. Nel frattempo ogni giorno viene fuori una possibilità diversa: Adriano Piacentini (che però sta in Forza Italia), Antonio Scaccia, Francesca Chiappini. L’equivoco non viene sciolto: un candidato di Frosinone verrebbe messo nelle condizioni di giocarsi la partita fino in fondo oppure dovrebbe limitarsi a portare acqua al mulino di Ciacciarelli? Nessuno risponde e questa è già una risposta.

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